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«Lockdown»

Inviato: ven, 20 mar 2020 16:24
di G.B.
E con la diffusione del coronavirus
si diffondono
anche nuovi forestierismi.
Wikipedia ha scritto: A lockdown is an emergency protocol that usually prevents people or information from leaving an area.
Molteplici le possibilità traduttive: misure restrittive, protocollo o misure d'emergenza.

Pareri al riguardo?

Re: «Lockdown»

Inviato: ven, 20 mar 2020 16:38
di G. M.
Io userei (e in questi giorni uso) banalmente blocco; magari è generico, ma finora in tutti i contesti in cui ho incontrato il forestierismo si sarebbe potuto usare benissimo senza rimetterci in precisione.

Re: «Lockdown»

Inviato: sab, 21 mar 2020 15:55
di Infarinato
G.B. ha scritto: ven, 20 mar 2020 16:24
Wikipedia ha scritto: A lockdown is an emergency protocol that usually prevents people or information from leaving an area.
Molteplici le possibilità traduttive: misure restrittive, protocollo o misure d'emergenza.

Pareri a riguardo?
Fuori tema
Al riguardo! :evil:
No, l’elemento distintivo è «that usually prevents people or information from leaving an area», non «emergency protocol». ;)

Quindi, certo, blocco, chiusura, isolamento [forzato], relegazione, confinamento.

Re: «Lockdown»

Inviato: dom, 22 mar 2020 11:19
di G.B.
Infarinato ha scritto: sab, 21 mar 2020 15:55 No, l’elemento distintivo è «that usually prevents people or information from leaving an area», non «emergency protocol». ;)
Chiaro, mio errore semantico.

Re: «Lockdown»

Inviato: mer, 25 mar 2020 8:07
di G. M.
Vi segnalo l'articolo di Gramellini (Lamento di un «Loccodannato») sul Corriere di oggi.

[Poscritto del 26.3.2020]
Segnalo anche la nota della Fundéu, di oggi, che raccomanda (a seconda del significato) confinamiento e cierre 'chiusura'.

Re: «Lockdown»

Inviato: mar, 28 apr 2020 21:12
di Ferdinand Bardamu
Vi segnalo la trascrizione dell’intervista a Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca, concessa alla trasmissione radiofonica Un giorno da pecora. In particolare, vorrei sottolineare questo passo:

“Tutto ciò che è avvenuto attorno al Coronavirus ha scatenato degli tsunami linguistici, sono entrate le parole straniere più stravaganti”.
Quali, ad esempio? “Lo stesso termine lockdown che ora è diventato molto famigliare, ma che ad esempio spagnoli e francesi non hanno utilizzato [grassetto mio :roll: ]”. In Italiano come lo avremmo potuto tradurre? “Con confinamento, esattamente come hanno fatto, nella loro lingua, spagnoli e francesi”.


Bravo, dice bene. Ma ormai è un pelino troppo tardi…

Re: «Lockdown»

Inviato: mar, 28 apr 2020 21:57
di Marco1971
Il caso di lockdown si riallaccia a una tendenza molto presente e profonda, che spinge non solo all’abbandono del lessico esistente disponibile e deputato a esprimere i concetti che si vogliono designare con parole altrui, ma, anche, direi, a credere di esprimere, attraverso il forestierismo, un concetto nuovo. Ho fatto di recente l’esempio di range per fascia/intervallo/sfera/raggio (ecc. secondo i casi), e ce ne sono centinaia. Con questa tendenza verranno sostituite sempre piú parole del lessico comune, soprattutto sostantivi.

Tutto questo procede da una conoscenza sommaria dell’italiano da una parte, e dall’altra, dalla volontà di usare l’anglicismo anche quando esiste già il corrispettivo, sentito, per una distorta percezione della realtà semantica, come meno preciso rispetto al forestierismo. Ma la precisione, come ben sa chi sa ben, non dipende mai dal significante, ossia dalla struttura fisica della parola; dipende sempre dal suo (spesso disconosciuto) esatto significato.

È sintomatico che questo fenomeno esagerato susciti perfino l’attenzione all’estero, ad esempio in quest’articolo di cinque anni fa (e pazienza, manca l’accento su così o cosí nel titolo e una c in arlecchino, pochi errori in confronto a quelli di francese nella stampa italiana). E spesso, mi è stato chiesto: «Ma come? Non avete in italiano una parola per dire computer, account, password?» Nelle liste dei vocabolari multilingui la cosa risulta molto palese, tanto che ci si chiede se serva davvero la sezione italiana, visto che, per rivolgersi a un italiano, oggi, basta spesso quella inglese.

Re: «Lockdown»

Inviato: gio, 02 lug 2020 19:40
di Rollo Tomasi
Per la serie "meglio tardi che mai" : https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca ... PVCwM.html

Ma tipo pensarci prima? L'ammissione di colpa va bene, però sarebbe il loro lavoro intervenire prima di subito nel combattere certi forestierismi, di cui questo è uno dei più fastidiosi.

Re: «Lockdown»

Inviato: gio, 02 lug 2020 21:36
di Marco1971
L’Accademia della Crusca, per quanto riguarda il presente e il futuro della lingua, serve a ben poco: l’essenziale della sua attività è incentrata sullo studio della lingua del passato. Nulla da ridire sulla nobiltà di tali studi, ma dovrebbe ribattezzarsi Istituto di Ricerca sulla Lingua Italiana – IRLI, anziché usurpare un nome storico di cui non assolve i compiti.

Sull’argomento secondo il quale si giustifica il maschile per COVID, mi domando quante persone usano quotidianamente la parola morbo invece di malattia/infezione/patologia... Naturalmente si può tentare di giustificare quasi tutto, ma forse qui il tentativo appare poco convincente.

Re: «Lockdown»

Inviato: mer, 23 feb 2022 16:47
di Ferdinand Bardamu
Nel numero 4 del 2020 della rivista Limes (uscito il 15 maggio del 2020), a pagina 266, nell’articolo «Un vincolo interno per il vincolo esterno» di Paolo Peluffo, si legge (grassetto mio):

Siamo nel pieno di una crisi sistemica, causata da un’epidemia dovuta a un virus sconosciuto proveniente dalla Cina che ha colpito l’Italia più di ogni altro paese europeo, fronteggiato dalle autorità con drastiche misure di segregazione sociale, con il fermo amministrativo di tutte le attività economiche di severità senza precedenti, superiore a quelle di tutti gli altri paesi europei.

Ora, la parola segregazione può avere una connotazione irrimediabilmente negativa, visto che, unita all’aggettivo razziale, si riferisce a uno dei provvedimenti piú infami della storia; tuttavia, è (o meglio, stando al Treccani, era) in uso proprio in medicina: segregazione di malati contagiosi.

Re: «Lockdown»

Inviato: mer, 23 feb 2022 18:36
di G. M.
Sì, segregazione mi sembra essere molto connotato; come già diceva Marazzini (ma senza il suo "sì però no"), mi atterrei a confinamento, che mi sembra più neutro e più "morbido", rendendo meglio istintivamente l'idea di ciò che sono state e in piccola parte sono ancora le restrizioni.

Nella IATE la voce per l'inglese lockdown ha lockdown anche in italiano (unica fra le lingue romanze a usare l'anglicismo, tipico); ma per lockdown measures c'è (anche) misure di confinamento, e per lifting lockdown measures c'è (anche) revoca delle misure di confinamento.

Re: «Lockdown»

Inviato: mer, 23 feb 2022 19:18
di Carnby
Io ho usato anche chiusure e mi hanno capito tutti.