Il linguaggo del turismo

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Rollo Tomasi
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Il linguaggo del turismo

Intervento di Rollo Tomasi »

Segnalo questa perla :

https://www.lagenziadiviaggi.it/alpitou ... ed-egitto/

Ditemi per favore che questa roba qui è una caricatura, che stanno semplicemente parodiando il linguaggio itanglese che va tanto di moda oggi, non avevo mai sentito prima dire "outgoing" per indicare i viaggi all'estero, si usa davvero o se lo è inventato questo tizio?

La tristezza vera però quando dice "alla fine della summer"...li sembra veramente un pezzo di satira stile Milanese Imbruttito.
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Ferdinand Bardamu
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Re: Il linguaggo del turismo

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Mi piacerebbe dirle di no, ma avendo che fare con addetti del settore, posso confermarle che il gergo che usano è proprio questo. Di outgoing avevamo parlato anche qui (qui c’è una definizione tratta da un manuale).
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Marco1971
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Re: Il linguaggo del turismo

Intervento di Marco1971 »

Osserviamo anche nell’articolo proposto la tendenza a usare la traduzione inglese come sinonimo (il travel, la summer). Questo modo di fare mi sembra l’autodefinizione del non sapere scrivere: chi sa scrivere non ha bisogno di ricorrere alla traduzione perché conosce o cerca un sinonimo o un modo diverso di costruire la frase. In realtà, è ridicolo, sarebbe come scegliere la traduzione russa o cinese delle parole viaggio e estate, traslitterate. Non ha senso. Ch’io sappia, travel e summer non sono parole (ancora) registrate nei nostri bravi dizionari, oppure? Mentre nessuno osa un nuovo conio italiano non registrato, ci si permette di pescare nei dizionari altrui. È la traduzione, mi sembra, di un disamore verso l’italiano da una parte, e, dall’altra, di una profonda misconoscenza delle ricchezze espressive della nostra lingua.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
domna charola
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Re: Il linguaggo del turismo

Intervento di domna charola »

No. È la prova della convinzione che basta parlare difficile per essere creduti esperti e professionali. Ne parlava già Manzoni, mi pare, però sino all'altro ieri tipi così facevano ridere. Adesso invece sono seguiti. Quindi il problema è anche dalla parte di chi ascolta.
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Infarinato
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Re: Il linguaggo del turismo

Intervento di Infarinato »

Omnia munda mundis, – disse poi, voltandosi tutt’a un tratto a fra Fazio, e dimenticando che questo non intendeva il latino. Ma una tale dimenticanza fu appunto quella che fece l’effetto. Se il padre si fosse messo a questionare con ragioni, a fra Fazio non sarebber mancate altre ragioni da opporre; e sa il cielo quando e come la cosa sarebbe finita. Ma, al sentir quelle parole gravide d’un senso misterioso, e proferite cosí risolutamente, gli parve che in quelle dovesse contenersi la soluzione di tutti i suoi dubbi. S’acquietò, e disse: – basta! lei ne sa piú di me.
…E’ ci ’orre un bao, però! :roll:
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G.B.
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Re: Il linguaggo del turismo

Intervento di G.B. »

Ci pensavo oggi: che invece la lingua inglese stia davvero diventando una «risorsa» per il parlante italiano piú sprovveduto?
G.B.
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