Nesso «sciu-V» in italiano

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G.B.
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Nesso «sciu-V» in italiano

Intervento di G.B. »

Se qualcuno lo pronunzia alla tedesca e dice /'ʃva/, altri dicono /'ʃwa/. Eccettuiamo il fatto che in italiano si dice scevà. Ma esistono ragioni di fonetica storica per le quali la seconda soluzione e quindi il nesso sciu-V suonino cosí strani nella nostra lingua? Credo che lo stesso non valga nei dialetti.
Come esempio, in italiano ho trovato usciuòlo, che, però, presenta il normale dittongamento del suffisso -olo.
G.B.
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Re: Nesso «sciu-V» in italiano

Intervento di Infarinato »

D’Ovidio (1895) e Migliorini (1963) ci dicono che si ha progressiva riduzione di [wɔː] a [ɔː] dopo palatale ([j, ʎ, ɲ, ʃ, ʧ, ʤ]) nel corso del XIX sec. Ovviamente, si tratta esclusivamente di casi in cui [wɔː] era il risultato del cosiddetto «dittongamento toscano» di [ɔ] tonica in sillaba aperta.
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G.B.
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Re: Nesso «sciu-V» in italiano

Intervento di G.B. »

Grazie per la bibliografia. Quindi, mi sembra di capire che è[ra —anche se la regola del «dittongo mobile» rimane un mio vezzo :mrgreen:] possibile avere [ʃwɔ] tonico in sillaba aperta, ma non —sottintende il Suo intervento— [ʃwa, ʃwe, ʃwε, ʃwi, ʃwo] e nemmeno, direi, [ʃua, ʃue, ʃuε, ʃui, ʃuo] (in un'ottica puristica —s'intende).
G.B.
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