Carlo_Porta04 ha scritto: lun, 28 dic 2020 1:13
In un linguaggio elegante si adoperano adunque l'imperfetto o il trapassato, seguendo la consecutio temporum -in particolare l'imperfetto per indicare posteriorità/contemporaneità rispetto a un tempo principale, il trapassato per indicare anteriorità rispetto a un tempo principale e contemporaneità "generica" rispetto a un tempo storico-. Malgrado gli esempî manzoniani, a mio modesto parere questa è la regola generale.
Non è esattamente cosí. Ma procediamo con ordine…
Innanzitutto, bisogna costatare che alle comparative ipotetiche/condizionali sono dedicate pochissime pagine da quasi tutte le grammatiche tradizionali (Dardano-Trifone §11.12.14, Serianni §XIV.222–4, etc.). La
Grande Grammatica Italiana Italiana di Consultazione non le nomina nemmeno (dedicando due righe di sfuggita a
come se: vol. II, VIII.3.4.2); qualcosina di piú si trova nella
Grammatica dell’italiano antico (vol. II, XXVII.3.4.3).
Tralasciando il recente saggio citato qui sopra, lo studio piú completo sulle comparative (comprese le comparative ipotetiche) rimane quello di Giulio Herczeg: «
Sintassi delle proposizioni comparative nell’italiano contemporaneo»,
Acta Linguistica Academiae Scientiarum Hungaricae, vol. 27, n. 3/4 (1977), pp. 325–54.
Veniamo al punto che c’interessa:
G. Herczeg, op. cit., p. 346, ha scritto:Il predicato verbale della subordinata comparativa sta all’imperfetto o al trapassato del congiuntivo; il primo è obbligatorio, quando nella proposizione principale il predicato verbale è sia al presente che in un qualsiasi tempo del passato; il secondo si usa, quando si vuole accentuare l’anteriorità di fronte all’azione della proposizione principale.
Giusto… a patto d’intenderci sul significato di «anteriorità di fronte all’azione della proposizione principale».
La cosa si chiarisce procedendo nella lettura del saggio dello Herczeg:
G. Herczeg, op. cit., pp. 346–7 (sott. mie), ha scritto:Poi, con molta lentezza, si vestiva dei panni migliori, come se avesse dovuto andare alla festa, e con qualche amica si recava al passeggio per il Corso (Moravia, Racconti 107).
Si tratta, evidentemente, di un’ellissi: il paragone si fonda sulla proposizione principale e sulla subordinata introdotta da
come, la quale contiene il soggetto e il predicato verbale identici a quelli della proposizione principale; l’azione della subordinata comparativa è però immaginata, ipotetica:
…si vestiva dei panni migliori, come si vestirebbe se avesse dovuto andare alla festa [meglio: come si sarebbe vestito se fosse dovuto andare alla festa (NdR)].
Le proposizioni comparative ipotetiche sorgono, quindi, da una contrazione;
si omette la parte che concorda con la proposizione principale sicché ciò che rimane, la subordinata ipotetica e la proposizione principale, a dire il vero, non rappresentano una conformità; al contrario,
la conformità vera e proprio esiste tra la proposizione principale e la comparativa,
della quale resta in piedi la sola congiunzione:
come.
Dal che si evince che le comparative ipotetiche seguono, sí, la concordanza dei tempi (o
consecutio temporum), ma non quella della maggior parte delle subordinate al congiuntivo, sibbene quella specifica del costrutto condizionale (con protasi al congiuntivo e apodosi al condizionale, ovviamente):
Relazione temporale | Protasi | Apodosi |
contemporaneità | congiuntivo imperfetto | condizionale presente |
contemporaneità | congiuntivo trapassato | condizionale passato |
anteriorità | congiuntivo trapassato | condizionale presente |
(
cfr.,
e.g., Serianni §XIV.162). Quindi, tornando alle comparative ipotetiche, laddove [siano possibili entrambe le opzioni e] non sia evidente un rapporto di anteriorità, la scelta fra congiuntivo imperfetto e congiuntivo trapassato (o «piucchepperfetto») dipenderà dal grado di
perfettività che il parlante o lo scrivente attribuisce alla comparazione, ovvero, svolgendo la «contrazione» di cui sopra, se sottintende un’apodosi al condizionale passato (o «composto») piuttosto che al condizionale presente (o «semplice»).
Potremmo quindi riscrivere gli esempi manzoniani di cui sopra nel seguente modo:
Il cocchiere sorrideva anche lui alla moltitudine, con una grazia affettuosa, come [avrebbe sorriso] se fosse stato un gran personaggio…
Sappiate ora, mio caro signore, che la cosa è andata cosí e cosí, e che il diavolo ch’io ho fatto, è stato d’aiutar Ferrer, come [avrei fatto] se fosse stato un mio fratello...
Io ho bensí pregato, e pregherò per lui: di cuore ho pregato, proprio come [avrei pregato] se fosse stato per un mio fratello.
La striscia di luce, che uscí d’improvviso per quella apertura, e si disegnò sul pavimento oscuro del pianerottolo, fece riscoter Lucia, come [la farebbe riscuotere] se fosse scoperta.
Ma noi, co’ fatti alla mano, come si suol dire, possiamo affermare che, se colui non aveva avuto parte nella sciagura di Renzo, se ne compiacque però, come [se ne compiacerebbe] se fosse opera sua, e ne trionfò co’ suoi fidati, e principalmente col conte Attilio.
Appena partito Attilio, arrivò il Griso da Monza sano e salvo, e riferí al suo padrone ciò che aveva potuto raccogliere: che Lucia era ricoverata nel tal monastero, sotto la protezione della tal signora; e stava sempre nascosta, come [starebbe nascosta] se fosse una monaca anche lei...
…né che tornasse tranquillamente indietro per la medesima strada, come [tornerebbe] se fosse usanza de’ malfattori di trattenersi piú del bisogno nel luogo del delitto…