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«Essere in procinto di…?»

Inviato: lun, 08 giu 2020 14:07
di Cembalaro
Non sono certo di pubblicare nella sezione giusta, mi scuso anticipatamente in caso di errore.

Non ho trovato su Cruscate chiarimenti sull'uso corretto dell'espressione «essere in procinto di». Una ricerca esterna mi restituisce una forte preferenza per l'uso esclusivo del verbo all'infinito: «essere in procinto di morire» ma alcuni siti, che però mi sembrano poco attendibili, registrano anche l'uso del sostantivo: «essere in procinto di morte».
Chiedo perciò: vi è un uso più corretto dell'altro o almeno più consigliato?

Re: «Essere in procinto di…?»

Inviato: lun, 08 giu 2020 14:50
di valerio_vanni
Non ho mai incontrato il secondo, e mi suona strano.
Sul primo penso che non possano avanzarsi dubbi.

Re: «Essere in procinto di…?»

Inviato: lun, 08 giu 2020 19:21
di Marco1971
Delle 90 occorrenze della locuzione in procinto di rinvenibili nell’archivio BIZ[a], 89 sono seguite da un verbo all’infinito. L’unico esempio seguito da un sostantivo è il seguente:

Ma perché ogni uomo non vile appigliandosi ad azioni che la sua coscienza disapprova vi mendica tutte le scuse che può, codesto Dunois fomenta pertinacemente il pensiero che il re deve imputare a se stesso la più gran parte de’ mali che soffre, e glie lo rinfaccia con quella baldanza che non è rara nelle corti in procinto di ribellioni. (Il Conciliatore, 1819)

Un solo esempio, e di penna non autorevole (si tratta di una rivista), non fa testo. ;)

Re: «Essere in procinto di…?»

Inviato: lun, 08 giu 2020 22:18
di Tecumseh
Un secondo esempio della locuzione in oggetto seguita da sostantivo si trova in Pantera:

Tutti i vascelli saranno apparecchiati e in procinto di prossima partenza. (PANTERO PANTERA, L'armata navale, Roma, Egidio Spada, 1614, Vol. 1, p. 198)

A ogni modo il Sabatini Coletti non lascia spazio al dubbio.