«Soggetto» / «oggetto»
Inviato: mar, 21 lug 2020 13:29
Espongo una prima domanda insortami dalla lettura di "Breve grammatica storica dell'italiano" del prof. Paolo D'Achille in cui l'Autore scrive, relativamente a quelli che definisce "Nessi con JOD": "Se invece la /j/ si è già svolta in /ʤ/, la /b/ precedente si assimila a /ʤ/ es.: subiectu(m)>soggetto".
L'Autore, per altro, non riferisce la voce “oggetto”, la quale, evidentemente - dato l'etimo, obiectu(m) -, presupporrebbe uno sviluppo del tutto identico.
In realtà, l'Autore non tratta mai di differenze temporali e, a parte il cenno riferito, afferma che l'esito di /-bj-/ primario e secondario risulta sempre/-bbj-/: cavea(m) > gabbia, habea(t) > abbia, rabia(m) - in luogo del class. rabie(m) > rabbia ecc.
Inoltre, è acclarato che /j/ dette /ʤ/ - sia all'inizio di parola, come, ad es., in ja(m) > già ecc. quanto nel corpo della parola, come in pej(j)u(s)>peggio -, ma non all'interno del nesso consonantico /-bj-/. E, allora, come si spiegano le alternative fonetiche “ob(b)iettivo” e “oggettivo”?
La seconda domanda riguarda il nome di un autore che tratti gli aspetti fonetici citati relativamente alla formazione della lingua italiana con un minimo di approfondimento.
Ringrazio anticipatamente chi potrà illuminarmi nel merito.
P.S.: per altro, quella descritta dal prof. D'Achille è l'evoluzione regolare che s'è avuta in francese. Infatti, in questa lingua, si ha, attualmente, rage per "rabbia" e sujet per "soggetto" - mentre l'influenza colta ha mantenuto l'esito objet - proprio perché gli stadi evolutivi precedenti implicavano /-bʤ-/. Ad es., rage deriva da /'rabʤa/</'rabja/ ecc..
L'Autore, per altro, non riferisce la voce “oggetto”, la quale, evidentemente - dato l'etimo, obiectu(m) -, presupporrebbe uno sviluppo del tutto identico.
In realtà, l'Autore non tratta mai di differenze temporali e, a parte il cenno riferito, afferma che l'esito di /-bj-/ primario e secondario risulta sempre/-bbj-/: cavea(m) > gabbia, habea(t) > abbia, rabia(m) - in luogo del class. rabie(m) > rabbia ecc.
Inoltre, è acclarato che /j/ dette /ʤ/ - sia all'inizio di parola, come, ad es., in ja(m) > già ecc. quanto nel corpo della parola, come in pej(j)u(s)>peggio -, ma non all'interno del nesso consonantico /-bj-/. E, allora, come si spiegano le alternative fonetiche “ob(b)iettivo” e “oggettivo”?
La seconda domanda riguarda il nome di un autore che tratti gli aspetti fonetici citati relativamente alla formazione della lingua italiana con un minimo di approfondimento.
Ringrazio anticipatamente chi potrà illuminarmi nel merito.
P.S.: per altro, quella descritta dal prof. D'Achille è l'evoluzione regolare che s'è avuta in francese. Infatti, in questa lingua, si ha, attualmente, rage per "rabbia" e sujet per "soggetto" - mentre l'influenza colta ha mantenuto l'esito objet - proprio perché gli stadi evolutivi precedenti implicavano /-bʤ-/. Ad es., rage deriva da /'rabʤa/</'rabja/ ecc..