«(S)fregio»

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andrea scoppa
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«(S)fregio»

Intervento di andrea scoppa »

Siccome adesso non posso consultare dizionari etimologici autorevoli, allora chiedo a voi, anche per conoscere la vostra opinione.

I dubbi provengono da questo ragionamento. L'equivalente di «sfregio», nella variante di marchigiano che si parla da me, è sfricio /'sfri:ꭍo/ [s'fri:ꭍo] (forse sarebbe meglio scrivere sfrixo, in quanto non c'è coalescenza fra /ꭍ/ e /tꭍ/ intervocalici). Credo di affermare il vero: qui la parola «sfregio», infatti, è un cultismo, e perciò pronunciata sfrègio /'sfrε:ʒo/ [s'frε:ʒo]. Si fa uno sfrixo quando si lascia un graffio su un oggetto. Premetto che tra le parole con /ꭍ/ scempio s'annoverano, per esempio, baxo, cuxito, caxo, confuxó(ne), faxolo dal latino, e i gallicismi buxía e grixo, cioè «bugia» e «grigio». Insomma, come ben sapete, dove io scrivo l'iccase, si nasconde un'esse etimologica. Sulla storia della parola, a questo punto, anzi che andare a pescare un tardo Phrўgĭu(m opus), mi sembra piú adatto un simile Frīsĭu(m opus).

Dal Castiglioni-Mariotti,

Frīsĭus, a, um, agg., dei Frisii, TAC. Ann. 4, 74, 1; sost. m. pl. Frīsĭi, ōrum, i Frisi, i Frisoni, abitanti della Frisia, popolazione del Nord(e) della Germania, TAC. Ann. 4, 72, 1.

I frigi erano in Anatolia; i frisoni, in Germania. Il volgo li confondeva? I due nomi si sono mischiati formando un ibrido *frĭsĭu(m)? E se invece a confondersi fossero stati gli antichi francesi, i quali hanno poi diffuso questa forma volgare in Italia? Scopro a testo fatto che nel vecchiotto Pianigiani c'è qualcosa al riguardo.

La seconda cosa che ho notato è che non ho mai sentito *frixo, cioè sfrixo senza l'esse sottrattiva. È possibile che «fregio», al contrario di «sfregio», sia una parola di tradizione interrotta anche in Toscana? Il DiPI sembra confermare (1, 2).
Ultima modifica di andrea scoppa in data mar, 21 dic 2021 14:52, modificato 1 volta in totale.
È cosí piana e naturale e lontana da ogni ombra di affettazione, che i Toscani mi pare, pel pochissimo che ho potuto osservare parlando con alcuni, che favellino molto piú affettato, e i Romani senza paragone.
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Carnby
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Re: «(S)fregio»

Intervento di Carnby »

andrea scoppa ha scritto: mer, 13 ott 2021 12:37 Siccome adesso non posso consultare dizionari etimologici autorevoli [...]
I dizionari etimologici che posso consultare (Battisti-Alessio, Devoto, Nocentini) concordano per l’etimo (opus) Phrygium che nel latino medievale sarebbe diventato frisium.
andrea scoppa ha scritto: mer, 13 ott 2021 12:37 forse sarebbe meglio scrivere sfrixo, in quanto non c'è coalescenza fra /ʃ/ e /tʃ/ intervocalici
In italiano antico (e tuttora nella grafia tradizionale veneta) x poteva indicare /z/; Canepari consiglia ç per i dialetti che hanno un fonema /ʃ/ scempio differente da /t͡ʃ/ e da /ʃ(ʃ)/, però tradizionalmente significa /t͜s/; io userei, con un po’ di fantasia, ş (con cediglia), che ha il vantaggio di essere simile al rumeno ș /ʃ/ (con virgola).
andrea scoppa ha scritto: mer, 13 ott 2021 12:37 Credo di affermare il vero: qui la parola «sfregio», infatti, è un cultismo, e perciò pronunciata sfrègio /'sfrε:ʒo/.
Si eviti di porre il crono [ː] tra //; infatti né in italiano, (di base toscana) né nel marchigiano la lunghezza vocalica è fonematica; le trascrizioni corrette sono quindi [sˈfrεːʒo] o /sˈfrεʒo/ (ammesso che /ʒ/ sia realmente un fonema in quella varietà).
andrea scoppa ha scritto: mer, 13 ott 2021 12:37 mi sembra piú adatto un simile Frīsĭu(m opus)
Se fosse così, avremmo però *sfrisio o *sfrigio da ī.
andrea scoppa ha scritto: mer, 13 ott 2021 12:37È possibile che «fregio», al contrario di «sfregio», sia una parola di tradizione interrotta anche in Toscana?
Da me si dice correntemente [(s)ˈfrεːʒo], ma la pronuncia tradizionale toscana è [(s)ˈfreːʒo].
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andrea scoppa
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Re: «(S)fregio»

Intervento di andrea scoppa »

Carnby ha scritto: mer, 13 ott 2021 21:43 I dizionari etimologici che posso consultare (Battisti-Alessio, Devoto, Nocentini) concordano per l’etimo (opus) Phrygium che nel latino medievale sarebbe diventato frisium.
Grazie mille. :D
Carnby ha scritto: mer, 13 ott 2021 21:43 In italiano antico (e tuttora nella grafia tradizionale veneta) x poteva indicare /z/; Canepari consiglia ç per i dialetti che hanno un fonema /ʃ/ scempio differente da /t͡ʃ/ e da /ʃ(ʃ)/, però tradizionalmente significa /t͜s/; io userei, con un po’ di fantasia, ş (con cediglia), che ha il vantaggio di essere simile al rumeno ș /ʃ/ (con virgola).
Non sapevo nulla di tutto ciò. Bene, adesso so che argomento esaminare dopo l'intervento!
Carnby ha scritto: mer, 13 ott 2021 21:43 Si eviti di porre il crono [ː] tra //
Certo, il solito scappuccio dei miei. Vado a comprare un cilicio in Rete.
Carnby ha scritto: mer, 13 ott 2021 21:43 (ammesso che /ʒ/ sia realmente un fonema in quella varietà).
No, no, avrei dovuto mettere le parentesi quadre.
Carnby ha scritto: mer, 13 ott 2021 21:43 Se fosse così, avremmo però *sfrisio o *sfrigio da ī.
Sí, infatti dapprima avevo preso Frīsĭum perché era l'unica parola simile trovata nel dizionario, poi ho abbreviato la i per far quadrare i conti, immaginando contaminazioni stravaganti. A ogni modo, la ringrazio della risposta e degli spunti.
È cosí piana e naturale e lontana da ogni ombra di affettazione, che i Toscani mi pare, pel pochissimo che ho potuto osservare parlando con alcuni, che favellino molto piú affettato, e i Romani senza paragone.
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