Mancate accentazioni grafiche
Inviato: gio, 06 gen 2022 13:58
Ricollegandomi a uno scambio recente, apro un filone generale su un argomento che è stato toccato qua e là (qui, qui, qui), ovvero quello della mancata accentazione grafica in certe parole.
Come sappiamo, l'italiano prevede l'accento grafico obbligatorio per indicare la pronuncia in:
Dato che sono casi comuni con una regola facile, che per tantissime parole è applicata senza problemi (mi pare che nessuno —scegliendo qualche termine dove la composizione mi sembra chiaramente sentita— scriva *lassu anziché lassù —da là + su—, *tiramisu anziché tiramisù, *vicere per viceré), a me personalmente questo tipo d'errore appare "incomprensibile", eppure vediamo che per certi termini è relativamente diffuso, e in qualche caso sembra persino maggioritario, come per il doposci riportato da Millermann; e similmente per gialloblu (mentre non per rossoblu).
Circa invece la situazione 2, c'è il caso di Gio Ponti, dove bisognerebbe scrivere invece Giò (come qui).
Nel mio piccolo, similmente, ho un amico che spesso abbrevia il mio nome (Giulio) in /ʤu̍(*)/, e nei messaggi lo scrive spesso Giu (...non l'ho mai corretto, per non sembrare troppo pedante
). Sempre nei messaggi, l'abbreviazione di nomi come Giorgia e Giovanni, nell'uso di varie persone, è quasi sempre Gio.
Un caso simile, dove alla mancanza dell'accento grafico si unisce (almeno qui al Norde) l'assenza del raddoppiamento fonosintattico, è quello di sisi e nono (da sì sì e no no, che penso dovrebbero dare piuttosto sissì e nonnò1), che nella mia esperienza sono frequenti e diffusi nei messaggini telefonici e nelle reti sociali.
Come si può spiegare questo fenomeno? Ciò che mi stupisce non è tanto l'errore in sé, quanto il fatto che si manifesti moltissimo per certi termini e quasi per niente invece per altri.
[1. Sul secondo il DOP mi mette qualche dubbio.]
Come sappiamo, l'italiano prevede l'accento grafico obbligatorio per indicare la pronuncia in:
- tutti i polisillabi tronchi;
- certi monosillabi, dove la mancanza del segnaccento farebbe dedurre una pronuncia diversa: più /pju̍*/ (mentre piu sarebbe per forza /pi̍u/), già /ʤa̍*/ (mentre gia sarebbe per forza /ʤi̍a/), eccetera.
Dato che sono casi comuni con una regola facile, che per tantissime parole è applicata senza problemi (mi pare che nessuno —scegliendo qualche termine dove la composizione mi sembra chiaramente sentita— scriva *lassu anziché lassù —da là + su—, *tiramisu anziché tiramisù, *vicere per viceré), a me personalmente questo tipo d'errore appare "incomprensibile", eppure vediamo che per certi termini è relativamente diffuso, e in qualche caso sembra persino maggioritario, come per il doposci riportato da Millermann; e similmente per gialloblu (mentre non per rossoblu).
Circa invece la situazione 2, c'è il caso di Gio Ponti, dove bisognerebbe scrivere invece Giò (come qui).
Nel mio piccolo, similmente, ho un amico che spesso abbrevia il mio nome (Giulio) in /ʤu̍(*)/, e nei messaggi lo scrive spesso Giu (...non l'ho mai corretto, per non sembrare troppo pedante

Un caso simile, dove alla mancanza dell'accento grafico si unisce (almeno qui al Norde) l'assenza del raddoppiamento fonosintattico, è quello di sisi e nono (da sì sì e no no, che penso dovrebbero dare piuttosto sissì e nonnò1), che nella mia esperienza sono frequenti e diffusi nei messaggini telefonici e nelle reti sociali.
Come si può spiegare questo fenomeno? Ciò che mi stupisce non è tanto l'errore in sé, quanto il fatto che si manifesti moltissimo per certi termini e quasi per niente invece per altri.
[1. Sul secondo il DOP mi mette qualche dubbio.]