«Mangaka»
Inviato: mar, 10 ago 2021 13:00
Ora abbiamo un neologismo simile.Ferdinand Bardamu ha scritto: gio, 06 ott 2016 11:09 Inoltre, il nipponismo che indica l’atleta che pratica il giudo, jūdōka, si rende in italiano con giudoista.
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Ora abbiamo un neologismo simile.Ferdinand Bardamu ha scritto: gio, 06 ott 2016 11:09 Inoltre, il nipponismo che indica l’atleta che pratica il giudo, jūdōka, si rende in italiano con giudoista.
Mi perdoni, ma io questo dilagare incontrollato dei nuovi termini in "-ismo" e "-ista" lo considero alla stessa stregua della diffusione esagerata dei forestierismi. Da una parte fa perdere la specificità dei suffissi "-ismo" e "-ista" in relazione a movimenti, correnti, parti e tendenze, dall'altra sopprime e rende sempre più alieni i molti altri suffissi esistenti in italiano. Insomma, al pari dell'eccesso di forestierismi, contribuisce alla semplificazione ed all'impoverimento del linguaggio.Millermann ha scritto: lun, 30 mag 2022 9:58 La parola mangaista, in ogni caso, appare ben formata, a causa della produttività del suffisso -ista, facilmente applicabile anche a basi costituite da forestierismi.
A meno che non si voglia dare al termine una connotazione ironica o spregiativa, mangaiolo non è una traduzione accettabile. Si vedano al riguardo le fondamentali considerazioni di Bruno Migliorini su vitaiolo come traducente di viveur.brg ha scritto: lun, 30 mag 2022 10:52Pertanto, se vogliamo adattarlo, preferirei qualcosa come "mangaiolo"…
Potrei addurre come giustificazione il fatto che quello del mangaka, o autore di fumetti, è stato a lungo considerato un mestiere minore in Giappone, tuttavia sarebbe una giustificazione debole per l'uso italiano.Ferdinand Bardamu ha scritto: lun, 30 mag 2022 11:10 A meno che non si voglia dare al termine una connotazione ironica o spregiativa, mangaiolo non è una traduzione accettabile.
No.
Secondo me non basta che il suffisso sia produttivo, ma occorre anche valutare cosa, nel sentire comune, produce. Borsaiolo, barcaiolo, vignaiolo, armaiolo sono termini come detto giustamente di lontana provenienza, e aggiungo talora un po' desueti. Ma gli altri termini citati, in effetti, hanno una connotazione vagamente dispregiativa o di presa in giro, a volte addirittura sono nati per parafrasare il termine ufficiale dandogli una connotazione ironica, ad esempio "Lega" dà leghista per chi vuole essere corretto e accetta la diversità di opinioni o idee politiche, ma diviene "legaiolo" quando ari colloquialmente esprimendo un giudizio con bonaria sufficienza.brg ha scritto: lun, 30 mag 2022 13:23 La ragione per cui ho proposto "mangaiolo" è che ho osservato che il suffisso "-aiolo" è particolarmente produttivo nei tempi moderni in relazione a parole che terminano con la lettera "A", come manga appunto: "moda", "vita", "bomba", "Lega", per non parlare di "borsa", "barca", "vigna", "arma", "lana", che però vengono di lontano. Addirittura, nel caso di Rifondazione Comunista, si è troncata la parola "rifondazione" per ottenere "rifondarolo"; ma i giornalisti sono adusi a creare mostri linguistici.
Credo che sia ormai ben chiaro che ho una relazione complicata con gli "-isti". Comunque "autista" non è del Migliorini: il Migliorini sostenne sia "autista" che "autiere", nella speranza che almeno uno dei due potesse soppiantare "chauffeur", termine che aveva in orrore. Tra l'altro "autista" nacque da "automobilista", che a sua volta è un calco dal francese.Carnby ha scritto: mar, 31 mag 2022 18:40 Attualmente il suffisso più produttivo e più «neutro» è -ista (cfr. le creazioni miglioriniane autista e regista), non certo -iolo e (-rolo), a parte pizzaiolo e pochi altri casi.
A me pare invece che oggi non sia molto produttivo al di fuori del linguaggio giornalistico, in cui è usato per designare gli aderenti a una certa corrente politica (i già citati rifondarolo, legaiolo) oppure, sempre in àmbito politico, individui contro le cui azioni e opinioni s’intende polemizzare (pistaiolo, crisaiolo, forcaiolo, guerraiolo); e pure in questi casi si trova ormai sempre piú spesso nella forma dialettale romanesca (-arolo) e con un’ineliminabile connotazione ironica, spregiativa. Di là dalla politica, il suffisso crea nomi di mestieri discutibili o fuori legge (tombarolo) oppure indica persone che indulgono ad attività socialmente o moralmente disapprovate (festaiolo, donnaiolo, premiaiolo).brg ha scritto: mar, 31 mag 2022 20:57Faccio notare comunque che il suffisso "-aiolo": […] è molto produttivo con termini che finiscono con la lettera "A". Accetto la critica che sia spesso associato a mestieri ed attività umili o biasimabili, tuttavia non esclusivamente, come attestano tanto "armaiolo", che "pizzaiolo". Lo trovo insomma adoperabile in tono scherzoso o informale, mentre si può impiegare una parola più impegnativa, come "autore", pei contesti formali.
Il problema è ben più ampio e deriva da un uso regressivo del linguaggio che non è traduzione in parole dei pensieri, delle idee, dei concetti, ma meccanica ripetizione di frasi fatte per superficiale associazione di idee e, soprattutto, sensazioni. Per esempio, già si parla di noodles al posto di spaghetti o vermicelli (cinesi) e di jamón al posto di prosciutto (spagnolo). In tutto questo germogliare di neologismi forestieri c'è sicuramente anche una necessità, chiamiamola così, della società consumistica di distinguere i prodotti, ma la disabitudine a ragionare per concetti invece che per sensazioni, visive o sensoriali in genere, mi pare evidente.Ferdinand Bardamu ha scritto: mar, 31 mag 2022 22:04 Ciò detto, mi trovo d’accordo sul suo discorso generale: dunque o ci teniamo il nipponismo (adattato però alla nostra grafia, mangaca) oppure lo rendiamo per quel che è, fumettista (o autore, come suggerisce lei) giapponese. Altrimenti per il disegnatore di fumetti d’ogni nazione (che abbia una certa tradizione nel campo) dovremmo adottare il termine locale, il che non ha senso.
È chiaro che abbiamo una relazione rispetto al tempo differente: nel mio precedente intervento stavo per scrivere, a proposito di armaiolo e pizzaiolo, che il primo è antico, ma il secondo è recente (fine XIX secolo)! Questa differente prospettiva temporale si rispecchia anche nell'inquadrare l'opera del fumettista-fumettaro: dire che l'autore di fumetti ha fama di artista significa peccare di recentismo. Storicamente e fino a non molto tempo fa, direi gli anni '90, era certamente considerato mestiere minore e le storie a fumetti, così come i cartoni animati, erano considerati roba per bambini o, al massimo, svago di poco impegno. Certo ci sono stati intellettuali che hanno difeso le qualità del fumetto già in passato, penso a Eco, Buzzati, Rodari, ma il sentimento prevalente è stato di vago disdegno fino a tempi recenti. Poiché la lingua, a differenza del dialetto e del vernacolo, ha aspirazioni universali, dare troppa considerazione a sentimenti momentanei può essere controproducente.Ferdinand Bardamu ha scritto: mar, 31 mag 2022 22:04 Ripeto: a meno che non vogliamo dare alla nostra coniazione una simile sfumatura, il suffisso -aiolo non si può usare. (Pizzaiolo e armaiolo non sono adoperabili come esempi di produttività nella formazione di nomina agentis, data la loro prima attestazione non propriamente recente; inoltre, secondo il suo etimo, il nostro suffisso si riferisce a mestieri minori, e dubito che un autore di fumetti, che spesso ha fama d’artista, concordi nell’esser connotato cosí).
... Guido Crepax, Art Spiegelman (Maus), i fumetti di Asterix... e sicuramente tanti altri. Ricordo ad esempio che i fumetti di Tex Willer erano molto apprezzati dagli adulti per la qualità delle tavole e la cura dei particolari.brg ha scritto: mer, 01 giu 2022 13:28 ... e le storie a fumetti, così come i cartoni animati, erano considerati roba per bambini o, al massimo, svago di poco impegno. Certo ci sono stati intellettuali che hanno difeso le qualità del fumetto già in passato, penso a Eco, Buzzati, Rodari