«Robot»
Inviato: ven, 16 ago 2019 13:20
Apro questo filone (ancora inesistente stando alle mie ricerche
) nella speranza di trovare una quadra sul forestierismo robot, avendo opportunamente letto tutti gli interventi sui filoni affini.
Una rivalutazione di 'robò'
Stando all'autorevole https://www.etymonline.com/word/robot#e ... ne_v_15132, mentre dal ceco all'inglese il passaggio del termine è stato im-mediato, il passaggio dal ceco all'italiano è stato inter-mediato dal francese, la cui influenza, a quei tempi, superava di gran lunga quella dell'astrato inglese (https://dizionario.internazionale.it/parola/robot). Così si è affermata la pronuncia in 'robò' (o 'robό' che scriver/dir si voglia), e, com'è noto, i sostantivi tronchi hanno sempre saputo di estero, a prescindere che la loro derivazione fosse di origine francese (vedi 'caffè' e affini).
Accogliendo la pronuncia alla francese, non si fa quindi altro che accogliere un uso popolarmente (ma non mediaticamente) consolidato.
A sostegno di questa tesi c'è anche da dire che, esattamente come nei paesi anglofoni (e in numerose altre parti del mondo) il nostro 'bràvo' si pronuncia 'bravò' e non si declina, Noi possiamo permetterci di pronunciare 'robò' invece che 'ròbot' senza fare un torto a Cechi, Inglesi, o ai signori del cinema e della televisione
.
Questi i motivi etimologici che mi spingono a insistere perché robò venga seriamente riconsiderato come traducente, sia dai dizionarî che l'osteggiano, sia da questa comunità
Derivati (robotico, robottino, (arte) robotica, robotizzare...)
È già stato aperto un prezioso filone denominato «Robotizzare» ~ «robottizzare» (inattivo dal 2015) nel quale si viene a concludere (tramite due interventi di Infarinato) che, per i derivati dai nomi comuni:
E così abbiamo messo a posto la questione di 'robottino' che, con robò come traducente, possiamo continuare a scrivere e pronunciare, mentre con 'roboto' no.
Passiamo a 'robotica'. Elevando a regola l'analogia di cui sopra verrebbe da coniare 'robottica', ma rimanendo coi piedi per terra, ciò richiamerebbe impropriamente un composto di -ottica (come 'ortottica') e sarebbe terribilmente erroneo. Quindi come lo possiamo giustificare? Semplicemente tirando fuori un'altra analogia: quella col forestierismo argot, un cui derivato fa appunto 'argotico' con la suffizzazione in -ico (http://www.treccani.it/vocabolario/argo ... ogismi%29/).
Infine, per quanto concerne il meccanismo di formazione dei composti è facile ereditare le modalità dello status quo che si esplicano nell'utlizzo di robo- e non di robot-: 'robo-etica', 'robo-tecnica', 'robo-soldato' ecc. Con 'roboto' come traducente, invece, in suddetti casi il traducente andrebbe troncato, in guisa di eccezione.
Perché quindi forzare il linguaggio comune a digerire un più che raro ed inefficace ròboto quando possiamo sublimare i nostri scopi con poche semplici mosse?

Una rivalutazione di 'robò'
Stando all'autorevole https://www.etymonline.com/word/robot#e ... ne_v_15132, mentre dal ceco all'inglese il passaggio del termine è stato im-mediato, il passaggio dal ceco all'italiano è stato inter-mediato dal francese, la cui influenza, a quei tempi, superava di gran lunga quella dell'astrato inglese (https://dizionario.internazionale.it/parola/robot). Così si è affermata la pronuncia in 'robò' (o 'robό' che scriver/dir si voglia), e, com'è noto, i sostantivi tronchi hanno sempre saputo di estero, a prescindere che la loro derivazione fosse di origine francese (vedi 'caffè' e affini).
Accogliendo la pronuncia alla francese, non si fa quindi altro che accogliere un uso popolarmente (ma non mediaticamente) consolidato.
A sostegno di questa tesi c'è anche da dire che, esattamente come nei paesi anglofoni (e in numerose altre parti del mondo) il nostro 'bràvo' si pronuncia 'bravò' e non si declina, Noi possiamo permetterci di pronunciare 'robò' invece che 'ròbot' senza fare un torto a Cechi, Inglesi, o ai signori del cinema e della televisione

Questi i motivi etimologici che mi spingono a insistere perché robò venga seriamente riconsiderato come traducente, sia dai dizionarî che l'osteggiano, sia da questa comunità

Derivati (robotico, robottino, (arte) robotica, robotizzare...)
È già stato aperto un prezioso filone denominato «Robotizzare» ~ «robottizzare» (inattivo dal 2015) nel quale si viene a concludere (tramite due interventi di Infarinato) che, per i derivati dai nomi comuni:
e per i derivati dai nomi proprî:il raddoppiamento della consonante finale della base è categorico solo nel caso di basi ultimali uscenti in sillaba semplice caudata, cioè costituita di una sola vocale accentata e di una sola consonante [effettivamente pronunciata] diversa da liquida o nasale /l r m n/» ed eccezion fatta per i casi in cui subentrano fattori analogici.
Mi sembra quindi chiaro che in casi come quelli di sovietico e robotico subentra l’analogia coi moltissimi derivati (di formazione antica e moderna) in -ètico e -òtico.
Quindi, in fin dei conti il motivo per cui si dice 'robotizzare' invece che 'robottizzare' è semplicemente un motivo analogico, quindi pratico. Di qui l'analogia altrettanto pratica che ho già presentato in «Alcune Proposte» (chiuso) con i derivati 'caffettino' < 'caffè' e 'brissottino' < 'Brissot', dimostrazione che nei derivati delle parole tronche un'uscita in -ttino non è così aberrante.[...] se, ceteris paribus, la consonante finale non è una liquida o una nasale, allora si ha raddoppiamento, ma, se è una liquida o una nasale, non è detto che non si abbia.
E così abbiamo messo a posto la questione di 'robottino' che, con robò come traducente, possiamo continuare a scrivere e pronunciare, mentre con 'roboto' no.
Passiamo a 'robotica'. Elevando a regola l'analogia di cui sopra verrebbe da coniare 'robottica', ma rimanendo coi piedi per terra, ciò richiamerebbe impropriamente un composto di -ottica (come 'ortottica') e sarebbe terribilmente erroneo. Quindi come lo possiamo giustificare? Semplicemente tirando fuori un'altra analogia: quella col forestierismo argot, un cui derivato fa appunto 'argotico' con la suffizzazione in -ico (http://www.treccani.it/vocabolario/argo ... ogismi%29/).
Infine, per quanto concerne il meccanismo di formazione dei composti è facile ereditare le modalità dello status quo che si esplicano nell'utlizzo di robo- e non di robot-: 'robo-etica', 'robo-tecnica', 'robo-soldato' ecc. Con 'roboto' come traducente, invece, in suddetti casi il traducente andrebbe troncato, in guisa di eccezione.
Perché quindi forzare il linguaggio comune a digerire un più che raro ed inefficace ròboto quando possiamo sublimare i nostri scopi con poche semplici mosse?
