A mio avviso questa discussione è affetta dagli stessi problemi della discussione su
gelato e ice-cream. Così come il gelato degli anglosassoni è l'
ice-cream, il fumetto dei giapponesi è il
manga e l'autore di fumetti dei giapponesi è il
mangaka. Sono tutti termini concettualmente equivalenti, seppure, traducendo il concetto in opera, la cultura e la tradizione li differenzia in un certo qual modo. Quindi, personalmente, poiché il concetto alla base è lo stesso, non ravvedo la
necessità di tradurli, che, sennò, percependo la necessità di trovare una parola nuova per ogni oggetto, mestiere, uso che muta con lo spazio, avremmo la necessità di trovare parole nuove anche per tutti quegli oggetti, mestieri, abitudini che mutano con il tempo. Così fortunatamente non è: si chiama sempre penna lo strumento per scrivere, si chiama sempre formaggio il prodotto di coagulazione del latte per mezzo del caglio, seppure quello francese, quello olandese, quello inglese, siano tutti diversi tra loro e dal nostro. Il fumetto giapponese ha le sue peculiarità, certo, come quello franco-belga o quello americano, ma sempre fumetto è ed il
mangaka è semplicemente un autore di fumetti di lingua giapponese. Se accettiamo di dover trovare un traducente per
manga e per
mangaka, poi ci troveremmo a dover trovare traducenti pure per
bande dessinée e per
comics e per chissà che altro ancora, poiché un
comic book non sarebbe un giornaletto a fumetti.
A proposito di
comics e
comic book, faccio notare peraltro che le riviste giapponesi di storie a fumetti impiegano indistintamente i termini
manga (漫画) e
comic (コミック).
La necessità di trovare termini nuovi per tutte queste sfumature culturali mi pare tutta contemporanea e generalmente non condivisibile.
Detto ciò, la mia proposta di
mangaiolo non è ferma. Se dovessi usare un'espressione, io adopererei "autore giapponese". Magari una volta "mangaka", per dimostrare che conosco la parola, e poi sempre "autore", quando si è ormai stabilito che sono uomo di mondo e conosco le lingue.
Faccio notare comunque che il suffisso "-aiolo": (1) originariamente era suffisso esclusivamente di mestiere, quindi è ben adatto ad indicare un'attività lavorativa, (2) è legato particolarmente a mestieri manuali, come si può intendere quello di chi disegna, (3) è molto produttivo con termini che finiscono con la lettera "A". Accetto la critica che sia spesso associato a mestieri ed attività umili o biasimabili, tuttavia non esclusivamente, come attestano tanto "armaiolo", che "pizzaiolo". Lo trovo insomma adoperabile in tono scherzoso o informale, mentre si può impiegare una parola più impegnativa, come "autore", pei contesti formali.
Fuori tema
Carnby ha scritto: mar, 31 mag 2022 18:40
Attualmente il suffisso più produttivo e più «neutro» è -
ista (cfr. le creazioni miglioriniane
autista e
regista), non certo -
iolo e (-
rolo), a parte
pizzaiolo e pochi altri casi.
Credo che sia ormai ben chiaro che ho una relazione complicata con gli "-isti". Comunque "autista" non è del Migliorini: il Migliorini sostenne sia "autista" che "autiere", nella speranza che almeno uno dei due potesse soppiantare "chauffeur", termine che aveva in orrore. Tra l'altro "autista" nacque da "automobilista", che a sua volta è un calco dal francese.
Riguardo a "regista", poi, sono d'accordo con chi faceva notare che "régisseur" significa semplicemente "direttore", per cui in inglese, ad esempio, si dice "film director". Credo che i tedeschi siano gli unici ad usare la parola "régisseur" per indicare il regista.