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«Effato»
Inviato: mar, 04 mag 2021 8:40
di lorenzos
Re: «Effato»
Inviato: mar, 04 mag 2021 9:53
di Infarinato
Appunto:
detto,
enunciato.
Pasolini ha scritto:Sono un Papa politico, e perciò enigmatico.
La carità in me, è sepolta nel mio comportamento.
È, forse, divenuta flatus vocis, anche lamentoso
(la melopea d’ogni Nostro effato).
Re: «Effato»
Inviato: mar, 04 mag 2021 13:10
di Ligure
Ovviamente se pronunciato da noi, uomini (laici o religiosi).
Se, altrimenti, "pronunciato" dalle divinità si semplifica - mediante l'eliminazione della prima sillaba -, ma assume un significato diverso:
https://www.treccani.it/vocabolario/fato

Re: «Effato»
Inviato: mar, 04 mag 2021 14:31
di lorenzos
Io non credo, anche secondo la
Stazione Lessicografica che un enunciato possa sempre valere come effato, fosse pure proferito da un papa. E la norma di un regolamento? Non lo so: sono effati le regole contenute nel
Decalogo del Buon Cruscone?
Re: «Effato»
Inviato: mar, 04 mag 2021 14:42
di Ferdinand Bardamu
Il risultato a cui lei fa riferimento
non è della «Stazione lessicografica», che, semplicemente, aggrega i risultati di vari dizionari e archivi in Rete, ma del
Tommaseo-Bellini.
Ad ogni modo, la questione è molto semplice.
Effato in questo contesto, come le è stato detto, è un latinismo che vale ‹enunciato, proposizione›, conformemente al significato di
effatum in latino.
Re: «Effato»
Inviato: sab, 08 mag 2021 0:01
di lorenzos
Dice che è un latinismo? A me,
effato in luogo di un generico
enunciato, mi pare invece una vanesia forzatura e non lo posso credere.
Nel dizionario di latino che mi ha indicato trovo

e in rete, per quanto possono valere,
questi esempi di traduzione.
Nella
Stazione non c'è solo la definizione del Tommaseo, guardi cosa risportano il
LIS
• "
Di qui, Venerabili Fratelli, quell'assurdissimo effato dei modernisti che ogni religione, secondo il vario aspetto sotto cui si riguardi, debba dirsi egualmente naturale e soprannaturale." (Pio X)
• "
Ma è un insulto porgere a lei col nome di codice ( e così come supremo effato della coscienza giuridica ) precetti e sanzioni che alla suprema ragione giuridica non siano conformi" (Francesco Carrara)
il
VoDIM
• "
E così col simile fa che si conosca e si apprenda il simile, secondo l'antico effato de' Pitagorici" (Rosmini)
e il sito di
Repubblica
• "
Occorre, dunque, un nuovo "spazio" politico in senso proprio, secondo l'effato "ubi societas, ibi ius"." (Dionigi Tettamanzi)
• "
Leggevamo nella recita dei Vespri di ieri sera l'effato biblico "Dio farà giustizia per i poveri: li salverà dall' oppressione". (Domenico Pizzuti)
e naturalmente il GDLI (
Effato, sm. Latin. Assioma, detto.), gia riportato, dove il
detto, ragionevolmente, non è l'enunciato (
c. Frase, affermazione, discorso) ma
d. Motto, sentenza.
Il Treccani non lo porta a lemma ma lo troviamo nell'
enciclopedia :
• "Le leggi che governano la predicazione sono variamente state dette e ridette in tutti i secoli; in realtà, si riducono all'
effato antico: ‘ut veritas christiana pateat, placeat, moveat.’"
Se non bastasse, guardi qui
https://books.google.it/books?id=6r6fAA ... ACegQIBRAC
qui
https://books.google.it/books?id=sVZTAA ... ti&f=false
qui
https://books.google.it/books?id=h6QoAA ... ti&f=false
qui
https://books.google.it/books?id=60FdAA ... AEegQIARAC
qui
https://books.google.it/books?id=mf8-AA ... AFegQIABAC
(e comunque non mi ha risposto)
---
Quanto al pasoliniano
melopea d’ogni Nostro effato, si riferisce ad
una personalità marmorea, proiettata già nei cieli, la cui forza erano le sentenze inappellabili di verità e condanna emesse dalla sua bocca.
Re: «Effato»
Inviato: sab, 08 mag 2021 0:35
di Infarinato
E con tutto ciò?

Non si può usare aulicamente
effato nel senso etimologico di «enunciato», come ha fatto Marco? Si può, si può: bisogna solo poterselo permettere.

Re: «Effato»
Inviato: sab, 08 mag 2021 1:27
di Ferdinand Bardamu
Può essere utile mostrare quali siano le occorrenze della parola effatum presso Cicerone (Academica, II.95) e Seneca (Ad Lucilium Epistulae Morales, 117.13), citati nella voce succitata del Georges-Calonghi:
Nempe fundamentum dialecticae est quidquid enuntietur (id autem appellant ἀξίωμα, quod est quasi effatum) aut verum esse aut falsum. [E certamente il fondamento della dialettica è che qualunque cosa che venga enunciata (che chiamano ἀξίωμα, cioè piú o meno «enunciato») sia o vera o falsa.]
«Dico deinde: Cato ambulat. Non corpus», inquit, «est, quod nunc loquor, sed enuntiativum quiddam de corpore, quod alii effatum vocant, alii enuntiatum, alii dictum». [Dico poi: «Catone passeggia». Ora non parlo del corpo, ma di qualcosa che è enunciativo del corpo. Alcuni lo chiamano ‹enunciato›, altri ‹proposizione›, altri ancora ‹asserzione›.]
Mi sembra piú che evidente, oltre ogni dubbio, che l’uso di Marco, alla luce di queste citazioni, è proprio e inappuntabile.