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«Il miglior ritratto che io sia/sono riuscito a fare»
Inviato: dom, 03 mag 2020 23:44
di pratodifuoco
Salve a tutti,
sono nuovo di questo foro e spero di non esordire ponendo il mio quesito nella sezione sbagliata...
Oggi mi sono trovato a scrivere "Questo è il miglior ritratto che io sia riuscito a fare di lui".
Ma poi mi sono sentito insicuro, e ho pensato che forse avrei dovuto scrivere "Questo è il miglior ritratto che sono riuscito a fare di lui."
Istintivamente mi viene da usare il congiuntivo, ma ora sono confuso e non sto riuscendo a trovare una spiegazione che possa sciogliere questo mio dubbio.
Ringrazio anticipatamente chi sarà in grado di fornirmela!
Re: «Il miglior ritratto che io sia/sono riuscito a fare»
Inviato: lun, 04 mag 2020 1:00
di Marco1971
Coi superlativi è normale il congiuntivo, come mostra la nostra miglior tradizione. L’indicativo rimane in genere possibile, come forma marcata, perlopiú in senso colloquiale.
Come manderò io o andrò a domandargli questo falcone, che è, per quel che io oda, il migliore che mai volasse e oltre a ciò il mantien nel mondo? (Boccaccio, Decameron, 1353)
È vino brusco, il migliore che sia in Firenze, il quale ha venduto Giovanni Benci alla Signoria uno grosso il fiasco. (Motti e facezie del piovano Arlotto, 1478)
Il che fece Alesso in su uno edifizio di legname, fatto dal Cecca architetto, tenuto il migliore che avesse quel secolo. (Vasari, Vite..., 1550)
...il pelo rosso pareva il migliore che potesse desiderarsi da quelli che, con una faccia la quale altrui acquistasse benivoglienza e credito di esquisita bontà, volea comparir tra le genti. (Boccalini, Ragguagli di Parnaso, 1615)
Si resero certe le imposizioni ordinarie con un nuovo catasto, il quale, se non era il migliore che si potesse avere, era però il migliore che fino a quel tempo si fosse avuto... (Cuoco, Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, 1801)
Ella accetti i miei abbracciamenti, e i miei fervidi e sinceri voti per la costante prosperità della sua salute, che mi pare il maggior bene che si possa augurare agli amici. (Leopardi, Lettere, 1837)
O canta l’inno di vittoria! Cantalo
anima! Il sogno è un sole, ed è fra tutti
il più bello che l’aureo Olimpo serri! (Corazzini, Poesie, 1904)
Ora, poiché da sé, ella, aveva recato a se stessa il peggior male che a una fanciulla possa capitare, non restava più a lei, madre previdente, che di trarre da questo male il miglior partito. (Pirandello, Il fu Mattia Pascal, 1904)
Re: «Il miglior ritratto che io sia/sono riuscito a fare»
Inviato: lun, 04 mag 2020 12:42
di pratodifuoco
Grazie mille!
Re: «Il miglior ritratto che io sia/sono riuscito a fare»
Inviato: lun, 04 mag 2020 13:35
di codino94
Invece, ad esempio, è corretto l'indicativo in casi come questo è il ritratto che ho visto.
Re: «Il miglior ritratto che io sia/sono riuscito a fare»
Inviato: lun, 04 mag 2020 13:38
di Ferdinand Bardamu
codino94 ha scritto: lun, 04 mag 2020 13:35
Invece, ad esempio, è corretto l'indicativo in casi come
questo è il ritratto che ho visto.
Codesto però è un altro esempio: si tratta di una normale relativa limitativa. Qui si parla di relative il cui antecedente è un superlativo (in funzione di aggettivo sostantivato o attributo).
Re: «Il miglior ritratto che io sia/sono riuscito a fare»
Inviato: lun, 04 mag 2020 13:52
di codino94
Tornando al congiuntivo dell'esempio iniziale, a volte si aggiunge anche il "mai" come rafforzativo: Il miglior ritratto che io abbia mai realizzato.
Re: «Il miglior ritratto che io sia/sono riuscito a fare»
Inviato: lun, 04 mag 2020 14:09
di Marco1971
Come si può vedere nell’esempio del Boccaccio sopra riportato.
Re: «Il miglior ritratto che io sia/sono riuscito a fare»
Inviato: lun, 04 mag 2020 14:18
di codino94
Ho ritenuto utile o - almeno - adeguato fare anche un esempio con un linguaggio attuale.