Ma certo, Carnby, sono intervenuto con tono piú faceto che serio, vedansi corsivo e faccina!
Ora torno del tutto serio:
motore in luogo di
moto,
motocicletta è
la regola in tutta la Romagna, e abitudine comunissima nelle alte Marche (la provincia di Pesaro-Urbino), nell'Emilia orientale (la parte prossimale del bolognese e il basso ferrarese), nella Toscana orientale — ma non diffusamente, a quanto mi risulta. A dir la verità son sorpreso che si arrivi fin nell'empolese, poiché già a Firenze non mi sembra proprio sia tendenza invalsa.
D'altra parte la
Ter[r]a de mutór (da non confondere con la
Terra dei motori!) è per antonomasia proprio la Romagna, dove si esce
a fare un giro in/col motore, quasi mai
in/colla moto, mai e poi mai
in/colla motocicletta. E al tempo della mia gioventú, diciamo fino a un quarto di secolo fa, mai e poi mai nemmeno
in/colla moto (per capirsi, l'avessi detto a mia mamma, bancaria diplomata quindi non propriamente illetterata, che uscivo « in moto », oltre a guardarmi stranita avrebbe sicuramente chiesto conferma: « In motore? »).
Moto e
motocicletta si potevano udire solo in bocca ai turisti o a romagnoli di ritorno, cresciuti altrove.
Cionnonostante, né il sottoscritto né i suoi sodali percepiscono
e' mutór con tratti di mascolinità, e nei ricorrenti sondaggi effettuati nei fora tematici panitaliani,
motore o
moto o
motocicletta che sia, è sempre risultata ampiamente predominante l'istintiva attribuzione del genere femminile. Persino le mie (poche, meno di dieci) amiche motocicliste hanno scelto per le rispettive moto nomi femminili (le donne
devono dare un nome alla propria motocicletta, chissà perché).
Dunque, tornando a esprimermi nel merito del tema, non posso che confermare, al pari di chi mi ha preceduto, la personale preferenza per il femminile.