«Account» (commercio)

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Ligure
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Re: «Account manager»

Intervento di Ligure »

Ferdinand Bardamu ha scritto: lun, 20 dic 2021 23:04
Ligure ha scritto: lun, 20 dic 2021 19:37Posso capire che "Responsabile Clienti" possa essere avvertito come potenzialmente "meno crudo" rispetto a venditore, ma si tratta di una sensibilità nella quale - onestamente - non mi riconosco ...
Mi perdoni, ma non capisco che cosa c’entri la «sensibilità»: non è mica questione di «politicamente corretto»! Mi sembra piuttosto che sia un nuovo approccio alla vendita in cui si cura in modo particolare anche il rapporto posvendita e la fidelizzazione del cliente. Peraltro, ribadisco, gli account manager delle grandi aziende digitali internazionali non vendono alcunché, ma svolgono un ruolo da consulenti nell’ottimizzazione delle campagne pubblicitarie o nell’uso della piattaforma a cui gli utenti si registrano. Certo, è un ruolo contiguo a quello della vendita, ma non sono venditori in senso stretto, se con venditori intendiamo figure professionali che si occupano di far firmare contratti e di procacciare nuovi clienti.
Per me il discorso era già ampiamente chiuso (anche perché la motivazione è scarsa quando si vede "tagliato" un proprio sinteticissmo contributo - che si riteneva, magari a torto, esplicativo, ma che, certamente, non infrangeva alcuna regola -) e, inoltre, non avevo visto la risposta.

Ribadisco, a mia volta, che quanto da me scritto in merito agli "Account Managers" non è la mia opinione sul ruolo di questa figura professionale nelle grandi aziende italiane e in quelle multinazionali che operano sul suolo italiano. Quanto da me scritto corrisponde alla pratica e ai "Job Titles" delle aziende che ho citato e a quanto viene insegnato anche nei corsi di Organizzazione aziendale che si tengono nelle facoltà italiane che si occupano di materie economiche.

Non è affatto vero che si tratti di un ruolo contiguo a quello della Vendita, sono Venditori in senso stretto, firmano i contratti dei Clienti loro assegnati e sono direttamente "misurati" - a livello economico - sulla base degli Ordini che la propria Azienda riceve dai Clienti. Tant'è vero che - tipicamente - la funzione "Sales" di una delle aziende delle tipologie riferite è costituita da un certo numero di "Account Managers" che "riportano" a un "Sales Director" - il loro capo -. Non ci sono altri "venditori" in aziende di questo tipo e chi inizia la propria carriera professionale incomincia con la qualifica di "Junior Account Manager", ma è pur sempre un "Account Manager" inserito nella funzione "Vendite".

Nei corsi universitari, anche in quelli tenuti alla Bocconi - i cui contenuti si possono controllare in linea - e nelle comunicazioni interne di queste aziende si usa la definizione italiana di "Forze di vendita" per designare gli "Account Managers" e si parla di "venditori" - anche da parte dei loro Responsabili - come sinonimo italiano di "Account Managers". Non ci sono altri venditori in azienda.

Si tratta di una realtà assai diffusa - che non penso affatto di essere l'unico partecipante a conoscere direttamente - e di quella più conforme agli insegnamenti di Organizzazione aziendale che vengono impartiti nelle facoltà italiane, nelle scuole aziendali e nei corsi che si tengono nelle stesse aziende coinvolte, anche se non mi sentirei d'escludere - per onestà intellettuale - che possano esistere realtà di diversa tipologia che usino il titolo di "Account Manager" in modo non esattamente conforme al significato di vendita che esso ha da sempre nell'economia italiana e nelle aziende di grande respiro i cui organigrammi risultano maggiomente conformi ai modelli di Organizzazione aziendale più noti e diffusi.

Personalmente - ammesso che ciò possa contare alcunchè - è ovvio che mi rendo conto che una traduzione, per quanto piuttosto letterale, di "Account Manager" quale "Responsabile del Cliente" non sia una cattiva traduzione, dal momento che il termine "gestore" non sonerebbe altrettanto bene e, ovviamente, non posso nutrire particolari obiezioni in merito.

Ero intervenuto soltanto in quanto non ci sono solo le parole, ma anche i significati e, per le realtà aziendali di vendita di maggiore spicco nell'attuale economia italiana i cosiddetti "Account Managers" sono i loro venditori, da loro designati anche con questo chiaro nome italiano.

Mi sarebbe, infatti, sembrato riduttivo e scorretto non segnalare una realtà del commercio italiano, non un mia opinione, perché - indipendentemente dalle idee che ci si possono fare sul ruolo degli "Account Managers" - la realtà concreta è quella che ho tentato di descrivere.

Onde evitare che al termine "venditori", già usato tranquillamente e comunemente in Italia nelle aule universitarie di Economia, nei corsi della Bocconi,ad es., o nei seminari e nelle comunicazioni aziendali come anche da parte dei Consulenti di Organizzazione aziendale potesse non essere attribuita dignità specifica e pregnanza semantica adeguate per poterlo proficuamente impiegare anche nell'ambito di un "Selling Cycle" e a fronte di "Selling Strategies" un pochino più complicate rispetto alla transazione economica diretta di chi vende arance e lupini su una bancarella, consegna direttamente la merce richiestagli e ritira il contante colle proprie mani.

L'accordo sulle traduzioni, se non è chiaro il significato, permane un guscio vuoto. In qualunque lingua ciò avvenga.

Nelle realtà del commercio più prestigiose e diffuse - in Italia e all'estero - l'Account Manager è - secondo le modalità economiche attuali (pur un po' più complesse della vendita di lupini al banco) - l'unica figura della funzione Vendite assegnata a un determinato novero di Clienti. Il cui titolo professionale può benissimo essere reso in italiano dal termine "Responsabile". Ma di che cosa è responsabile? Degli ordini che i Clienti a lui assegnati emettono. Ciò va assolutamente ribadito, al di là di definizioni più "poetiche" e meno immediate.

E se anche non si conosce direttamente questa realtà della nostra economia nazionale, ciò non significa che essa non funzioni nel modo descritto. Le conoscenze e le esperienze specifiche valgono quale testimonianza.

Infatti, la sua retribuzione economica ammette variabilità - a differenza di quella di altre figure professionali - sulla base di una percentuale degli ordini ricevuti e gli "obiettivi" che gli vengono assegnati in fase di "Job Plan" riguardano una determinata ripartizione degli ordini tra i Clienti "da gestire nel modo migliore" e il loro ammontare in funzione delle scadenze temporali aziendali.

Questo è l'effettivo panorama aziendale italiano (esattamente come all'estero). Per evitare di appiccicare etichette in mancanza di una conoscenza effettiva del contenuto indicato. O di parlare in termini inevitabilmente più vaghi quando il contenuto è semplicemente costituito da un certo ammontare di soldi - da parte di Clienti ben individuati - entro un determinato orizzonta temporale.

Così risulta chiaro anche a un giovane che - eventualmente - si sentisse motivato ad affrontare una carriera indubbiamente interessante e gratificante.

Accludo il sintetico contenuto di un corso di formazione tipico sulle tematiche di "Account Management" (in cui si parla esplicitamente di "vendita", com'è corretto che sia) proposto da una realtà italiana specializzata in questo tipo di formazione:

https://www.sdabocconi.it/it/formazione ... -autunnale
Ultima modifica di Ligure in data mer, 19 gen 2022 17:32, modificato 2 volte in totale.
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Account manager» (commercio)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Ligure ha scritto: mer, 19 gen 2022 17:01Per me il discorso era già ampiamente chiuso (anche perché la motivazione è scarsa quando si vede "tagliato" un proprio sinteticissmo contributo - che si riteneva, magari a torto, esplicativo, ma che, certamente, non infrangeva alcuna regola -)…
Il motivo per cui l’ho tagliato l’ho già spiegato sopra, quasi un mese fa.

Ciò detto, in inglese esiste una differenza tra sales manager e account manager, e io credo che se ne debba tener conto anche in una possibile traduzione, soprattutto se un’azienda (interessata a rendere in italiano il proprio organigramma, una mosca bianca) ha nel proprio mansionario entrambe le figure professionali.

P.S. La prego di non ribadire informazioni che esulano dal tema del filone, quali contratti di lavoro, retribuzioni e simili, anche perché credo che l’argomento sia già stato sviscerato a sufficienza. Grazie.
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Re: «Account» (commercio)

Intervento di Ligure »

Ho sempre detestato fare chiasso e sprecare tempo (facendolo, così, perdere anche a chi legge), ma, a mio avviso, il punto cruciale non riguarda certamente gli aspetti di dettaglio dei contratti collettivi di lavoro del settore del commercio.

L'aspetto fondamentale non riguarda neppure la migliore traduzione possibile di "Account Management" o di voci simili. Il fatto è sempre che, se chi si accinge a proporre traduzioni al fine di una resa in italiano delle qualifiche professionali di un settore dimostra palesemente di non conoscerlo, per le persone che operano in quell'ambiente tutto ciò risulta inevitabilmente destinato a una mera irrilevanza e a un'esclusiva autoreferenzialità. Le quali non possono, quindi, minimamente interessarli o - eventualmente - coinvolgerli.

Dal momento che opero professionalmente - da "una vita" - nel settore, è evidente che conosco personalmente e approfonditamente ciò di cui ho scritto. Pertanto, ho esposto le mie considerazioni sulla base di conoscenze specifiche ed esperienze personali maturate in molti anni nel settore economico in oggetto. Altrimenti, tutto si ridurrebbe alla generica traduzione in italiano (ma, in assoluto, senza adeguati riferimenti alla specificità del caso) di voci inglesi quali "Management" o "Manager", cioè a un puro esercizio scolastico che qualsiasi alunno delle scuole risulta - più o meno - in grado di espletare.

Infatti, ciò che conta nella comunicazione è il "significato", non molto altro. E siccome è stato circostanziato il contesto all'ambito del "commercio" (certamente non da me), ritengo tuttora che non dovrebbe essere censurata la correzione d'informazioni sbagliate relativamente al "significato" specifico della parola in oggetto e all'uso che ne fa chi nel settore opera. E perché mai? Che c'è di male? Altrimenti, si rischia di trattare del termine "Manager" con totale genericità. E, se si rifiuta anche l'impiego del termine "Venditore", pur ampiamente impiegato quale sinonimo nell'ambiente stesso, ciò implicherebbe che - come si verifica in tutti gli interventi di "possibile cambiamento"- il rifiuto di partire da un "punto di forza" (in questo caso una voce classica e tradizionale della lingua italiana) non potrebbe certamente far aumentare le probabilità di accettazione.

Ho compreso benissimo che è stato citato un riferimento singolo in cui la qualifica di "Account Manager" era stata assegnata a chi, probabilmente, non era un venditore, ma - nel campo della conoscenza - l'unicità del fatto riferito si presta sempre a una significativa mancanza di "rappresentatività" - se non altro, statistica - del fenomeno che s'intende descrivere. Sarebbe come se uno straniero intelligente che avesse appreso l'italiano unicamente dai testi e si fosse confrontato verbalmente con un solo nostro connazionale residente "in loco" - che pronuncia, ad es., "pésca" (il frutto) e "probléma" - volesse convincere chi in Italia ha studiato e vissuto che questa è una pronuncia "normativa" o tradizionale (e non "regionale") della lingua italiana.

Come risulta ovvio che esistono pronunce "idiolettali" o "regionali" (per le quali esistono anche "motivazioni" morfologiche e fonologiche - non ho scritto "giustificazioni", si noti! - ) o, perfino, "idiosincratiche", così possono esistere usi "idiosincratici" di una qualifica professionale anche nel contesto economico del commercio.

Ma un conto è conoscere un solo elemento isolato - un singolo "campione" come si definisce nelle scienze statistiche -, che non può mai consentire di "generalizzare" e di poter risultare "rappresentativo" di un fenomeno più ampio, un altro è conoscere - per ampia esperienza professionale personale - tutta la "distribuzione" dei moltissimi "campioni" (i casi esistenti specificamente accertati) ed essere a conoscenza che una "norma" - anche in senso statistico - esiste certamente nell'ambiento del commercio per quanto attiene alle qualifiche professionali, così come esistono i "modelli" - insegnati e diffusi tramite le nozioni e le strutture delle scienze dell'organizzazione aziendale - cui esse s'ispirano.

Continuo a non vedere - in tutta sincerità intellettuale e professionale - che cosa possa esserci stato di così detestabilmente censurabile nell'aver soltanto dimostrato l'ingenuità di fornire chiarimenti in merito all'uso effettivo delle qualifiche professionali nel settore del commercio in Italia, dato che proposte di traduzione che prescindano dalla conoscenza del loro effettivo contenuto e impiego corrono il rischio di apparire velleitarie a chi nel settore risulta coinvolto per attività professionali. Né altro avrebbe potuto essere lo scopo dell'intervento, se non quello di fornire riferimenti concreti anche al fine di poter convalidare le informazioni comunicate.

Per altro, non posso non aver recepito - con estrema chiarezza - i messaggi (anche se in parte, com'è ovvio, impliciti, ma questa caratteristica, normalmente, non fa che aumentare la focalizzazione dell'attenzione umana) relativi all'asimmetria dei ruoli e all'importanza della gestione della censura. Che, se all'inizio del tentativo di comunicazione dialogica e di condivisione dell'esperienza professionale, potevano essere compresi - funzionalmente - sullo sfondo del "quadro globale", sono balzati in primo piano, assumendo piena evidenza e un'importanza centrale, di molto superiore a quella degli aspetti contenutistici iniziali.
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Re: «Account» (commercio)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Se ho capito bene, lei m’accusa di aver arbitrariamente tagliato parte del suo messaggio, in forza di una non meglio definita «asimmetria dei ruoli» (come se io e gli altri moderatori agissimo per far valere la nostra autorità). Ribadisco —ma davvero poi basta, perché la faccenda è francamente stucchevole— che ho eliminato la citazione di parte del mio intervento (che avevo provveduto a eliminare precedentemente anche nell’originale) e la sua relativa risposta, perché era fuori tema e avrebbe innescato ulteriori fuori tema, com’è stato in effetti. Peraltro, il contenuto della risposta «censurata», come dice lei, ha avuto modo di ribadirlo piú e piú volte in questi ultimi messaggi, dei quali non è stata toccata nemmeno una virgola. Chiudiamola qui, per cortesia.

Nel merito, prendo atto che per lei account manager non è altro che un nome alla moda per venditore. Ho capito la sua argomentazione.
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Re: «Account» (commercio)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Se non si vuol adottare un traducente specifico, un calco insomma, un altro termine per rendere account manager può essere commerciale, aggettivo sostantivato.
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