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Inviato: gio, 25 lug 2013 15:19
di Carnby
PersOnLine ha scritto:Ricordo di aver letto che, quando si stava discutendo d'inserire la lingua italiana come lingua ufficiale in Costituzione, le principali motivazioni contrarie della sinistra furono che ci sarebbe stato il rischio - udite! udite! - di subordinare la concessione della cittadinanza alla previa conoscenza della lingua italiana: come se conoscere la lingua del paese (cioè avere la capacità di comprendere e comunicare) di cui vuoi far parte fosse di nessuna importanza.
La faccenda non è così semplice: ci sono molti Paesi (tra cui gli Stati Uniti e il Regno Unito) che non hanno una lingua ufficiale sancita dalla legge. Altri come la Nuova Zelanda hanno una lingua ufficiale (il māori) parlata da una piccola percentuale della popolazione, mentre si usa correntemente, anche a livello legale, l'inglese. Ancora più complicata è la situazione spagnola, dove un tempo lo spagnolo castigliano era la sola lingua ufficiale ma oggi ci sono anche basco, catalano, valenzano (dialetto catalano), gallego, aranese (varietà guascona) che hanno uno statuto di coufficialità, mentre asturiano, leonese e aragonese hanno una sorta di riconoscimento speciale.
A mio avviso non sarebbe una buona idea quella di mettere in Costituzione l'italiano come lingua ufficiale. Meglio accettarla come lingua nazionale di fatto e stabilire una grammatica e un lessico ufficiale (depurato da forestierismi :D ) da usare negli atti pubblici.

Inviato: gio, 25 lug 2013 15:33
di domna charola
Mi sembra però che ci siano delle sostanziali differenze. Le varie lingue della penisola iberica, ad esempio, sono parlate nelle varie zone dai nativi, che peraltro in genere conoscono anche lo spagnolo ufficiale.
Qui invece abbiamo a che fare con nativi che parlano bergamasco, bresciano romano, anconetano, *canicattichese etc. e anche la lingua ufficiale italiana, mentre la categoria "cittadini", con tutti i diritti e doveri, si sta ampliando a persone che non comprendono assolutamente alcun idioma del territorio in cui vivono. Però devono obbedire alle sue leggi e decidere il suo destino.
Quindi, posso essere d'accordo sulla questione "lingua ufficiale" o meno, in linea teorica, ma non concordo sui paragoni con altre situazioni. Così come mi sembrerebbe il minimo pretendere che un cittadino comprenda le comunicazioni ufficiali del paese di cui fa parte.

Oggi come oggi, stiamo già affrontando i costi per tradurre in opuscoli di base, rivolti agli stranieri, le normative principali; su questa strada, quando un cittadino non parlante italiano verrà sorpreso a trasgredire una legge, potrà difendersi dicendo che quel particolare comma non era stato tradotto nella sua lingua, quindi non poteva conoscerlo. E avrebbe ragione.

Va completamente capovolta l'ottica. Abbiamo vagonate di leggi scritte da italiani in italiano perché siamo in Italia. Già sono perplessa sentendo proposte tipo "traduzione nei dialetti locali", figuriamoci se dobbiamo anche farlo rivolgendoci agli idiomi esterni!

Inviato: dom, 28 lug 2013 12:41
di Manutio
19 luglio 2013: in una trasmissione radiofonica dedicata alla scienza, un ospite parla di una ‘scuola estiva’ che si sta tenendo presso un’università italiana, su un argomento di grande attualità. Faccio appena in tempo a rallegrarmi che non abbia parlato, al solito, di ‘summer school’, che la stessa persona passa a spiegare i criteri con cui vengono selezionati gli applicanti. Credevo di averla fatta franca, ma il virus MA non perdona. (Propongo di chiamare cosí il morbus anglicus, analogamente a HIV et sim.)

Inviato: lun, 05 ago 2013 8:45
di domna charola
Spiegatemi perché... perché una distinta signora, di un certo livello anche culturale, con un buon eloquio in italiano, seduta al tavolo di un ristorante cinese, debba ordinare uno *sprìngroll... perché???!!!...

...ma se proprio vuoi farti notare, almeno chiamalo col suo nome originario in cinese!!!...

(che magari non ha nulla a che vedere con la primavera... mi piacerebbe sentire l'esperto, in proposito)

Inviato: lun, 05 ago 2013 12:23
di Manutio
L’uso di chiamare governatore gli eletti a capo delle regioni italiane si è diffuso rapidamente e oggi la parola prevale sul titolo ufficiale di presidente. Io ci vedo il risultato di due fattori: 1. Presidente è un esempio di parola ‘sovraccarica’, troppi hanno diritto al titolo di presidente, e la tendenza a differenziare è un fatto naturale di ‘ecologia linguistica’. Cfr. il caso di carta, altra parola tanto sovraccarica da determinare il successo di cartina nel senso specializzato di ‘carta geografica’, anche se è appesa al muro e misura due metri per tre. 2. Governatore fa tanto ‘States’, e la cosa non meraviglia in un paese che celebra le primarie del Partito Democratico (a quando i caucus?). Anzi, si poteva fare direttamente governor: già non si parla correntemente di governance? Scusate la provocazione dettata dal malumore: arriveremo a chiamare Casa Bianca il Quirinale? Peccato che Montecitorio non potrà mai diventare Campidoglio, perché a Roma questo porterebbe all’ambiguità. Morale: dopo sessant’anni siamo ancora a Nando Mericoni, il ragazzo del Kansas City.

Domna Charola avrebbe dovuto completare il suo intervento riproducendo, con scrupoloso uso dell’alfabeto fonetico, la pronuncia di quella parola in bocca alla signora «di un certo livello anche culturale», vocali e consonanti. Sarò maligno o pessimista o pedante, ma sospetto che ci sarebbe stata materia per altri punti esclamativi. Siamo sempre il paese del quale Carlo Cattaneo disse che «con tanta libidine di parole straniere, non ha poi il fiato di proferirle».

Inviato: lun, 05 ago 2013 16:14
di Ferdinand Bardamu
Manutio ha scritto:Io ci vedo il risultato di due fattori: 1. Presidente è un esempio di parola ‘sovraccarica’…
Piú che «sovraccarica» direi, semplicemente, ambigua: che io sappia, al livello degli enti locali, la parola presidente, da sola, individua almeno quattro cariche, ossia i presidenti delle giunte provinciale e regionale e i presidenti dei consigli provinciale e regionale.

Ma quest’ambiguità secondo me non spiega del tutto l’adozione di un calco semantico come governatore, che mi pare piuttosto il solito vezzo esterofilo. Ai giornalisti basterebbe specificare alla prima occorrenza il presidente della Regione, limitandosi poi a usare solo il presidente oppure il cognome della persona che ricopre la carica. Ma forse costa troppa fatica.

Per il resto, sono d’accordo con Lei.

Inviato: lun, 05 ago 2013 19:16
di Ferdinand Bardamu
Da un articolo della Repubblica (grassetto mio):

Diventeremo tutti vegetariani? Pare di sì, almeno secondo una ricerca dello Stockholm International Water Institute, resa nota dal Guardian giusto un anno fa. Il calo delle risorse idriche e l'overbooking demografico del pianeta ci costringeranno, volenti o nolenti, a dare l'addio a salsicce e costolette.

Salutiamo sovrappopolamento e sovrappopolazione che ci lasciano.

Inviato: gio, 08 ago 2013 10:46
di domna charola
Manutio ha scritto:Domna Charola avrebbe dovuto completare il suo intervento riproducendo, con scrupoloso uso dell’alfabeto fonetico, la pronuncia di quella parola in bocca alla signora «di un certo livello anche culturale», vocali e consonanti. Sarò maligno o pessimista o pedante, ma sospetto che ci sarebbe stata materia per altri punti esclamativi.
Beccata... e costretta a confessare!

Con l'alfabeto fonetico me la cavo malissimo! probabilmente è una questione di pigrizia, perché non mi sono mai messa a studiarlo seriamente, però c'è anche una certa componente di allergia - seccante anche per me - che fa sì che tutte le volte che tento di memorizzare qualche segno, poi lo dimentico subito o peggio lo confondo con altri.

Comunque, era pronunciato con accento sulla prima sillaba e la g che si attaccava alla r. Voglio dire: sarebbe logico separare spring-roll, invece era sillabato sprin-groll. Non so se ho reso l'idea.

Ovviamente, per imparare, attendo trascrizione in fonetico DOC... grazie!

Inviato: gio, 08 ago 2013 15:34
di Manutio
Storiella parallela a quella di cinque interventi fa (Domna Charola e lo springroll). Un quotidiano nazionale pubblica un articolo sui danni arrecati a opere d’arte da vandali di varia specie. Vittima di vandalismo fu anche, leggo, il famoso quadro di Rembrandt, The night watch. Perché?!?!?! In questo caso, se non si voleva passare per provinciali chiamandolo La ronda di notte, era piú facile fare bella figura coll’originale: De Nachtwacht, che è praticamente tedesco.
E che dire degli annunciatori e giornalisti convinti che il primo ministro israeliano si chiami di nome (no, non di battesimo) /′bɛnʤamin/? Difficile far entrare in testa a questa gente che in Israele non si parla inglese bensí, guarda un po’, ebraico, ivrit: /bɛnja′min/, piú o meno; basta Forvo, se una telefonata all’addetto culturale dell’ambasciata di Israele, una volta per tutte, è cosa troppo complicata. (Storpiare i nomi di personaggi di nazioni amiche è prima di tutto maleducazione.) Ma c’è una legge che non ammette deroghe: tutto quello che non è italiano è inglese. Viene da rimpiangere i tempi dei nostri nonni o bisnonni, quando si parlava di Beniamino Disraeli e di Teodoro Herzl. Ma oggi siamo piú cosmopoliti…

A Domna Charola ultimo intervento si può consigliare, se già non lo conosce:
www.lfsag.unito.it/ipa

Inviato: gio, 08 ago 2013 16:15
di Ferdinand Bardamu
Manutio ha scritto:Storpiare i nomi di personaggi di nazioni amiche è prima di tutto maleducazione.
Uhm, e storpiare i nomi di personaggi di nazioni non amiche invece è cortesía? :roll: Non preoccuparsi d’imparare la pronuncia corretta dei nomi stranieri — che si tratti del primo ministro israeliano o del presidente della repubblica iraniana poco importa — è sempre sintomo di provincialismo.

Come ha detto Lei, gli strumenti per conoscere la corretta pronuncia di una parola straniera ci sono e sono di facilissima consultazione. Se non si usano, è solo perché prevale il pressappochismo, la sciattería e, sovente, l’ignoranza: moltissimi giornalisti conoscono a mala pena l’inglese e proprio attraverso l’inglese filtrano qualsiasi altro forestierismo. Talvolta questo accade anche per le lingue europee: mi è capitato di sentire il nome di Walter Benjamin pronunciato Uòlter Bèngiamin.

Inviato: gio, 08 ago 2013 16:52
di Animo Grato
Ferdinand Bardamu ha scritto:…mi è capitato di sentire il nome di Walter Benjamin pronunciato Uòlter Bèngiamin.
Capitato? Direi che è quasi la norma... :roll:
Ferdinand Bardamu ha scritto:pressapochismo
Mi permetto di farle notare, in puro spirito di correzione fraterna (Mt 18,15-17) e perché so che - giustamente - è molto attento a queste cose, che la forma più corretta è pressappochismo. :wink:

Inviato: gio, 08 ago 2013 17:20
di Ferdinand Bardamu
Animo Grato ha scritto:
Ferdinand Bardamu ha scritto:…mi è capitato di sentire il nome di Walter Benjamin pronunciato Uòlter Bèngiamin.
Capitato? Direi che è quasi la norma... :roll:
A proposito, vorrei aggiungere anche un simpatico Kim Jong Secondo (sic) per Kim Jong-il, pronunciato senza vergogna da un ex mezzobusto della RAI.
Animo Grato ha scritto:
Ferdinand Bardamu ha scritto:pressapochismo
Mi permetto di farle notare, in puro spirito di correzione fraterna (Mt 18,15-17) e perché so che - giustamente - è molto attento a queste cose, che la forma più corretta è pressappochismo. :wink:
Caspita, ha ragione! Noi poveri polentoni dobbiamo faticare non poco per star dietro a tutte ste cogeminazioni, e ogni tanto ci scappa la scempia. :D Grazie, correggo immantinente. Anzi, no… La ringrazio per la correzione, ma, rileggendo, vedrà che l’ho scritto correttamente: veda su.

[FT] «Pressappochismo»

Inviato: gio, 08 ago 2013 17:36
di Infarinato
Ferdinand Bardamu ha scritto:La ringrazio per la correzione, ma, rileggendo, vedrà che l’ho scritto correttamente: veda su.
Ahem… In realtà trattasi del correttore «automatico» di Cruscate, Infa-Rinato. :mrgreen:

[FT] «Pressappochismo»

Inviato: gio, 08 ago 2013 17:42
di Ferdinand Bardamu
Ah, ecco! :D Press’a poco è una di quelle parole che — me sciagurato! — mi càpita spesso di pronunciare senza cogeminazione, quindi l’errore d’ortografía era plausibilissimo. Grazie a entrambi. :)

Inviato: gio, 08 ago 2013 19:03
di Manutio
Ferdinand Bardamu ha scritto:
Uhm, e storpiare i nomi di personaggi di nazioni non amiche invece è cortesía?
Pensando a certi personaggi della scena internazionale, potrei cavarmela con Dante: «e cortesia fu lui esser villano», ma sarebbe poco piú che una battuta. Ho scritto obbedendo a un impulso umanamente comprensibile, spero.