«Egida»
Inviato: dom, 19 apr 2020 22:11
Pare proprio che egida sia una parola ostica per tutti. Dodici anni fa l’allora ministro della pubblica istruzione Gelmini intervenne in senato ricordando che «il libro bianco sulla scuola, [fu scritto] sotto l’/eˈʤida/ dei ministri Fioroni e Padoa-Schioppa». Questa pronuncia errata sembra un peccato veniale rispetto allo strafalcione che mi è capitato di sentire qui al minuto 21:41: che mai vorrebbe dire «sotto l’egida del coronavirus»?
Pensavo fosse una svista occasionale, e invece, cercando su Google, se ne trovano alcuni altri risultati (pochi, per fortuna):
[…] [I] destinatari sono quelle persone che in un giorno di festa sotto l’egida del coronavirus altro di meglio non hanno trovato se non andare a passeggiare sui lungadige.
Ma pochi osservatori, sembrerebbe, stanno pensando a cosa vuol dire vivere sotto l’egida del Coronavirus per chi soffre di povertà abitativa, perché può anche essere bello stare di più a casa, ammesso che la casa sia un luogo ospitale.
Il coronavirus si espande nel mondo. Dietro i primi casi sparsi nei vari Stati c’è un dato comune: si tratta spesso di italiani giunti nei Paesi. Il primo contagiato italiano all’estero si trova in Nigeria, rientrato da Milano il 25 febbraio e affetto dal coronavirus. Non solo lo stato di Lagos, ma anche l’Olanda è vittima dello stesso destino. A Tilburg, nel Sud dei Paesi Bassi, è risultata positiva una persona rientrata anche lei da poco dal nord Italia. E ancora, passano sotto l’egida del coronavirus anche la Francia e la Lituania.
Delle due l’una. O è un’antifrasi bislacca e inopportuna (può qualsiasi cosa avvenire sotto la protezione, la salvaguardia, ecc. di un virus letale?) oppure egida è usato soltanto per elevare il registro.
Pensavo fosse una svista occasionale, e invece, cercando su Google, se ne trovano alcuni altri risultati (pochi, per fortuna):
[…] [I] destinatari sono quelle persone che in un giorno di festa sotto l’egida del coronavirus altro di meglio non hanno trovato se non andare a passeggiare sui lungadige.
Ma pochi osservatori, sembrerebbe, stanno pensando a cosa vuol dire vivere sotto l’egida del Coronavirus per chi soffre di povertà abitativa, perché può anche essere bello stare di più a casa, ammesso che la casa sia un luogo ospitale.
Il coronavirus si espande nel mondo. Dietro i primi casi sparsi nei vari Stati c’è un dato comune: si tratta spesso di italiani giunti nei Paesi. Il primo contagiato italiano all’estero si trova in Nigeria, rientrato da Milano il 25 febbraio e affetto dal coronavirus. Non solo lo stato di Lagos, ma anche l’Olanda è vittima dello stesso destino. A Tilburg, nel Sud dei Paesi Bassi, è risultata positiva una persona rientrata anche lei da poco dal nord Italia. E ancora, passano sotto l’egida del coronavirus anche la Francia e la Lituania.
Delle due l’una. O è un’antifrasi bislacca e inopportuna (può qualsiasi cosa avvenire sotto la protezione, la salvaguardia, ecc. di un virus letale?) oppure egida è usato soltanto per elevare il registro.