Interessante osservazione. Avevo già scritto in merito all'uso di // - trascrizione fonemica - a Wiktionary e, forse perché, dal mio nome (e cognome), risulta evidente che sono italiano, nella risposta da me ricevuta si fa riferimento a quanto ha scritto il Canepari e che, nel seguito, riporto. Nella risposta di Wiktionary (molto pacata e piuttosto esauriente) mi si fa notare che, relativamente ai "phoneme inventories" - inventari - elaborati dall'autore, l'autore stesso premette la motivazione che: "It is certainly better to have some phonemes more [risulta certamente meglio "definire" qualche fonema in più], even if with more limited distributions [per quanto con distribuzione più limitata], than using more abstract and less obvious sequences [piuttosto che avvalersi di sequenze (di tipo) più astratto e meno ovvio]." Infatti, il problema che ogni studiosi deve affrontare - per una determinata lingua - è sempre lo stesso: "quali" e "quanti" fonemi definire. In questo caso specifico l'autore ha optato per "allargare" l'inventario dei fonemi. Ad es., in base alla motivazione riferitami, relativamente all'inventario predisposto dal Canepari per quello che lui definisce "
international Greek" compare la seguente classificazione: " ... In addition, there are four (diphonic) stop pairs, /p, b; t, d; c, ɟ; k, g/ ...". Tra // come Wiktionary mi fa notare.
Quanto sopra riportato vale - sia pure per fonemi con caratteristiche leggermente diverse - anche nel caso del "
traditional (or katharevousa) Greek" e del "
neutral (or modern demotic) Greek".
Siamo su un foro d'italianistica e, sul greco, sono stati già forniti non pochi approfondimenti.
Comunque, chiunque desiderasse approfondire personalmente la questione può fare diretto riferimento al testo del Canepari citato nella risposta di Wiktionary:
https://canipa.net/lib/exe/fetch.php?me ... ngreek.pdf
(a pag. 76, nel contesto dei 26 fonemi consonantici presi in considerazione dal Canepari per il greco - nelle varie tipologie linguistiche trattate dall'autore - compare, tra //, il fonema greco /c/ e, a destra - tra [] -, le diverse realizzazioni fonetiche possibili).
Le conclusioni che si possono trarre in modo più generalizzato (e che, chiaramente, esulano ampiamente dallo specifico sistema linguistico della lingua greca) riguardano il fatto che la fonetica, dovendo rappresentare, in qualche modo, una descrizione "oggettiva" di un determinato linguaggio risulta, inevitabilmente, vincolata, mentre la fonologia si occupa di una scelta di classificazione dello stesso linguaggio effettuata mediante gli "inventari di fonemi", i "tratti distintivi" ecc. e, in quanto "opzione", può consentire "alternative" scientificamente valide tra le quali - come avviene in questo caso - lo studioso si preoccupa di fare propria quella che egli ritiene ottimale. Normalmente - come avviene nel caso del Canepari e come Wiktionary ha riferito - lo fa esplicitandone le motivazioni specifiche e argomentando che altre "scelte" o l'impostazioni di tipo tradizionale risulterebbero meno adeguate per quel determinato linguaggio. Chi legge il testo del Canepari se ne può rendere conto direttamente.
La φωνή - il suono - di una parola di una lingua è, in un certo modo, "quello" e può essere adeguatamente registrato. Ma la decisione in merito all'inventario di fonemi più adeguato per poter classificare al meglio quella determinata lingua non può essere "reificato". Può possedere alternative e, normalmente, è oggetto di approfondimenti e dibattiti e non è affatto detto (si veda, ad es., l'interessantissimo dibattito relativo alla lingua russa) che autori diversi o d'epoche e d'impostazioni culturali diverse abbiano fornito gli stessi risultati. Anche se, ad es., il "russo moscovita tradizionale" - foneticamente - è sempre lo stesso da più d'un secolo e mezzo, tuttavia possiede classificazioni fonologiche - cioè tra // - profondamente diverse (tra le quali quella dell'italiano Canepari risulta, pur non essendo affatto "tradizionale", particolarmente interessante e "ottimizzata" in confronto ad altre, che possono anche apparire più "ovvie", proprio in base alla scelta dello specifico inventario fonematico - diverso, rispetto ai precedenti, per quanto riguarda le
caratteristiche specifiche e il
numero complessivo dei fonemi adottati - che l'autore ha effettuato).