Ferdinand Bardamu ha scritto: lei che conosce il settore crede che ci sia un criterio dietro la scelta terminologica dei produttori?
Le scelte terminologiche dei produttori sono condizionate da vari fattori. Quando si introduce per la prima volta un concetto, si deve stabilire innanzitutto se il concetto è
nuovo (e se è specifico di un prodotto o di un’organizzazione) oppure se è
già presente nel proprio mercato.
Se il
concetto è nuovo e lo si sta introducendo per primi
nel mercato, si può scegliere tra varie opzioni, ad esempio si può creare un neologismo, si può optare per un calco o adottare un prestito; ovviamente bisogna garantire coerenza con la terminologia già esistente, in particolare all’interno dello stesso sistema concettuale, e bisogna assicurarsi che il nuovo termine non sia già stato scelto per designare un altro concetto. Vanno inoltre prese in considerazione le “tendenze” del settore, ad es. si può notare che i termini informatici che riprendono metafore legate agli animali raramente trovano un equivalente italiano e tendono ad essere privilegiati i prestiti (ad es.
mouse, spider, watchdog).
Se invece il
concetto è già entrato nel mercato c’è meno flessibilità e vanno fatte altre considerazioni, soprattutto se la terminologia non è ancora standardizzata ma coesistono due o più termini: si verifica la terminologia “ufficiale” usata da chi è già presente sul mercato (altri produttori) e/o da chi ha introdotto e da chi sta diffondendo il concetto nel mercato, quindi si fa una scelta compatibile con la propria terminologia. Anche in questo caso, vanno prese in considerazione le “tendenze” del settore e le preferenze degli utenti: non avrebbe senso trovare soluzioni alternative, ad es. cercare di imporre un termine italiano se ci sono chiare indicazioni che il mercato preferisce il prestito, perché si creerebbe solo confusione e si penalizzerebbe il proprio prodotto, con il rischio aggiuntivo di dover comunque adeguare in seguito la propria terminologia (operazione che può risultare molto costosa).
Vedrò di mandarle direttamente qualche esempio specifico.
Ferdinand Bardamu ha scritto: Ma perché «gli aspetti caratterizzanti del concetto» devono essere sempre in inglese? Seguiamo il suo metodo (mi corregga se sbaglio): la forma è l'aspetto caratterizzante dell'iPad. Assomiglia a una (al concetto di) tavoletta. Ergo si può dire che è una tavoletta. Non sono partito dall'inglese, eppure sono giunto a una conclusione diversa dalla sua. C'è qualcosa di sbagliato in questo ragionamento?
Gli aspetti caratterizzanti del
concetto non sono legati a una lingua (lo sono le
designazioni). Non credo si possa dire che la forma è l’aspetto caratterizzante dell’iPad perché tutti i computer portatili sono rettangolari; quello che distingue iPad e dispositivi simili dagli altri computer è lo schermo interattivo (e la modalità con cui si realizza l’interazione, con le dita, mentre in altri casi si realizza con uno stilo). Mi sembra che questo sia un buon esempio della necessità di analizzare i concetti all'interno del loro sistema concettuale e non singolarmente.
Infarinato ha scritto: ricordiamoci che in inglese il significato primo di notebook è e rimane «taccuino», alla faccia della tanto decantata monoreferenzialità (meglio: univocità) dei termini tecnici!
Credo che andrebbe fatta una distinzione tra lessico comune e lessico specifico di un settore specializzato, in questo caso l’informatica (come fa Carnby nel suo ultimo intervento a proposito di
notebook e
netbook). In inglese
notebook è un tipico esempio di
terminologizzazione, “un processo per cui un termine o un’espressione di uso generale o comune viene trasformato in un termine che designa un concetto particolare in un linguaggio speciale” [Definizione ASS.I.TERM]. In questo senso, in ambito informatico
notebook è monoreferenziale anche in inglese.
Aggiungo infine che
notebook e
netbook si differenziano, ad esempio, per dimensioni dello schermo, tipo di processore, presenza o meno di unità CD/DVD; gli ultraportatili hanno caratteristiche precise legate al tipo di processore, peso, spessore e durata delle batterie.