Etimologia di «ciurma»
Inviato: dom, 17 ott 2021 23:09
Se s'accede al sito del lessico Treccani, s'ottiene un'indicazione relativamente semplice e rassicurante:
https://www.treccani.it/vocabolario/ric ... _Contrari/
Relativamente semplice, ma del tutto inconsistente. Infatti, è vero che ciüzma /'ʧy:ʒma/, in antico genovese, valesse equipaggio, ma non è affatto vero che questo fosse il significato della voce greca κέλευσμα né che lo sia mai stato:
https://en.wiktionary.org/wiki/%CE%BA%C ... E%BC%CE%B1
Si tratta, infatti, d'una voce che indica l'azione relativa al verbo corrispondente,κελεύω, il quale significa "chiamare, comandare, ordinare" e, quindi, nel corso del tempo, ha assunto i significati conseguenti di "chiamata, comando, ordine", ma mai quello d'equipaggio .
Eppure, se si consultano altri siti o se si verifica il responso d'altri etimologisti, s'ottengono spiegazioni analoghe.
Per altro, non credo proprio che le transizioni evolutive ipotizzate in riferimento alla lingua latina nel sito Treccani (e riferite anche altrove) risultino davvero attestate. Né si comprenderebbe, ammesso che sia mai esistito questo specifico prestito in latino dalla lingua greca, perché mai la voce avrebbe dovuto indicare, in latino, ciò che non ha assolutamente mai significato in greco ...
Un sito francese, finalmente, ci consente di capire che si tratta d'un'ipotesi formulata a metà del sec. XIX da un famoso filologo tedesco, Friedrich Diez:
https://www.littre.org/definition/chiourme
Ma per potersi avvalere del genovese - al fine di sfruttare un etimo greco - occorrerebbe certamente conoscere bene il genovese, ma, soprattutto, il greco.
Inoltre, non va dimenticato che, a metà del sec. XIX, si riusciva a "dimostrare" che la parola francese rat = topo deriverebbe dal lat. mus e che haricot = fagiolo proverrebbe dal lat. faba ... ?!?
Quindi, dato che le voci latine corrispondenti all'ipotesi del Diez non possono essere considerate più di puri "miraggi", vediamo se - almeno - le voci genovesi menzionate siano effettivamente esistite. In questo caso la risposta è positiva:
http://www.storiapatriasavona.it/storia ... 51-512.pdf
Sono, comunque, scrizioni molto tarde appartenenti al latino cancelleresco e vanno, per altro, correttamente interpretate.
Chi, all'epoca, scriveva chiusma o chiurma si mostrava cauto e, implicitamente, intendeva dire che trascriveva "nel suo latino" una voce che conosceva soltanto a livello dialettale. Infatti, se fosse stato certo d'un etimo latino riscontrabile nei suoi prontuari, avrebbe, ad es., scritto cl-. E così si faceva, ad es., per chiave in quanto tutti sapevano che derivava da clave(m). Ma, ormai, donde venisse chiusma o chiurma non si sapeva più e, allora, anche in latino, s'adottò la grafia del volgare, cioè quella del fiorentino, anche se, in genovese, alla grafia chi- corrispondeva la pronuncia /ʧ-/, non /kj-/ come, invece, in fiorentino.
Infatti, come i dialetti settentrionali, anche il genovese ha /ʧ-/ in corrispondenza di cl- etimologico latino.
Se, per quanto riguarda il fiorentino, a partire da /kl-/ può valere la transizione evolutiva /kʎ-/>/kç-/>/kj-/ - in cui lo stadio evolutivo /kç-/ potrebbe essere stato rappresentativo di pronunce rustiche -, nei dialetti settentrionali, Liguria inclusa, probabilmente, non si giunse mai a /kj-/, ma si ebbe /kç-/>/tç-/>/ʧ-/. Purtroppo non sono riuscito a trovare gli esatti simboli impiegati dal Canepari. Comunque, nei dialetti settentrionali italiani, la transizione evolutiva proseguì e s'assestò su un esito decisamente palatale. Cioè da clave(m) - in genovese - non si giunse a /'kja:ve/, ma a ciâve/'ʧa:ve/.
Tuttavia, ipotizzare, come sembra abbiano fatto tutti gli etimologisti, che alle scrizioni chiusma o chiurma, riscontrabili nel latino tardo degli scribi genovesi, debba necessariamente corrispondere un etimo in cl- risulta troppo semplicistico e - nel caso in questione, come verrà dimostrato - errato.
Infatti, il genovese e i dialetti liguri sono proprio quelle varietà linguistiche in cui anche pl- dette /ʧ-/.
Dal momento che, localmente,da /pl-/ etimologico s'ebbe /pʎ-/>/pʝ-/>/pç-/>/pʃ-/>/pʧ-/>/ʧ-/ (mentre in fiorentino risulta sufficiente, a partire da /pl-/, /pʎ-/>/pj-/).
Infatti, all'italiano piano<planu(m) corrisponde, ad es., il genovese cian /'ʧaŋ/.
Tornando agli scribi genovesi alle prese col "loro" latino, vi furono anche quelli meno scrupolosi che, consci della duplice possibilità - relativa al latino -, di cl- e pl- scrissero arditamente plusma, certamente inesistente in latino e non riscontrabile nei loro prontuari ... E ci acchiapparono!!! A breve se ne vedrà il motivo. Ma non certamente per merito! A priori esistevano due soli casi possibili, cioè una probabilità del 50% ...
Altri scribi scrissero chilma, cioè /'ʧi:ŕma/ e lo studioso moderno che ha pubblicato questi dati scrive che si tratta "probabilmente" di un errore. Ma come? Ha la verità sotto gli occhi, ma - vincolato a pregiudizi costituiti da paradigmi esplicativi tradizionali che sono soltanto stupidaggini - non riesce a vederla ...
A questo punto chiariamo il motivo delle due varianti di rappresentazione grafica (r ed s), entrambe attestate in genovese, dato che gli scribi riportano le voci come parole effettive del dialetto dell'epoca. La vera pronuncia era /'ʧy:ŕma/, mentre /'ʧy:ʒma/ costituiva un'ipercorrezione. Infatti, nel genovese popolare si diceva dīŕnâ /ˌdi:ŕ'na:/ anziché dīznâ /ˌdi:'ʒna:/ = desinare e dærfætu /ˌdɛ:ŕ'fɛ:tu/ anziché desfætu/de'ʃfɛ:tu/ = disfatto ecc..
Siamo quasi arrivati ...
E, a sua volta, /'ʧy:ŕma/ era l'ipercorrezione di /'ʧi:ŕma/, dal momento che, nella pronuncia popolare, si poteva avere /i/ per /y/. Quindi, /'ʧi:ŕma/ era la vera voce derivata dal greco bizantino, tutt'altro che un errore!!! Ma non proveniva da una parola greca (o latina) caratterizzata da cl- come hanno accettato finora di pensare - per quieto vivere! - tutti gli etimologisti che "se ne sono occupati" ... Bensì da pl-. S'è detto - infatti - che esiste un altro 50% di probabilità d'imbroccare l'etimo corretto ... Che dev'essere stato, quindi, in greco, /'pli:ŕma/ ... o ... qualcosa del genere ... I genovesi conoscevano benissimo la flotta bizantina, la sua organizzazione e le denominazioni tecniche impiegate. Avevano una piccola colonia a Bisanzio, formata da ingegneri, ammiragli e consulenti navali. Conoscevano il greco del tempo (non necessariamente quello classico in quanto non si trattava di letterati!) e i relativi termini tecnici di loro interesse. Quale parola greca - antica e moderna - indica (tuttora) l'equipaggio? πλήρωμα!
Come veniva pronunciata questa parola come prestito diretto nel genovese dell'epoca dal greco bizantino - dove rappresentava, come tuttora, il termine ufficiale di ogni flotta o imbarcazione -?
/'ʧi:ŕ(u)ma/>/'ʧi:ŕma/>/'ʧy:ŕma/>/'ʧy:ʒma/, dato che -ή- valeva /i/ e l'/u/ - corrispondente al greco /-ω-/ - non era accentato ...
Il meno colto e interessato dei greci, se direttamente interpellato, saprebbe dire che la voce κέλευσμα non ha nulla a che fare col significato specifico d'equipaggio. Ma sembra che mai nessun etimologista abbia mai pensato di domandare a un greco colto che cosa pensi dell'etimologia tradizionale proposta per la lingua italiana. Chi, invece, ha un minimo di conoscenza della marineria greca - bizantina e moderna - sa che l'equipaggio è il πλήρωμα (e non solo nella marineria). Per altro, dal momento che la voce κέλευσμα non è mai stata acquisita come prestito dalla lingua latina, se i genovesi l'avessero accolta direttamente dai greci, molto probabilmente:
1) avrebbero conservato il suo significato effettivo, conoscendo benissimo qual era il significato in greco;
2) non l'avrebbero certamente pronunciata mediante il fonema /ʧ-/in quanto il κέ- lievemente palatalizzato dei greci dell'epoca sarebbe stato accolto in genovese come /ʦ-/, che era l'antica iniziale di una parola attualmente pronunciata come sentu = cento, derivata dal lat. centu(m).
Ma non esiste alcuna prova che un prestito del genere possa mai essere effettivamente avvenuto.
Quindi, la lingua italiana possiede la voce pleroma - nel significato filosofico - derivata dal greco in un contesto colto e, sebbene finora nessuno se ne sia mai reso conto, la stessa voce - a livello etimologico - nel significato di equipaggio d'un'imbarcazione - sebbene con una specifica pronuncia e una particolare accezione dovuta, probabilmente, all'acquisizione tramite un linguaggio popolare, nel quale, tuttavia, almeno, originariamente, l'accezione della lingua italiana non era presente, trattandosi semplicemente del prestito - modificato nella pronuncia come accade a molte acquisizioni di questo tipo - del termine ufficiale della marineria bizantina, come pure di quella greca attuale.
A sua volta, l'etimologia di πλήρωμα risulta molto semplice e presenta una chiara analogia col latino e, evidentemente, colla lingua italiana (in cui si hanno voci quale pieno ecc.):
https://en.wiktionary.org/wiki/%CF%80%C ... E%BC%CE%B1
P.S.: a parte le derivazioni dal latino dei nessi consonantici seguiti da /l/, che rappresentano una descrizione estremamente sintetica della linguistica tradizionale, e, ovviamente, tutti i riferimenti di rete citati, tutte le considerazioni, la revisione delle etimologie tradizionali e le relative conclusioni esposte nel presente messaggio sono esclusivamente frutto di studi personali in quanto rappresentano il riassunto di un elaborato più ampio che provvederò a pubblicare in merito alla revisione di etimologie tradizionali - ritenute finora valide - della lingua italiana, nel quale è illustrato, nel corretto dettaglio, quanto concerne il greco e il genovese, qui semplicemente esposto in modalità certamente comprensibile, ma divulgativa, oltre ai riferimenti ai testi d'epoca che ho consultato e analizzato.
P.P.S.: ovviamente, tra la parola greca tradizionalmente proposta come etimo, κέλευσμα, e la voce πλήρωμα non esiste la benché minima correlazione oggettiva ... Si tratta di due sostantivi che designano le azioni relative a due verbi completamente diversi tra loro ...
https://www.treccani.it/vocabolario/ric ... _Contrari/
Relativamente semplice, ma del tutto inconsistente. Infatti, è vero che ciüzma /'ʧy:ʒma/, in antico genovese, valesse equipaggio, ma non è affatto vero che questo fosse il significato della voce greca κέλευσμα né che lo sia mai stato:
https://en.wiktionary.org/wiki/%CE%BA%C ... E%BC%CE%B1
Si tratta, infatti, d'una voce che indica l'azione relativa al verbo corrispondente,κελεύω, il quale significa "chiamare, comandare, ordinare" e, quindi, nel corso del tempo, ha assunto i significati conseguenti di "chiamata, comando, ordine", ma mai quello d'equipaggio .
Eppure, se si consultano altri siti o se si verifica il responso d'altri etimologisti, s'ottengono spiegazioni analoghe.
Per altro, non credo proprio che le transizioni evolutive ipotizzate in riferimento alla lingua latina nel sito Treccani (e riferite anche altrove) risultino davvero attestate. Né si comprenderebbe, ammesso che sia mai esistito questo specifico prestito in latino dalla lingua greca, perché mai la voce avrebbe dovuto indicare, in latino, ciò che non ha assolutamente mai significato in greco ...
Un sito francese, finalmente, ci consente di capire che si tratta d'un'ipotesi formulata a metà del sec. XIX da un famoso filologo tedesco, Friedrich Diez:
https://www.littre.org/definition/chiourme
Ma per potersi avvalere del genovese - al fine di sfruttare un etimo greco - occorrerebbe certamente conoscere bene il genovese, ma, soprattutto, il greco.
Inoltre, non va dimenticato che, a metà del sec. XIX, si riusciva a "dimostrare" che la parola francese rat = topo deriverebbe dal lat. mus e che haricot = fagiolo proverrebbe dal lat. faba ... ?!?

Quindi, dato che le voci latine corrispondenti all'ipotesi del Diez non possono essere considerate più di puri "miraggi", vediamo se - almeno - le voci genovesi menzionate siano effettivamente esistite. In questo caso la risposta è positiva:
http://www.storiapatriasavona.it/storia ... 51-512.pdf
Sono, comunque, scrizioni molto tarde appartenenti al latino cancelleresco e vanno, per altro, correttamente interpretate.
Chi, all'epoca, scriveva chiusma o chiurma si mostrava cauto e, implicitamente, intendeva dire che trascriveva "nel suo latino" una voce che conosceva soltanto a livello dialettale. Infatti, se fosse stato certo d'un etimo latino riscontrabile nei suoi prontuari, avrebbe, ad es., scritto cl-. E così si faceva, ad es., per chiave in quanto tutti sapevano che derivava da clave(m). Ma, ormai, donde venisse chiusma o chiurma non si sapeva più e, allora, anche in latino, s'adottò la grafia del volgare, cioè quella del fiorentino, anche se, in genovese, alla grafia chi- corrispondeva la pronuncia /ʧ-/, non /kj-/ come, invece, in fiorentino.
Infatti, come i dialetti settentrionali, anche il genovese ha /ʧ-/ in corrispondenza di cl- etimologico latino.
Se, per quanto riguarda il fiorentino, a partire da /kl-/ può valere la transizione evolutiva /kʎ-/>/kç-/>/kj-/ - in cui lo stadio evolutivo /kç-/ potrebbe essere stato rappresentativo di pronunce rustiche -, nei dialetti settentrionali, Liguria inclusa, probabilmente, non si giunse mai a /kj-/, ma si ebbe /kç-/>/tç-/>/ʧ-/. Purtroppo non sono riuscito a trovare gli esatti simboli impiegati dal Canepari. Comunque, nei dialetti settentrionali italiani, la transizione evolutiva proseguì e s'assestò su un esito decisamente palatale. Cioè da clave(m) - in genovese - non si giunse a /'kja:ve/, ma a ciâve/'ʧa:ve/.
Tuttavia, ipotizzare, come sembra abbiano fatto tutti gli etimologisti, che alle scrizioni chiusma o chiurma, riscontrabili nel latino tardo degli scribi genovesi, debba necessariamente corrispondere un etimo in cl- risulta troppo semplicistico e - nel caso in questione, come verrà dimostrato - errato.
Infatti, il genovese e i dialetti liguri sono proprio quelle varietà linguistiche in cui anche pl- dette /ʧ-/.
Dal momento che, localmente,da /pl-/ etimologico s'ebbe /pʎ-/>/pʝ-/>/pç-/>/pʃ-/>/pʧ-/>/ʧ-/ (mentre in fiorentino risulta sufficiente, a partire da /pl-/, /pʎ-/>/pj-/).
Infatti, all'italiano piano<planu(m) corrisponde, ad es., il genovese cian /'ʧaŋ/.
Tornando agli scribi genovesi alle prese col "loro" latino, vi furono anche quelli meno scrupolosi che, consci della duplice possibilità - relativa al latino -, di cl- e pl- scrissero arditamente plusma, certamente inesistente in latino e non riscontrabile nei loro prontuari ... E ci acchiapparono!!! A breve se ne vedrà il motivo. Ma non certamente per merito! A priori esistevano due soli casi possibili, cioè una probabilità del 50% ...
Altri scribi scrissero chilma, cioè /'ʧi:ŕma/ e lo studioso moderno che ha pubblicato questi dati scrive che si tratta "probabilmente" di un errore. Ma come? Ha la verità sotto gli occhi, ma - vincolato a pregiudizi costituiti da paradigmi esplicativi tradizionali che sono soltanto stupidaggini - non riesce a vederla ...
A questo punto chiariamo il motivo delle due varianti di rappresentazione grafica (r ed s), entrambe attestate in genovese, dato che gli scribi riportano le voci come parole effettive del dialetto dell'epoca. La vera pronuncia era /'ʧy:ŕma/, mentre /'ʧy:ʒma/ costituiva un'ipercorrezione. Infatti, nel genovese popolare si diceva dīŕnâ /ˌdi:ŕ'na:/ anziché dīznâ /ˌdi:'ʒna:/ = desinare e dærfætu /ˌdɛ:ŕ'fɛ:tu/ anziché desfætu/de'ʃfɛ:tu/ = disfatto ecc..
Siamo quasi arrivati ...
E, a sua volta, /'ʧy:ŕma/ era l'ipercorrezione di /'ʧi:ŕma/, dal momento che, nella pronuncia popolare, si poteva avere /i/ per /y/. Quindi, /'ʧi:ŕma/ era la vera voce derivata dal greco bizantino, tutt'altro che un errore!!! Ma non proveniva da una parola greca (o latina) caratterizzata da cl- come hanno accettato finora di pensare - per quieto vivere! - tutti gli etimologisti che "se ne sono occupati" ... Bensì da pl-. S'è detto - infatti - che esiste un altro 50% di probabilità d'imbroccare l'etimo corretto ... Che dev'essere stato, quindi, in greco, /'pli:ŕma/ ... o ... qualcosa del genere ... I genovesi conoscevano benissimo la flotta bizantina, la sua organizzazione e le denominazioni tecniche impiegate. Avevano una piccola colonia a Bisanzio, formata da ingegneri, ammiragli e consulenti navali. Conoscevano il greco del tempo (non necessariamente quello classico in quanto non si trattava di letterati!) e i relativi termini tecnici di loro interesse. Quale parola greca - antica e moderna - indica (tuttora) l'equipaggio? πλήρωμα!
Come veniva pronunciata questa parola come prestito diretto nel genovese dell'epoca dal greco bizantino - dove rappresentava, come tuttora, il termine ufficiale di ogni flotta o imbarcazione -?
/'ʧi:ŕ(u)ma/>/'ʧi:ŕma/>/'ʧy:ŕma/>/'ʧy:ʒma/, dato che -ή- valeva /i/ e l'/u/ - corrispondente al greco /-ω-/ - non era accentato ...
Il meno colto e interessato dei greci, se direttamente interpellato, saprebbe dire che la voce κέλευσμα non ha nulla a che fare col significato specifico d'equipaggio. Ma sembra che mai nessun etimologista abbia mai pensato di domandare a un greco colto che cosa pensi dell'etimologia tradizionale proposta per la lingua italiana. Chi, invece, ha un minimo di conoscenza della marineria greca - bizantina e moderna - sa che l'equipaggio è il πλήρωμα (e non solo nella marineria). Per altro, dal momento che la voce κέλευσμα non è mai stata acquisita come prestito dalla lingua latina, se i genovesi l'avessero accolta direttamente dai greci, molto probabilmente:
1) avrebbero conservato il suo significato effettivo, conoscendo benissimo qual era il significato in greco;
2) non l'avrebbero certamente pronunciata mediante il fonema /ʧ-/in quanto il κέ- lievemente palatalizzato dei greci dell'epoca sarebbe stato accolto in genovese come /ʦ-/, che era l'antica iniziale di una parola attualmente pronunciata come sentu = cento, derivata dal lat. centu(m).
Ma non esiste alcuna prova che un prestito del genere possa mai essere effettivamente avvenuto.
Quindi, la lingua italiana possiede la voce pleroma - nel significato filosofico - derivata dal greco in un contesto colto e, sebbene finora nessuno se ne sia mai reso conto, la stessa voce - a livello etimologico - nel significato di equipaggio d'un'imbarcazione - sebbene con una specifica pronuncia e una particolare accezione dovuta, probabilmente, all'acquisizione tramite un linguaggio popolare, nel quale, tuttavia, almeno, originariamente, l'accezione della lingua italiana non era presente, trattandosi semplicemente del prestito - modificato nella pronuncia come accade a molte acquisizioni di questo tipo - del termine ufficiale della marineria bizantina, come pure di quella greca attuale.
A sua volta, l'etimologia di πλήρωμα risulta molto semplice e presenta una chiara analogia col latino e, evidentemente, colla lingua italiana (in cui si hanno voci quale pieno ecc.):
https://en.wiktionary.org/wiki/%CF%80%C ... E%BC%CE%B1
P.S.: a parte le derivazioni dal latino dei nessi consonantici seguiti da /l/, che rappresentano una descrizione estremamente sintetica della linguistica tradizionale, e, ovviamente, tutti i riferimenti di rete citati, tutte le considerazioni, la revisione delle etimologie tradizionali e le relative conclusioni esposte nel presente messaggio sono esclusivamente frutto di studi personali in quanto rappresentano il riassunto di un elaborato più ampio che provvederò a pubblicare in merito alla revisione di etimologie tradizionali - ritenute finora valide - della lingua italiana, nel quale è illustrato, nel corretto dettaglio, quanto concerne il greco e il genovese, qui semplicemente esposto in modalità certamente comprensibile, ma divulgativa, oltre ai riferimenti ai testi d'epoca che ho consultato e analizzato.
P.P.S.: ovviamente, tra la parola greca tradizionalmente proposta come etimo, κέλευσμα, e la voce πλήρωμα non esiste la benché minima correlazione oggettiva ... Si tratta di due sostantivi che designano le azioni relative a due verbi completamente diversi tra loro ...