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«A mia/tua volta»

Inviato: dom, 07 mar 2021 22:19
di Noctisdomina
Buonasera,
se il bordo del fornello si è sporcato ed egli, a sua volta, si è sporcato, posso io essermi a mia volta sporcata? E tu puoi esserti sporcato a tua volta?

Re: «A mia/tua volta»

Inviato: lun, 08 mar 2021 0:54
di Marco1971
Non capisco bene quale sia il dubbio, ma insomma, a mia volta, a tua volta è come dire, nel suo esempio, prima è toccato a lui, poi a me, poi a te.

Re: «A mia/tua volta»

Inviato: lun, 08 mar 2021 1:03
di Noctisdomina
Gentile Marco, perdoni l'oscurità del quesito: posto che la costruzione a... volta è attestata in modo preponderante alla terza persona (sia singolare sia plurale), mi chiedevo se essa potesse adoperarsi anche in presenza di un diverso soggetto.

Re: «A mia/tua volta»

Inviato: lun, 08 mar 2021 1:20
di Marco1971
L’espressione è declinabile in tutte le persone, come attestato dalla nostra tradizione letteraria:

Io fissai ad occhio fermo la bocca della canna che mirava a me, vidi premerne il grilletto, il colpo partì e la palla mi rasentò l’omero sinistro. A mia volta alzai il braccio armato della pistola, con una lentezza marcata, poiché, mentre avrei voluto divorare gli atomi della sua vita, sentivo una crudele voluttà di fargli assorbire la morte. (Verga, I carbonari della montagna, 1862)

Ti perdonerà, Efix; hai portato il carico abbastanza, ma tu, tu, Efix, a tua volta salva Grixenda mia: essa sta per perdersi; aspetta solo la mia morte per fuggire, e io non posso chiuder gli occhi tranquilla. (Deledda, Canne al vento, 1913)

Questa facilità, che vuol quasi dimostrarci sciocca e vana la disperazione nostra di poc’anzi, ci sembra un insulto; e vorremmo subito dimostrare invece a nostra volta sciocco e vano l’ajuto così facilmente offerto; ma avvertiamo intanto che, contro la nostra volontà, già ci siamo aggrappati ad esso. (Pirandello, Suo marito, 1911)

Non m’incolpate, a vostra volta, se prendo una determinazione che vi farà male, ma non quanto ne farà a me stessa. Dimenticatemi! Addio! (De Roberto, Illusione, 1891)

Già in luglio diminuisce il lavoro bancario, non perché sia avvenuto nulla di nuovo alle banche, ma perché a loro volta si mettono in libertà i più ricchi commercianti. (Svevo, Una vita, 1892)