Enunciati mistilingui italiano-inglese: il tramonto dell’«idioma gentil»?
Inviato: lun, 28 ott 2019 15:45
Vi segnalo l’interessante articolo di Antonio Zoppetti dal titolo «In principio era il verbo, ma alla fine sarà il verb?». Ne traggo qualche spunto in questo filone.
Nei decenni passati gli anglicismi in italiano erano quasi soltanto sostantivi e (in misura molto minore) aggettivi. I verbi erano o calchi semantici (es. realizzare, intrigare nell’accezione di ‹affascinare›, ecc.) oppure derivati, adattati o no alla grafia italiana, come bypassare, targ(h)et(t)izzare. Ora si fa strada una novità: l’uso di anglicismi integrali della categoria dei verbi, cioè verbi inglesi senza desinenze italiane, cosí come si usano nella lingua originale. Si creano cosí ridicole frasi mistilingui in cui l’italiano è accompagnato da espressioni quali —cito dall’articolo— remember, don’t worry¸ relax, vote for me, e via dicendo. Il fenomeno sembra (al momento?) limitato soltanto all’imperativo e vitale solo nella comunicazione sulle reti sociali (in particolare su Twitter).
Mi trova poi d’accordo il discorso di Zoppetti sull’inadeguatezza della categoria di prestito riguardo all’attuale abuso di anglicismi. Mi sembra piú giusto parlare, come fa lui, di trapianti linguistici, dal momento che i termini inglesi che importiamo creano reti di relazioni, tanto che arrivano a dare vita a famiglie di termini, come dimostra la produttività di baby, che potremo quasi chiamare «prefissoide»: baby gang, baby bonus, baby killer, ecc. Che ne pensate?
Nei decenni passati gli anglicismi in italiano erano quasi soltanto sostantivi e (in misura molto minore) aggettivi. I verbi erano o calchi semantici (es. realizzare, intrigare nell’accezione di ‹affascinare›, ecc.) oppure derivati, adattati o no alla grafia italiana, come bypassare, targ(h)et(t)izzare. Ora si fa strada una novità: l’uso di anglicismi integrali della categoria dei verbi, cioè verbi inglesi senza desinenze italiane, cosí come si usano nella lingua originale. Si creano cosí ridicole frasi mistilingui in cui l’italiano è accompagnato da espressioni quali —cito dall’articolo— remember, don’t worry¸ relax, vote for me, e via dicendo. Il fenomeno sembra (al momento?) limitato soltanto all’imperativo e vitale solo nella comunicazione sulle reti sociali (in particolare su Twitter).
Mi trova poi d’accordo il discorso di Zoppetti sull’inadeguatezza della categoria di prestito riguardo all’attuale abuso di anglicismi. Mi sembra piú giusto parlare, come fa lui, di trapianti linguistici, dal momento che i termini inglesi che importiamo creano reti di relazioni, tanto che arrivano a dare vita a famiglie di termini, come dimostra la produttività di baby, che potremo quasi chiamare «prefissoide»: baby gang, baby bonus, baby killer, ecc. Che ne pensate?