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Sostantivo per «la qualità di essere astemio»

Inviato: mar, 01 ott 2019 20:00
di G. M.
Ho cercato nei dizionari ma, con una certa sorpresa, non ho trovato nulla. Si potrebbe dire astemìa?

Re: Sostantivo per «la qualità di essere astemio»

Inviato: mar, 01 ott 2019 23:12
di marcocurreli
Anche a me è la prima cosa che mi viene in mente.

Re: Sostantivo per «la qualità di essere astemio»

Inviato: mar, 01 ott 2019 23:15
di Millermann
In effetti, astemía suona piuttosto bene, però... non dovrebbe dare *astemico o *astemioso? :?
Da astemio mi aspetterei qualcosa come *astemiezza o *astemietà, che invece, lo so, sono davvero inascoltabili! :P

Re: Sostantivo per «la qualità di essere astemio»

Inviato: mer, 02 ott 2019 18:07
di marcocurreli
Cercando il suffisso -emia su questo dizionario, ho trovato un solo caso simile: blasfemía come sostantivo di blasfemo.

Re: Sostantivo per «la qualità di essere astemio»

Inviato: gio, 03 ott 2019 12:23
di Carnby
Sobrietà?

Re: Sostantivo per «la qualità di essere astemio»

Inviato: gio, 03 ott 2019 13:59
di valerio_vanni
Carnby ha scritto: gio, 03 ott 2019 12:23Sobrietà?
E' un po' meno specifico.

Re: Sostantivo per «la qualità di essere astemio»

Inviato: gio, 03 ott 2019 16:28
di Marco1971
Ne ho trovato un’occorrenza qui:

Dopo queste organizzazioni astemie, che hanno persuaso milioni d’individui all’astemia assoluta, passiamo ad un periodo caratterizzato da un movimento energico a promuovere l’astemia per legge. (Compte-rendu du XIVe Congrès international contre l’alcoolisme, 1921)

Re: Sostantivo per «la qualità di essere astemio»

Inviato: gio, 03 ott 2019 18:49
di Millermann
In alcuni articoli "pseudoscientifici" il termine astemia è impiegato con naturalezza, quasi esistesse da sempre: esempi qui e qui.
Potrebbe rappresentare, forse, l'unico caso di nome astratto in -ía derivato da un aggettivo in -io... Chissà! :)

Re: Sostantivo per «la qualità di essere astemio»

Inviato: gio, 03 ott 2019 20:51
di Infarinato
La parola «giusta» è/sarebbe astemietà (si pensi a exĭmĭĕtas da exĭmĭus), ma questo nome di qualità non è mai stato usuale, come ci ricorda una monografia del 1989 dedicata all’argomento. ;)

Re: Sostantivo per «la qualità di essere astemio»

Inviato: lun, 15 nov 2021 9:00
di G. M.
Segnalo una nota della Crusca sul tema («Se non bevete il vino siete astemi o astemie ma non potete (ancora) darvi all’astemìa»), uscita pochi giorni fa a firma di Veronica Ricotta. La nota valuta, oltre all'astemìa del titolo, anche astemiezza, astemietà e astemismo (fra l'altro citando lo stesso testo indicato da Infarinato) ma non fa considerazioni sulla correttezza etimologica, e conclude consigliando astemìa:
Per concludere, il vocabolo astemìa non trova attestazioni lessicografiche ma, viste le apparizioni già otto-novecentesche e il progressivo incremento di uso nell’italiano contemporaneo, si presenta come il candidato più accreditato per rappresentare la qualità dell’astemio.
Si fa riferimento anche a questo stesso filone... :wink: ma con un errore di battitura (archyra):
In Google i risultati [per astemìa] sono davvero pochi (circa 250) e sono presenti anche in forum di discussione che si interrogano proprio sull’esistenza della parola assente nei vocabolari (per esempio, www.archyra.org).
(L'indirizzo non è cliccabile all'interno dell'articolo; lo diventa qui in automatico, nel riportarlo).

Re: Sostantivo per «la qualità di essere astemio»

Inviato: gio, 08 set 2022 0:02
di Ferdinand Bardamu
Ho riletto la scheda della Crusca che ha segnalato Giulio. Sono piuttosto perplesso. Il concetto in questione è espresso da una serie di derivati di astemio nessuno dei quali, al momento, prevale sull’altro. In piú, all’incertezza si aggiunge la rarità di ognuna di queste varianti. Fondare la preferenza per astemía (che peraltro costringerebbe a ricorrere all’accento grafico) su di un supposto «progressivo incremento di uso nell’italiano contemporaneo» è francamente poco comprensibile, soprattutto perché si dichiara al tempo stesso che «[i]n Google i risultati [per astemìa] sono davvero pochi (circa 250)».

Quello che però mi sconcerta di piú è la giustificazione di una palese paretimologia:
La forma con suffisso in -ìa potrebbe essere accostata per vicinanza fonica ai derivati in -emìa, suffisso che deriva dal greco e ha il significato di proprietà del sangue e conferisce dunque una sorta di afflato [???] medico a questo sostantivo.
Insomma, si consiglia astemía non per una rigorosa e ponderata analisi etimologica (come quella che ha condotto alla proposta d’Infarinato), ma per un non meglio definito «incremento d’uso» di una parola rarissima, e vi si aggiunge pure, per soprammercato, una paretimologia. :?

P.S.: Vi si cita il nome di una cantina piemontese, L’Astemia Pentita, come attestazione di astemía, ma non trovo da nessuna parte la parola scritta con il segnaccento sull’‹i›. E del resto la lezione astemía sarebbe in contrasto col significato dell’espressione: solo una donna astemia può essere pentita, non certo un concetto astratto.