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Raddoppiamento fonosintattico dopo «sto/a/e/i»?

Inviato: lun, 26 ott 2020 1:49
di Utente cancellato 2106
Com’è noto, e come prescritto dalla grammatica, dopo un monosillabo forte, accentato o disaccentato, la consonante iniziale della parola, che al monosillabo segue, subisce il raddoppio. Ma negli aferetici (“sta, sto, ste, sti”), che vengono a trovarsi nella condizione di monosillabi, come ci si comporta? Noi scriviamo (univerbati o no, poco importa) "sta notte/stanotte, sto tizio, stavolta, sti cazzi" ... ma è proprio così che li pronunciamo? D'accordo: l'applicazione della regola presenta qualche oscillazione; ma se una grammatica descrittiva mi registra "chissadove", mi aspetto tuttavia che non mi censuri o addirittura ignori "chissaddove"

Re: Raddoppiamento fonosintattico dopo «sto/a/e/i»?

Inviato: lun, 26 ott 2020 7:11
di Millermann
Dopo le forme aferetiche non c'è raddoppiamento fonosintattico; del resto, esse non fanno parte dei «monosillabi forti», non essendo dotate di accento proprio.

Per quanto riguarda chissaddove, non è una forma censurata (forse dai piú ignorata, questo sí): legga che cosa ne pensano gli esperti della Treccani! ;)

Re: Raddoppiamento fonosintattico dopo «sto/a/e/i»?

Inviato: lun, 26 ott 2020 8:56
di Utente cancellato 2106
Veramente, nemmeno "se" di "semmai" è dotato di accento proprio…

Re: Raddoppiamento fonosintattico dopo «sto/a/e/i»?

Inviato: lun, 26 ott 2020 9:32
di Millermann
Di questo aspetto si è parlato in questo filone di tanti anni fa. Leggendolo troverà la risposta alla maggior parte dei suoi dubbi. :)