«Bagher» (carrozza)

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G. M.
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«Bagher» (carrozza)

Intervento di G. M. »

Dal Treccani; sottolineature mie:
bàgher1 (anche bàghere e bàghero) s. m. [dal ted. dial. Wagerl(e)], ant. – Sorta di carrozza a quattro ruote, senza cassetta e senza sportelli, con posto per tre persone, in uso nell’Ottocento e nel primo Novecento. ◆ Dim. bagherino.
Il DOP ha gli stessi due adattamenti, e in più bàgherre.

Anche il GDLI li riporta tutti e tre; notevolmente, usa bàghero come esponente e non registra affatto la forma non (pienamente) adattata.
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Lorenzo Federici
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Re: «Bagher» (carrozza)

Intervento di Lorenzo Federici »

Il termine viene da «Wagerl(e)» secondo, appunto, il vocabolario Treccani, dal tedesco «Wagen» secondo la Vichipedia in italiano. Comunque sia, «wagon» (← francese «wagon» ← inglese «wag(g)on» ← olandese «wagen», il collegamento col termine tedesco mi sembra scontato) è stato adattato in «vagone» che, per coincidenza, assomiglia al verbo «vagàre»; io per «bàgher» proporrei un (ri)adattamento in «vaghière» (corrispondente sia all'adattamento di «Wage-» sia a «vag(àre)» + «-ière»).
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G. M.
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Re: «Bagher» (carrozza)

Intervento di G. M. »

Mi sembra un po' strano, o innecessario, proporre un adattamento nuovo e diverso quando abbiamo già adattamenti pienamente italiani registrati in dizionari autorevoli. Che cosa non la soddisfa degli adattamenti già registrati?
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Lorenzo Federici
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Re: «Bagher» (carrozza)

Intervento di Lorenzo Federici »

In realtà mi sanno tutti e tre di adattamenti a metà in qualche modo, cioè, «bàgher» e gli altri adattamenti sdruccioli mi sapevano di dialettali dapprima di scoprire che fosse effettivamente un termine di origine milanese, in particolare «bàgherre», perché per quanto una consonante geminata in quella posizione possa esserci — «pàrlagli», «pónigli», «lèggigli», «finìscigli» e simili; «fàre gli augùri» e altri casi dove «gli» si accoda alla parola prima — mi sembra comunque difficile da pronunciare, il DiPI per «gli» riporta la possibilità di dire soltanto /ʎ/ nonostante il suono /ʎ/ sia autogeminato (io dico /ˈparlaji/ e /farejauˈguri/, /j/ chiaramente fa parte del mio accento ma /fareʎauˈguri/ è una pronuncia accettabile).

L'adattamento che mi sembrerebbe più italiano degli altri sarebbe «baghère» (o «baghèro», comunque spostando l'accento), ma a questo punto, visto che non è nemmeno un termine troppo comune, perché non completare l'opera cambiando la «b» con «v» (già presente in un altro termine milanese, «stirvàghen» o «stiabàghen» suppongo, e in «vagóne», termine italiano decisamente più noto di «bàgher») e aggiungendo una «i» intervocalica?
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G. M.
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Re: «Bagher» (carrozza)

Intervento di G. M. »

Lorenzo Federici ha scritto: dom, 04 set 2022 20:10 «bàgherre», [...] per quanto una consonante geminata in quella posizione possa esserci [...] mi sembra comunque difficile da pronunciare [...]
In effetti è un fatto un po' strano: le parole sdrucciole con penultima sillaba chiusa in italiano sono poche, suonano "difficili" e se le incontrassimo scritte senza conoscerne la pronuncia probabilmente le accenteremmo sulla penultima; allo stesso tempo però è una modalità di adattamento tipica toscana (làpisse, sèmelle, ecc.). Non conosco bene la cosa; altri sicuramente possono dirci di più.
Lorenzo Federici ha scritto: dom, 04 set 2022 20:10 il DiPI per «gli» riporta la possibilità di dire soltanto /ʎ/ nonostante il suono /ʎ/ sia autogeminato [...]
Il DiPI, però, è un vocabolario più descrittivo che normativo; il DOP non prevede eccezioni («Quando è in mezzo a due vocali, ha pronunzia sempre doppia [l'l']», ed. 2010, p. XL). :wink:
Lorenzo Federici ha scritto: dom, 04 set 2022 20:10 L'adattamento che mi sembrerebbe più italiano degli altri sarebbe «baghère» (o «baghèro», comunque spostando l'accento), ma a questo punto, visto che non è nemmeno un termine troppo comune, perché non completare l'opera cambiando la «b» con «v» [...] e aggiungendo una «i» intervocalica?
Continuo a non capire il perché di «completare l'opera», dato che, oltre che corroborati dall'uso, fonotatticamente bàghere e bàghero sono già completamente italiani, non meno dei suoi proposti vaghière o vaghièro (a meno che mi sfugga qualcosa, ma sono termini tanto semplici che mi sembrerebbe strano). Se —ipotizzo— lei vuole coniare un termine lessicalmente trasparente unendo vag(are) a -iere o -iero, questo è un altro discorso, distinto dall'adattamento.
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