«Tecnicizzazione medicalizzante»

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G.B.
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«Tecnicizzazione medicalizzante»

Intervento di G.B. »

«La tecnicizzazione medicalizzante è propria di questi decenni impegnati a “vendere” insieme fobie e rimedi (medici e non medici, chimici o naturali), dando loro etichette, anche linguistiche, altisonanti: il ricorso agli anglicismi si inserisce in questo contesto». Cosí incomincia la risposta dell'Istituto Treccani alla domanda di una lettrice su come tradurre l'anglicismo fatphobia.

Un esordio un po' fastidioso, con quella «mitragliata di zeta» (pure mezzo francese —lamenterebbe il purista), che pare proprio richiamare le famose «etichette linguistiche altisonanti» di cui si farà menzione poco sotto. Rileggendo, ci sarebbe stata la possibilità di fare della sana autoironia... ma niente da fare: le «etichette» son quelle di «fobie e rimedi». Mitragliato e deluso —come se non bastasse— il lettore sarà colto, tra le prime righe del paragrafo dopo, dal solito dubbio amletico: «sono io il tardo che deve rileggere o è chi scrive il maligno che mi obbliga a farlo?». Non so voi, ma quest'esordio mi pare un buon indizio per sciogliere il dilemma.
G.B.
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marcocurreli
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Re: «Tecnicizzazione medicalizzante»

Intervento di marcocurreli »

Chi vende insieme fobie e rimedi è stato definito in quest'articolo ciarlatano della salute
Quindi si potrebbe dire ciarlataneria della salute (https://it.wikipedia.org/wiki/Ciarlataneria_e_medicina)
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