Premessa lunga: la parola
performance la sento ovunque. Nella mia esperienza personale, in casi in cui si sarebbe potuto parlare più propriamente di ricostruzione, reinvenzione, reimmaginazione, dimostrazione, interpretazione, i commenti sono stati pressoché sempre di questo tenore: «bella
performance», «che
performer» e via dicendo. Anche lezioni e seminari li ho visti e sentiti spesso etichettati come pèrformanss/perfòrmanss. L'espressione mi pare venga usata a momenti per riferirsi a qualsiasi cosa e molto raramente i termini propri tornano a farsi sentire: vale
esibizione,
prestazione,
interpretazione,
intervento,
relazione,
conversazione,
esibizione,
festa/celebrazione/evento,
risultato/rendimento/resa,
spettacolo,
spiegazione...
Nei miei ricordi c'è perfino una persona che si corregge di continuo:. «Il laboratorio... Anzi no la
performance che abbiamo fatto ieri... L'esperienza... Anzi no la
performance di ieri». In ambito universitario, ho addirittura notato con sgomento un fenomeno simile in relazione al termine
challenge, ma torno sul punto...
Per le dette ragioni, tendo a malsopportare la parola
performance e i suoi derivati, talora anche se fonotatticamente italiani, perché li reputo "prestiti sterminatori". Ma dato che, al di là delle mie idiosincrasie, ai terremoti non si sopravvive sbraitando, m'inserirei volentieri in una discussione sui possibili adattamenti del termine di partenza. La Crusca odierna, naturalmente, rinuncia a
performanza perché «non ha attecchito», e il loro Vallauri, a suo tempo, parve bocciare a prescindere qualsiasi parola in -anza (nella sua consulenza su
governanza), sebbene con argomentazioni che reputo sconcertanti...
Ebbene, tutto sommato a me suonerebbe abbastanza spontaneo parlare di
performazione, ed essendoci anche l'aggettivo
performante mi parrebbe analogo a un caso come
abitazione---->
abitante. Potrebbe rivelarsi un'alternativa accattivante per chi (sebbene con motivazioni che reputo discutibili) ha tanto in odio la terminazione in -anza, qualora volessimo essere ottimisti... Che ne direste? Avete qualche obiezione verso questa ipotesi?
Noto ora però che questa parola dà nome a una
scuola di teatro, compare nel titolo di un libro (
Performazione: L’arte e la scienza di impiegare la formazione per far incrementare le performance), in quello di una
rassegna e infine
qui si pretende di definirla come una specifica forma di improvvisazione teatrale. Pressoché in tutti i casi elencati è espressamente dichiarato un gioco di parole con
azione o
formazione (anche contemporaneamente) e l'intento è tendenzialmente promozionale, sensazionalistico o di definizione teorico-pratica in ambito formativo. Ma preciso che, mi ci sono imbattuto controllando se la parola esistesse già da quache parte e, a parte questo casi particolari, il suo non pare avere dei veri e propri precedenti.
Sperando di non essere andato eccessivamente fuori tema, chiudo con questo simpatico
ammonimento trovato in rete.