«Break dance»

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Re: «Break dance»

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Infarinato ha scritto: mar, 07 feb 2023 15:28ci si possa basare troppo rigidamente sulla distinzione (specifica, non universale) citata dalla voce guichipedica per selezionare il traducente di break dance
Sí, per questo ho evidenziato che la distinzione è presente anche sul Treccani, proprio per ricordare che non è una stravaganza degli estensori della Guichipedía in italiano, ma pressocché universale come distinzione. Il De Mauro ad esempio non introduce tale elemento nella sua definizione (rilevando solo «finalità rituali, estetiche o ludiche»), ma il Battaglia sí:
«Danza, sf. Insieme di movimenti regolati e ritmici del corpo e delle membra coordinati da uno schema coreografico ed eseguiti da un solo ballerino o da una coppia o da un complesso sul ritmo di una musica composta apposita­mente o convenientemente scelta, di cui l’azione figurata vuole interpretare in forme d’arte emo­zioni, sentimenti, situazioni, idee, ecc.».
Subito seguito dalla specificazione che sta a cuore a lei e a domna charola, più popolare: «Nel linguaggio comune: ballo, l’atto del ballare»
che per me rimane —molto letteralmente— un «ballo a scatti»
Anche per me, ma credo che vada approfondito che valore danno a quel «break» i ballerini che lo praticano.
domna charola
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Re: «Break dance»

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Canape lasco ctonio ha scritto: mar, 07 feb 2023 13:26…mentre la peculiarità della danza è proprio il mettere in scena una rappresentazione che ha del teatrale, inteso come immedesimazione in una vita altrui, reale o fittizia che sia).
Mi sembrano tutte affermazioni che nascono dal fatto che troppo spesso i compilatori di enciclopedie e cose simili non sono dei veri esperti dell'argomento di cui parlano, cosa peraltro immaginabile data la vastità di queste opere.

In ambito tecnico si distingue una "danza teatrale" proprio nel momento in cui la danza viene usata per recitare delle storie - cioè fare teatro - e coincide anche con la nascita del professionismo. Ma la danza, appunto, non è mai stata solo quello.
Tant'è che molte danze del repertorio antico o di quello tradizionale mettono in scena vere e proprie situazioni mimate, rappresentano qualcosa, perché quasi mai all'origine la danza è solo movimento ritmico fine a sé stesso. Il fatto è che chi le vede all'esterno del gruppo fa fatica a capire cosa si sta rappresentando, solo perché non ne conosce il linguaggio.
In un certo momento della storia dell'occidente, si sviluppa poi l'idea di usare la danza, così come il canto, per mettere in scena delle storie complesse, con dei protagonisti e degli antagonisti, e quindi la danza viene presa in prestito per sviluppare una specifica forma teatrale, la "danza teatrale" appunto, che guarda caso prende il nome di "balletto" da noi. Il Lago dei cigni è un balletto, non è una danza; e al suo interno contiene invece alcuni brani definiti "danza", durante i quali si rappresenta appunto una danza dandogli una precisa connotazione di tipo etnico.

D'altra parte, mi viene in mante analizzando proprio questo esempio, si ripropone senza rendersene conto l'antica definizione di ballo che già è nei maestri quattrocenteschi e che poi viene seguita da Caroso e successori: ballo o balletto nella cultura coreutica rinascimentale è una danza in cui si susseguono più frasi musicali con misura diversa; in un "ballo" nel Quattrocento può esserci un pezzo in misura quaternaria, uno in saltarello, uno in piva e uno in bassa danza, oppure solo tre o due, ma comunque misure diverse nello stesso ballo; se la misura è unica, si parla di "danza", ad esempio una bassa danza è una danza solo in quella misura, e viene definita appunto "danza". Analogo anche negli autori cinquecenteschi, anche se le misure cambiano, la bassa non si usa più, entra invece la gagliarda e altri tipi, ma sempre assemblati assieme per costituire "balli".
E in effetti, anche nel "balletto" classico, che racconta una storia, si susseguono più brani musicali molto diversi fra loro, proprio perché le variazioni nella misura della musica "raccontano" la storia.
Con tutto ciò, la disciplina relativa al balletto si chiama "danza" classica comunque, indipendentemente dal mettere in scena storie o meno.

Insomma, come dicevo prima, è un ambito delicato per le definizioni, occorrerebbe essere addentro al tipo di danza che si sta analizzando. Comunque, se penso alla break-dance in questione, come disciplina è una danza.
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Re: «Break dance»

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domna charola ha scritto: mar, 07 feb 2023 16:19Tant'è che molte danze del repertorio antico o di quello tradizionale mettono in scena vere e proprie situazioni mimate, rappresentano qualcosa, perché quasi mai all'origine la danza è solo movimento ritmico fine a sé stesso. Il fatto è che chi le vede all'esterno del gruppo fa fatica a capire cosa si sta rappresentando, solo perché non ne conosce il linguaggio.
Scusi ma in che modo la scarsa comprensibilità di ciò che si rappresenta dovrebbe minare l’evidenza che i danzatori intendono rappresentare qualcosa? Forse che un pittore iperrealista si può dire più efficace di un espressionista solo perché i suoi tratti sono più chiari?
la "danza teatrale" appunto, che guarda caso prende il nome di "balletto" da noi. Il Lago dei cigni è un balletto, non è una danza
Balletto appunto, non ballo. E per balletto si ha la definizione di De Mauro: «spettacolo di danza accompagnato da musica», o quella di Battaglia: «Azione scenica espressa per mezzo della danza e della mimica».

Per il resto continua in digressioni di archeologia artistica che non vedo come possano negare che ora, nel 2023, ballo e danza hanno due concezioni diverse di arte (sovrapponibili tanto più non si voglia tener conto delle loro peculiarità). Nei nostri teatri quante rappresentazioni vede di opere del Quattro-Cinquecento? Come si può prendere ad esempio per definire cosa sia danza e cosa ballo una nicchia estrema?
Comunque, se penso alla break-dance in questione, come disciplina è una danza.
Perché? Chi avrebbe mai codificato per iscritto e in modo organico e univoco i movimenti e soprattutto quando mai a quel ballo a scatti è stato dato un qualche valore rappresentativo e quale?
domna charola
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Canape lasco ctonio ha scritto: mar, 07 feb 2023 17:43 Scusi ma in che modo la scarsa comprensibilità di ciò che si rappresenta dovrebbe minare l’evidenza che i danzatori intendono rappresentare qualcosa? Forse che un pittore iperrealista si può dire più efficace di un espressionista solo perché i suoi tratti sono più chiari?
Nel modo che se lo spettatore non capisce che quel gesto rappresenta un personaggio e un'azione contrapposta al gesto di un altro personaggio, perché non conosce il significato e l'evoluzione di quella danza, deduce che si tratta solo di movimenti ripetitivi senza una storia da rappresentare. Quindi si arriva ad affermare che "danza è solo quella che mette in scena una rappresentazione teatrale" e su questa base si scarta dal novero delle danze tutto ciò che apparentemente, e sulla base di conoscenze limitate - non parlo di lei, ma in generale: personalmente ad esempio non conosco e non capisco la danza giapponese quindi mi appare solo come una noiosa ripetizione di esercizi - sembra non rappresentare alcun significato, ma essere solo finalizzata al divertimento personale.
E' una ripartizione che ha fatto lei, e su questa base mi vien da dire che prima di valutare se qualcuno che parla in ostrogoto stia raccontando qualcosa oppure solo blaterando, occorre conoscere l'ostrogoto!
Canape lasco ctonio ha scritto: mar, 07 feb 2023 17:43Balletto appunto, non ballo. E per balletto si ha la definizione di De Mauro: «spettacolo di danza accompagnato da musica», o quella di Battaglia: «Azione scenica espressa per mezzo della danza e della mimica».
Però quello della Scala è un "corpo di ballo" e non un "corpo di danza"…
Ricapitoliamo: danza = azione scenica, teatrale (secondo la sua tesi), però secondo il Battaglia balletto = azione scenica espressa per mezzo della danza, quindi stiamo girando in tondo: balletto = danza espressa per mezzo della danza…
Se si confrontano le definizioni dei vari termini entro il medesimo dizionario - che sia il Treccani o altri - ci si rende conto che si contraddicono, o meglio, che non riescono a darne una definizione chiara e univoca.
Canape lasco ctonio ha scritto: mar, 07 feb 2023 17:43 Per il resto continua in digressioni di archeologia artistica che non vedo come possano negare che ora, nel 2023, ballo e danza hanno due concezioni diverse di arte (sovrapponibili tanto più non si voglia tener conto delle loro peculiarità). Nei nostri teatri quante rappresentazioni vede di opere del Quattro-Cinquecento? Come si può prendere ad esempio per definire cosa sia danza e cosa ballo una nicchia estrema?
Perché ogni manifestazione umana si evolve nel tempo, ha una sua storia, e per poterla comprendere appieno nel suo sviluppo attuale, qui e ora, non si può prescindere a mio avviso dalla conoscenza storica del suo sviluppo. Il gesto che nasce dal nulla, svincolato da qualsiasi legame col passato, come pura ideazione del nuovo da parte di un geniale creatore è rarissimo; più spesso, appare nuovo e dirompente solo perché non si conoscono i fili che lo legano a tutte le manifestazioni precedenti dello stesso genere.
E se, guardando al passato e confrontando con la pratica recente, vedo che casualmente valgono gli stessi ragionamenti, sorge il dubbio che esista un filo conduttore unico, un qualcosa che si sviluppa nel tempo e si evolve senza perdere il contatto con le proprie origini.

Le definizioni "a tavolino" secondo me sono terreno per gli esperti dei vari settori, che definiscono il proprio campo di attività per potervi operare all'interno: sarebbe ridicolo ad esempio che la sottoscritta, totale capra informatica, venisse a sindacare sulla natura e sul come debba essere definita una qualche procedura di programmazione informatica.
Per le attività che già esistono da tempo, e si sono date dal loro interno delle definizioni, trovo sia vano tentare di imporre alcunché dall'esterno. Quello che ci trae in inganno è solo il fatto che dall'esterno ogni cosa appare semplice e racchiudibile in una definizione univoca, mentre più si è addentro a una disciplina o un campo del sapere, e più ci si rende conto che la definizione unica e definitiva non esiste, ma esistono molteplici sfumature che si articolano in funzione del contesto.
Le "nicchie estreme" sono questo in fondo, i singoli contesti che aiutano a capire la complessità di un fenomeno. La danza occidentale ha radici lontane: sino all'altro ieri, intendendo per "Danza" con la D maiuscola quella classica, ci si rifaceva a canoni stabiliti a fine '600; però anche questo è stato superato da nuove elaborazioni, senza per questo buttare alle ortiche tutto il resto. Si continua a danzare i grandi brani classici, e contemporaneamente a percorrere le nuove vie delle varie discipline della "danza contemporanea".
Canape lasco ctonio ha scritto: mar, 07 feb 2023 17:43
Comunque, se penso alla break-dance in questione, come disciplina è una danza.
Perché? Chi avrebbe mai codificato per iscritto e in modo organico e univoco i movimenti e soprattutto quando mai a quel ballo a scatti è stato dato un qualche valore rappresentativo e quale?
Su cosa venga rappresentato nell'attività in discussione, andrebbero sentiti i praticanti; personalmente non credo di saperne abbastanza.
Sul fatto della codificazione scritta, tralascio, perché si aprirebbe un altro lunghissimo fuori tema sulle tradizioni orali e sulle origini della danza: semplicemente, l'Uomo danzava anche prima di porsi il problema di annotare esattamente i relativi movimenti nello spazio.
Sulla notazione del movimento, poi, entriamo in un ginepraio, che o si arriva a linguaggi tipo il Laban, preciso e quasi esauriente ma di difficile applicazione pratica, oppure naufraghiamo su infiniti tentativi, mai completamente esaurienti, tanto da trovarci a interpretare anche le descrizioni delle coreografie più recenti. A questo punto, la danza non esiste perché "codificazioni scritte organiche e univoche" di essa ne esistono veramente pochine…

Sulla definizione di danza = rappresentazione teatrale, occupandomi di storia della danza da quasi vent'anni, pratica compresa, mi sento di dissentire, come già scritto sopra. Non c'è una definizione univoca tagliata con l'accetta, potremmo discutere per una vita di ciò.
Resta il fatto che tutte le discipline afferenti alla categoria dell'agitarsi a suon di musica vengono raggruppate sotto la definizione di "danza" (antica, moderna, classica, del ventre, acrobatica, di società etc. etc.).
Il mio dubbio invece è che l'intoppo sia in un pregiudizio di base verso un'attività percepita come "da ragazzotti da strada" quindi non degna di essere valutata nel suo complesso, ma solo atta a suscitare disapprovazione.
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Re: «Break dance»

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domna charola ha scritto: mer, 08 feb 2023 11:11Nel modo che se lo spettatore non capisce che quel gesto rappresenta un personaggio e un'azione contrapposta al gesto di un altro personaggio, perché non conosce il significato e l'evoluzione di quella danza, deduce che si tratta solo di movimenti ripetitivi senza una storia da rappresentare. Quindi si arriva ad affermare che "danza è solo quella che mette in scena una rappresentazione teatrale" e su questa base si scarta dal novero delle danze tutto ciò che apparentemente, e sulla base di conoscenze limitate [...] sembra non rappresentare alcun significato, ma essere solo finalizzata al divertimento personale.
Ribadisco che questo è un problema del neofita o del non interessato al tema. Ossia che un Kandinskij non è un semplice scarabocchio solo perché l’uomo della strada lo percepisce come tale.
E' una ripartizione che ha fatto lei, e su questa base mi vien da dire che prima di valutare se qualcuno che parla in ostrogoto stia raccontando qualcosa oppure solo blaterando, occorre conoscere l'ostrogoto!
Pur non conoscendo nulla della danza, non mi sovvengono campionati del mondo di «étoiles». Lo stesso non può dirsi per i «breakdancers», ma se non è cosí ed esistono competizioni sportive per étoiles pronto a scusarmi! L’azienda che supporta economicamente tale competizione mondiale fa una digressione sul senso della «breakdance» senza mai accennare ad una qualche volontà rappresentativa di alcunché. Certo potrebbe darsi che non lo faccia perché il suo fine è solo promuovere un presunto filone sportivo della disciplina, contrapposto ad uno artistico-teatrale, per cui se ha evidenze di ciò può portarle.
https://www.redbull.com/us-en/history-of-breakdancing

Per ora le riporto alcuni passi piuttosto illuminanti:

«Breakdancing is thought to be inspired by the performances of James Brown. Street corner DJs would take the breaks of dance records and string them together to give dancers a chance to show off their moves. Breakers would choose elements from sports and other dances, including gymnastics, the Lindy Hop, capoeira, and disco.
There's more to the history of breakdancing than just dancing, though, a background story that's far more interesting. Some say the breaking we know today started as a way for rival street gangs to settle disputes. Dancers from each gang would show off their moves, and the one with the most innovative and complex moves was determined to be the winner»

«Breaking for the most part is improvisational, without standard steps or moves. Breakers usually focus on creativity, movement, energy, and even elements of danger.».
Canape lasco ctonio ha scritto: mar, 07 feb 2023 17:43Però quello della Scala è un "corpo di ballo" e non un "corpo di danza"…
Però se visita il sito di tale «Corpo di Ballo» scoprirà che si autodefinisce «Balletto della Scala» e usa «Corpo di Ballo» solo per ragioni storiche e di uso comune dell’espressione:
«L’attuale Balletto del Teatro alla Scala vanta un passato glorioso le cui radici affondano nei secoli precedenti alla settecentesca inaugurazione, nel 1778, del più celebre Teatro musicale del mondo, che è tuttora la sua sede. [...] Intanto l’intero Balletto della Scala andava accrescendo la propria visibilità
Fonte: https://www.teatroallascala.org/it/la-s ... toria.html
Ricapitoliamo: danza = azione scenica, teatrale (secondo la sua tesi), però secondo il Battaglia balletto = azione scenica espressa per mezzo della danza, quindi stiamo girando in tondo: balletto = danza espressa per mezzo della danza…
No, semmai balletto = spettacolo espresso per mezzo della danza.
Canape lasco ctonio ha scritto: mar, 07 feb 2023 17:43Perché ogni manifestazione umana si evolve nel tempo, ha una sua storia, e per poterla comprendere appieno nel suo sviluppo attuale, qui e ora, non si può prescindere a mio avviso dalla conoscenza storica del suo sviluppo.
Certo che non si può prescindere dal suo passato, ma neppure dal suo presente: lei si sta concentrando solo sul passato non considerando il presente.
Le definizioni "a tavolino" secondo me sono terreno per gli esperti dei vari settori, che definiscono il proprio campo di attività per potervi operare all'interno
Infatti non ho nessuna preclusione a riconsiderare le mie valutazioni se qualcuno porterà elementi utili a dimostrare che i «breakdancer» pensano di effettuare una danza, e come tale di rappresentare qualcosa.
Per le attività che già esistono da tempo, e si sono date dal loro interno delle definizioni, trovo sia vano tentare di imporre alcunché dall'esterno.
Però occorre avere evidenze che si siano date al loro interno definizioni coerenti e condivise. Il fatto che in un’altra lingua usino il termine «dance» non è in alcun modo vincolante per la percezione italiana (e con questo mi riallaccio anche a quanto scritto da Infarinato).
Le "nicchie estreme" sono questo in fondo, i singoli contesti che aiutano a capire la complessità di un fenomeno.
Così facendo però non potrebbe definire in modo compiuto neppure un concetto come «armonia tonale», perché dubito direbbe che al suo orecchio la dodecafonia sia armonica: il suo cervello non glielo consentirebbe.
Canape lasco ctonio ha scritto: mar, 07 feb 2023 17:43Su cosa venga rappresentato nell'attività in discussione, andrebbero sentiti i praticanti; personalmente non credo di saperne abbastanza.
Proverò a contattarne a questo punto.
la danza non esiste perché "codificazioni scritte organiche e univoche" di essa ne esistono veramente pochine…
Con buona pace dell’equipollenza di un diploma dell’Accademia nazionale di danza ad una laurea o ad una laurea magistrale.
Sulla definizione di danza = rappresentazione teatrale, occupandomi di storia della danza da quasi vent'anni, pratica compresa, mi sento di dissentire, come già scritto sopra. Non c'è una definizione univoca tagliata con l'accetta, potremmo discutere per una vita di ciò.
Cosí come non esiste una definizione accettata da chiunque di arte. Eppure ne esistono di largamente condivise e io a quelle punto.
Resta il fatto che tutte le discipline afferenti alla categoria dell'agitarsi a suon di musica vengono raggruppate sotto la definizione di "danza" (antica, moderna, classica, del ventre, acrobatica, di società etc. etc.).
Raggruppate da chi?
Il mio dubbio invece è che l'intoppo sia in un pregiudizio di base verso un'attività percepita come "da ragazzotti da strada" quindi non degna di essere valutata nel suo complesso, ma solo atta a suscitare disapprovazione.
Si figuri che sono un appassionato di giocoleria da quasi ventotto anni, e che sento da una vita chiamare le clave «birilli» (probabilmente lo fa anche lei: nulla di grave beninteso). Con questo forse stupirò alcuni qui che oramai mi percepiscono come un reazionario di ultradestra (che tra l’altro non ho mai votato, mentre ahimè ho avuto la sventura di votare la sinistra estrema: errori di gioventú) solo perché ricordo la follia imperante nella quasi totalità della sinistra (italiana ed estera). Potrò mai avere pregiudizi per un’attività che è vista certamente meglio della mia, spesso associata a pagliacci e uomini senza radici quali i circensi (che ovviamente conosco in abbondanza), e ora ulteriormente minata nella sua immagine da coloro che «fanno cappello» ai semafori delle grandi arterie cittadine (riprendendo una triste abitudine sudamericana, che in un contesto povero come quello può pure avere un senso. E le assicuro che ai semafori del Cile o del Brasile può trovare gente con tecnica mostruosa, che ad ogni semaforo rosso le mostrerà 9 palline o 7 clave, o schemi a lanci differenziati a 5, 6 o 7 oggetti, matematizzati nei cosiddetti «siteswap», che non vedrà neppure al Cirque du Soleil)?
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Re: «Break dance»

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Canape lasco ctonio ha scritto: mer, 08 feb 2023 12:22 Ribadisco che questo è un problema del neofita o del non interessato al tema. Ossia che un Kandinskij non è un semplice scarabocchio solo perché l’uomo della strada lo percepisce come tale.
Insomma, intendo dire che, in generale chi conosce determinati tipi di danza vi riconosce anche la loro rappresentatività scenica, anche se per il neofita sembrano semplici scarabocchi.

Canape lasco ctonio ha scritto: mer, 08 feb 2023 12:22 Pur non conoscendo nulla della danza, non mi sovvengono campionati del mondo di «étoiles». Lo stesso non può dirsi per i «breakdancers», ma se non è cosí ed esistono competizioni sportive per étoiles pronto a scusarmi!
Non so cosa siano le étoiles ( :twisted: ), comunque la F.I.D.S. - Federazione Italiana Danza Sportiva - riconosciuta dal CONI come ente nazionale preposto alle discipline della danza - prevede anche la danza classica sportiva, con relative gare maschili, femminili, miste, in singolo e in doppio; il tutto a fianco di molteplici altre discipline, caratterizzate dal collegamento movimento-suono, che definisce sempre "danze"

https://www.federdanza.it/gare/eventi/m ... ne?id=110

In tutti questi casi, il termine "danza" non viene riferito al fatto che le performance (1 a 1 :lol: ) rappresentino teatralmente una storia o dei caratteri (nonono... questo è proprio brutto, volevo dire dei personaggi), ma semplicemente all'attività in sé, anche quando declinata come competizione sportiva.
In questo senso parlo di definizioni che nascono all'interno di un mondo, fra persone che ne conoscono tutte le sfaccettature: se la federazione danza chiama danza quella serie di attività o discipline, mi adeguo. Oppure promuovo una raccolta di firme affinché detta federazione emendi il proprio errore, ridenominandosi Federazione Italiana Ballo Sportivo.

Canape lasco ctonio ha scritto: mar, 07 feb 2023 17:43 Però se visita il sito di tale «Corpo di Ballo» scoprirà che si autodefinisce «Balletto della Scala» e usa «Corpo di Ballo» solo per ragioni storiche e di uso comune dell’espressione:
...appunto, nell'uso comune proprio per la danza classica da spettacolo si usa "corpo di ballo", altra prova a favore del fatto che c'è molta ambiguità nei due termini.

Canape lasco ctonio ha scritto: mar, 07 feb 2023 17:43
Per le attività che già esistono da tempo, e si sono date dal loro interno delle definizioni, trovo sia vano tentare di imporre alcunché dall'esterno.
Però occorre avere evidenze che si siano date al loro interno definizioni coerenti e condivise. Il fatto che in un’altra lingua usino il termine «dance» non è in alcun modo vincolante per la percezione italiana (e con questo mi riallaccio anche a quanto scritto da Infarinato).
Si veda sopra. Poi ci sono anche tutti i vari testi che approfondiscono storia della danza sino alla contemporaneità, e caratteristiche dei vari tipi - scritti da ricercatori e docenti che hanno ben chiaro il campo di cui stanno operando - che appunto fanno riferimento a "danza", quindi che cosa si intenda fra gli addetti ai lavori è piuttosto ben definito.
Canape lasco ctonio ha scritto: mar, 07 feb 2023 17:43
la danza non esiste perché "codificazioni scritte organiche e univoche" di essa ne esistono veramente pochine…
Con buona pace dell’equipollenza di un diploma dell’Accademia nazionale di danza ad una laurea o ad una laurea magistrale.
Si stava discutendo questa affermazione "Chi avrebbe mai codificato per iscritto e in modo organico e univoco i movimenti e soprattutto quando mai a quel ballo a scatti è stato dato un qualche valore rappresentativo e quale?".
E quello che volevo significare nel ribattere è che non è necessario avere una codificazione scritta organica e univoca dei movimenti per definire qualcosa come "danza". Di fatto in molti tipi di danze la codificazione dei movimenti è incompleta o non univoca, e non per questo le consideriamo non-danze. Indipendentemente dal fatto che si studino, che se ne scriva e che esistano università e diplomi.

Canape lasco ctonio ha scritto: mar, 07 feb 2023 17:43
Resta il fatto che tutte le discipline afferenti alla categoria dell'agitarsi a suon di musica vengono raggruppate sotto la definizione di "danza" (antica, moderna, classica, del ventre, acrobatica, di società etc. etc.).
Raggruppate da chi?
Ad esempio dalla apposita Federazione che si definisce così (si veda sopra), nonché dal dire comune (danza del ventre, danza di società, danza moderna etc. e non ballo del ventre, ballo moderno etc.).

Ma stiamo ormai perdendo di vista la questione di origine, che era relativa alla natura della "break-dance", come si evince dal suo intervento iniziale:
Canape lasco ctonio ha scritto: mar, 07 feb 2023 17:43 «Danza» è un po’ forzato, non essendoci alcuna rappresentazione: è piú cioè un «ballo metropolitano», anche se poi spesso si ritrova la denominazione di danza, perché nel parlato comune non si va certo per il sottile e salta completamente il riferimento alla rappresentatività del danzatore e dei suoi movimenti.
Quello che sto mettendo in discussione è che la discriminante fra danza e ballo sia che con la prima si rappresenti qualcosa mentre se non c'è rappresentazione è solo "ballo".
Questa è una cosa molto opinabile, e che soprattutto non trova riscontri univoci nemmeno fra gli addetti al settore, come comprovano le ultime pagine di botta e risposta a colpi di citazioni ed esempi... nel momento in cui i termini non sono ben definiti in sé, discutere su quale termine sia più adatto è abbastanza discutibile.

Resta il fatto che la suddetta Federazione Danza Sportiva include anche la "break-dance" fra le sue discipline, e la definisce un "tipo di danza".

https://www.federdanza.it/area-sport/st ... lina-break
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Re: «Break dance»

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domna charola ha scritto: mer, 08 feb 2023 15:01 Quello che sto mettendo in discussione è che la discriminante fra danza e ballo sia che con la prima si rappresenti qualcosa mentre se non c'è rappresentazione è solo "ballo".
…E quello che io metto in discussione, caro il mi’ @Canape lasco ctonio, è che Lei, di danza, ne sappia di piú della nostra domna Charola. Direi che è arrivato per Lei il momento di chetarsi (e di smetterla con oziosi fuori tema). Grazie.
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Re: «Break dance»

Intervento di Utente cancellato 676 »

Infarinato ha scritto: mer, 08 feb 2023 15:12Direi che è arrivato per Lei il momento di chetarsi (e di smetterla con oziosi fuori tema). Grazie.
Che siano fuori tema è una sua personalissima convinzione, nulla più, visto che il tema è il traducente di «break dance». Ma questo lo sa da sé!
Tra l’altro richiama in continuazione la necessità di rifarsi a dizionari autorevoli e affidabili e tutti, tranne il De Mauro, effettuano la distinzione che sto applicando anche io. Ma in questo caso la loro autorevolezza e la loro affidabilità si scontrerebbe contro il pensiero di una appassionata, e quindi la perdono magicamente. :mrgreen:

Comunque invito domna Charola (e Infarinato, se vuole, visto che fa appello al principio di autorità) a leggersi questo articolo di altra donna preparata sul tema, dipendente di una scuola di danza, che distingue ballo, danza e danza sportiva, contemplando pure dunque l’ultimo tema trattato da Charola): https://www.associazionedanzapiu.it/il- ... ola-danza/
Ultima modifica di Utente cancellato 676 in data mer, 08 feb 2023 18:45, modificato 2 volte in totale.
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Re: «Break dance»

Intervento di Infarinato »

Canape lasco ctonio ha scritto: mer, 08 feb 2023 15:27 Che siano fuori tema è una sua personalissima convinzione, nulla più, visto che il tema è il traducente di «break dance». Ma questo lo sa da sé!
Incaponirsi su opinabili (e comunque poco rilevanti) distinzioni fra ballo e danza volendo avere a tutt’i costi l’ultima parola con chi ne sa palesemente piú di Lei è andare fuori tema (anzi, fuori fòro), ma questo di sicuro lo sapeva di già. ;)
brg
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Re: «Break dance»

Intervento di brg »

È comunque innegabile che danza e ballo abbiano connotazioni significativamente differenti. A ballare possono essere un dente, un armadio, un tizio con la vescica gonfia, ma nessuno di questi danza. Un pattinatore particolarmente aggraziato e leggiadro danza sul ghiaccio, ma non balla. Il tutto quindi dipende dalla percezione che si ha di questa "break dance": se si pensa che sia un esercizio di leggiadria e finezza, la si può benissimo chiamare danza, per tutti gli altri va bene ballo.
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Re: «Break dance»

Intervento di Infarinato »

brg ha scritto: mer, 08 feb 2023 15:43 È comunque innegabile che danza e ballo abbiano connotazioni significativamente differenti.
In alcuni contesti, sí; in altri, meno; in altri ancora, no. Si veda quanto già detto, assai competentemente (anche sul piano diacronico), da domna Charola.
brg ha scritto: mer, 08 feb 2023 15:43Il tutto quindi dipende dalla percezione che si ha di questa "break dance": se si pensa che sia un esercizio di leggiadria e finezza, la si può benissimo chiamare danza…
…o se è in qualche modo «codificata» (non necessariamente per iscritto) etc. Per favore, però, non riapriamo il fuori tema. Grazie. :)
brg
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Re: «Break dance»

Intervento di brg »

Credo che bisognerebbe parlare coi praticanti per sapere se questi usano il termine "ballare" oppure "danzare" in riferimento alla loro attività. Questo taglierebbe la testa al toro.
Fuori tema
Infarinato ha scritto: mer, 08 feb 2023 16:12 In alcuni contesti, sí; in altri, meno; in altri ancora, no. Si veda quanto già detto, assai competentemente (anche sul piano diacronico), da domna Charola.
L'apparente incoerenza nell'uso mi pare facilmente spiegabile con la varia origine delle espressioni. "Danzare" è un gallicismo di origine germanica, mentre "ballare" è termine autenticamente italiano in quanto derivato dal latino ed a sua volta dal greco, pertanto già in uso prima dell'acquisizione dell'altro. Quindi il "balletto" si chiama così perché è nato in Italia, mentre la "bassa danza" si chiama così perché è nata in Francia ecc.
Tuttavia non vi è alcun dubbio che sin dall'inizio sia stata attribuita una differente connotazione alle due parole, che si è mantenuta costante negli ultimi sette secoli o giù di lì, a parte le già citate incoerenze derivanti da adattamenti poco accorti o da reliquie linguistiche o da accessi di purismo. Questa differenza ce la spiega il Tommaseo alla voce "danza":
Danza è ballo ordinato con più arte
Il GRADIT coerentemente riporta alla voce "danzare":
ballare [...] ma con uso meno popolare
Tutto ciò coincide con l'osservazione di Carl Darling Buck a proposito di "danser" nel suo "A Dictionary of Selected Synonyms in the Principal Indo-European Languages":
In part the loanword from French is used mainly with reference to fashionable dancing while the older native word persists in use with reference to folk-dancing
Insomma "danzare" sta a "ballare" come un "hair-stylist" (od un "coiffeur" per chi è più anzianotto) sta ad un "parrucchiere" e questo da sempre.

Anzi, da prima di sempre. Ballare viene dal greco βάλλω e βαλλίζω, mentre danser da una radice germanica che forse ha a che fare col mettersi in fila. Difatti il "Trésor de la langue française" ci spiega che:
Ce terme [danse] qui désigne, par opposition aux représentants de ballare (bal*), des formes de danse élégantes et assez solennelles [...]
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Re: «Break dance»

Intervento di Infarinato »

brg ha scritto: mer, 08 feb 2023 21:09 Credo che bisognerebbe parlare coi praticanti per sapere se questi usano il termine "ballare" oppure "danzare" in riferimento alla loro attività.
Nessuno dei due. Ovviamente, dicono «fare (della) break dance».
Fuori tema
brg ha scritto: mer, 08 feb 2023 21:09 Insomma "danzare" sta a "ballare" come un "hair-stylist" (od un "coiffeur" per chi è più anzianotto) sta ad un "parrucchiere" e questo da sempre.
Appunto. Quindi, semmai, i cultori della break dance preferiranno definirla una «danza».

A quanto pare, il mio invito a non proseguire nel fuori tema non è stato recepito, peraltro contrapponendo alle argomentazioni di chi ha un’esperienza ventennale del settore (anche sul piano storico e filologico) le ben note definizioni dei dizionari e l’altrettanto nota etimologia dei termini in questione. Chiudo pertanto il filone. Grazie a tutti gl’intervenuti.
Chiuso

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