Congiuntivo presente nella pròtasi in D’Annunzio

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Ferdinand Bardamu
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Re: Congiuntivo presente nella pròtasi in D’Annunzio

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Ho trovato un altro esempio di protasi al congiuntivo presente col valore potenziale-eventuale:

Per il resto, se si prescinda specialmente dai [sic] Pseudo-Vangeli, parecchi apocrifi non dispiacevano troppo agli stessi dottori cattolici […]. (Giuseppe Bonaccorsi, introduzione a Vangeli apocrifi, Firenze: «Libreria editrice fiorentina», 1948, p. X, grassetto mio)

Dagli esempi fin qui forniti, mi pare di poter dire dunque che questo costrutto, palesemente esemplato sul modello latino, si accompagna, nell’uso moderno, soprattutto a verbi costruiti impersonalmente.

Del resto, e qui mi permetto una digressione fuori fòro ma in tema, in latino il congiuntivo potenziale «tende a essere limitato a frasi formulari con soggetto indeterminato» (Alfonso Traina, Tullio Bertotti, Sintassi normativa della lingua latina, Bologna: «Pàtron editore», 2015, p. 248 / § 236).

La citazione del D’Annunzio potrebbe essere dunque anche impersonale, come ha osservato Don Ferrante, ma la natura di dedica del proemio rende difficile decidere in un senso o nell’altro (non che cambi molto, in realtà, per ciò che qui c’interessa).
DON FERRANTE
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Re: Congiuntivo presente nella pròtasi in D’Annunzio

Intervento di DON FERRANTE »

Giusta osservazione, che conferma quel mio sentore. Proprio nel primo intervento del 25 Febbraio 2021, a puro scopo espositivo, facevo notare la tendenza del potenziale latino al soggetto indeterminato, ivi compreso il cosiddetto tu generico (avresti facilmente potuto...= si sarebbe facilmente potuto).
Non che sia il nostro caso, come saggiamente Ferdinand sottolinea.

Sempre come digressione latina (mi si perdoni), l'ottimo Ronconi (Il verbo latino, Firenze, Le Monnier, 1959: opera datata ma sempre valida) in più di un passo analizza il congiuntivo e, partendo da quello indipendente, arriva ad affermare che ...nel cosiddetto potenziale (rispetto al futuro predicente, che procede dal volitivo) manca ancora che si verifichino circostanze estrinseche per trasformare l'eventualità in realtà...
Il volitivo sta al futuro predicente come l'ottativo sta al potenziale: voglio fare>farò = possa io fare> può darsi che io faccia. Ma, come s'è detto, quest'uso si è limitato nel latino classico a poche formule stereotipate
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