Grazie a lei per l'attenzione.
P.S.: dal momento che, nel mio intervento nel
filone dedicato alla Storia della lingua, ho menzionato anche l'ipercorrezione d'/i/ in /y/, allego anche un esempio tipico pronunciato da un "montanaro" d(i/el) Sassello:
https://www2.hu-berlin.de/vivaldi/index ... 22&lang=de
Il sinottico rivela che l'ipercorrezione, attualmente, risulta molto rara. Ma meno di quanto appaia, dal momento che, ovviamente, le registrazioni a opera di studiosi tedeschi rappresentano circostanze di pronuncia assolutamente non realistiche in cui le persone si dimostrano particolarmente guardinghe e controllate. Inoltre, molti dialettofoni caratteristici, ma più anziani, non hanno nessunissimo interesse a contribuire a questi tipi di ricerche e a parlare sono sempre le solite persone già intervistate da altri, in quanto più interessate o disponibili. O perché "ci tengono" particolarmente ... quasi fosse stato loro riconosciuto un ruolo sociale ... Ma non si tratta necessariamente d'individui linguisticamente più rappresentativi di altri. Anzi, talora ...
E, comunque, la strategia fondata su un unico informatore - ammesso che, attualmente, questo genere di ricerche possa davvero interessare a qualcuno (ipotesi, a priori, non molto probabile e che, per altro, rimarrebbe ancora tutta da verificare) e non si tratti solo d'impiegare i fondi destinati in Germania alla cultura, ... - scientificamente (cioè in senso statistico, in questo caso) non regge. E' ovvio che un
campione al fine di poter essere ritenuto
rappresentativo di una certa
popolazione non può prescindere da una certa
numerosità ...
Un soggetto solo, ad es., non può affatto risultare rappresentativo della variabilità linguistica del contesto genovese, è troppo ovvio ... come sarebbe per qualsiasi altro agglomerato urbano di questo mondo ...
P.P.S.: comunque, aver preso in considerazione - per ogni sito visitato - un solo informatore, inevitabilmente caratterizzato dalle proprie personali idiosincrasie, è uno dei metodi migliori per muoversi da Berlino con "un sacco" di strumentazione efficientissima - pagata dai contribuenti tedeschi ed europei - e raggiungere una località montana per, poi, non riuscire a cogliere gli aspetti linguisticamente più interessanti della parlata locale ...
Infatti, ad es., anche a Rovegno l'esito /'prymmu/ = primo risulta tuttora vivo, ma l'informatore specifico si controlla ... probabilmente desiderebbe distinguersi dai vecchiettini ignoranti ... Non si può sapere né ci spetta. Ma l'aspettativa riposta in un informatore solo è troppo semplicistica ... e il
semplicismo altro non è che una delle tante forme di
estremizzazione e di vieto
conformismo che danneggiano gli studi di tipo linguistico.
Un esempio tipico del
semplicismo è rappresentato, come si dice nel linguaggio scientifico, dai
falsi negativi. Sulla scorta dell'informazioni raccolte da un singolo informatore lo studioso giunge ad affermare che un certo fenomeno, in un certo luogo, o non c'è mai stato o non si verifica più. Mentre entrambe le alternative sono sbagliate. Il fenomeno linguistico c'è indubbiamente stato, risulta ancora parzialmente vitale, ma - per centomila ragioni diverse e difficilmente indagabili singolarmente - quel determinato informatore non lo produce ... La situazione tratteggiata risulta molto semplice e assai frequente ... così come risultano assai frequenti le conclusioni sbagliate che essa induce nelle affermazioni degli studiosi ...
Tra i quali, poi, non pochi ammantano cogli orpelli della più raffinata terminologia linguistica banali errori dovuti a una modalità d'indagine molto povera e semplicistica, priva d'analisi critica e di riflessioni personali come di successive verifiche con altre informazioni e informatori ...
Ovviamente, i
falsi positivi rappresentano la situazione opposta ...