Daphnókomos ha scritto: dom, 05 lug 2020 15:10
Giustamente il nostro G. M., nel suo dizionarietto, riporta il sinonimo
nefelio per l'albero da frutto e propone l'adattamento
licci, ignorando però che tale adattamento è registrato già dal
Garzanti.
Non ricordo se gliel'ho già detto, ma comunque lo ripeto: lei per me è una piccola miniera d'oro!
Millermann ha scritto: dom, 05 lug 2020 18:44
In realtà esiste anche un altro adattamento, forse piú corretto e comune, che è
lici. [...]
In questo caso io non ho una particolare preferenza per una forma o per l'altra, e la mia scelta si era basata appunto principalmente sull'indicazione del
Treccani.
Mi sembra che qui il confronto con le altre lingue purtroppo ci aiuti poco:
• in spagnolo /ʧ/ non si raddoppia (e in generale si raddoppiano solo certe consonanti in casi particolari), quindi il fatto che sia scempia non ci fornisce un'indicazione; nell'adattamento dallo spagnolo, nei secoli scorsi, tendenzialmente si sarebbe usata la doppia;
• in francese (correggetemi se sbaglio) penso sia la stessa cosa, in questo caso (cioè non c'è un'opposizione tra doppia e scempia);
• in esperanto di norma le doppie si usano solo nell'incontro tra elementi compositivi (es.
mallonge 'brevemente, in poco tempo', da
mal- 'non' +
longe 'in lungo, per lungo tempo'), ma non in una parola "semplice" (le eccezioni sono decisamente rare: l'unica che conosco* è
finno), quindi anche questo non ci fornisce un'indicazione;
• l'unico forse è l'inglese, che avendo l'allungamento vocalico (o due vocali) prima della /ʧ/ può portarci a imitarlo foneticamente, [ˈliːʧi] (ma qui nel fòro sono stato criticato per badare agli aspetti fonetici negli adattamenti

).
Guardando i dizionari, trovo:
• per
licci (del tutto adattato, o solo come pronuncia), i già citati
Treccani e
Garzanti, poi il
Devoto-Oli, il
Battaglia (che dà anche un antico
licie) e
Sapere (e anche l'
Olivetti, anche se non lo stimo particolarmente

);
• per
lici (solo come pronuncia), unicamente il
DiPI.
[*PS (23.6.2022). A distanza di un paio d'anni, avendo studiato un po' l'esperanto, posso precisare che finno non è l'unico caso e ci sono altri termini con una doppia all'interno di radice (anche nel Fondamento zamenofiano, es. Ŝillero 'Schiller') ma sono comunque molto rari; al momento restano ai margini della fonotassi e non di rado tendendo a oscillare con forme più esperante senza la doppia (es. Buddo ~ Budao ~ Budho 'Budda', villo ~ vilao 'villa').]