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«In su»

Inviato: mar, 09 giu 2020 15:50
di Ferdinand Bardamu
Ho avuto una discussione riguardo al significato di in su come preposizione nella lingua letteraria tradizionale. La discussione verteva su una frase del Machiavelli contenuta in una sua lettera al Guicciardini:

Io ero in sul cesso quando arrivò il vostro messo, et appunto pensavo alle stravaganze di questo mondo, et tutto ero volto a figurarmi un predicatore a mio modo per a Firenze, et fosse tale quale piacesse a me, perché in questo voglio essere caparbio come nelle altre oppinioni mie.

Il mio interlocutore sosteneva che l’uso di in su al posto del semplice su implica un significato diverso: dice, in particolare, che qui il Machiavelli con questa preposizione vuol indicare il locale adibito al gabinetto di decenza, non già il pitale, perché questo, come costumava allora, poteva trovarsi anche in altri luoghi della casa.

La mia replica è stata che in su nella nostra tradizione letteraria è usato come mero rafforzativo rispetto al solo su, o come una sua variante pleonastica. Quell’«in», insomma, non aggiunge alcun significato particolare, né specifica la determinazione di luogo.

Ora, vi chiedo: regge la sua interpretazione secondo cui in su ha un’accezione differente dal semplice su?

Re: «In su»

Inviato: mar, 09 giu 2020 19:00
di Marco1971
Ci basta l’autorità del Tommaseo alla voce in:

56. Talora si premette alla particella Su per mera ridondanza e proprietà di lingua. Bocc. Nov. 4. 3. (M.) Un giorno in sul mezzodì… gli venne veduto una giovanetta. Dant. Inf. 11. In su l’estremità d’un’alta ripa… T. In sulla fine. – Togliere il vino d’in sulla feccia.

;)

Re: «In su»

Inviato: mar, 09 giu 2020 19:34
di Ferdinand Bardamu
Grazie, Marco. :)

Re: «In su»

Inviato: mar, 09 giu 2020 22:50
di Marco1971
È interessante notare inoltre che questo in pleonastico non s’accoppia alla sola preposizione su, ma anche a di, per, ecc., e abbiamo perfino in nel: qui, nel Battaglia, diversi esempi (prima colonna).