Intervista a Marazzini: «‹Green pass› parola finta, in inglese non è usata»
Inviato: dom, 23 gen 2022 22:10
Sono d’accordo. La precisazione di Marazzini sulla chiarezza di no vax mi stupisce per la sua patente banalità: che la locuzione tutta italiana no + termine qualsiasi (inglese o no) sia comprensibile nessuno lo potrebbe negare. È un’espressione che richiama quasi il linguaggio infantile: ci mancherebbe pure che qualcuno non la capisce. Cosí tutto si riduce a «economia» linguistica, per cui la lingua deve rispondere a criteri di efficienza come in fabbrica. Tanto vale allora esprimersi a gesti o con suoni gutturali (c’era un intervento di Marco al riguardo in una vecchia discussione).G. M. ha scritto: dom, 23 gen 2022 19:55È notizia di oggi un'intervista in cui Marazzini dice (sistemazione grafica mia):Secondo il solito copione, quest'ambiguità ormai consueta viene tradotta da altri giornalisti come un'approvazione da parte della Crusca.Va precisato, tuttavia, che un anglismo non è necessariamente oscuro di per sé [...] no vax si allinea ad altre forme analoghe come no tax, no pass, no mask, no TAP ecc., e ad altri analoghi costrutti precedenti anche più italiani, come no TAV (no + Treno ad Alta Velocità). Credo dunque che no vax sia chiarissimo, nella sua elementarità semantica.
Personalmente, ritengo molto rischioso se non controproducente fare una campagna per l'italiano basandosi su «il diritto dei cittadini a una comunicazione chiara». La chiarezza è ovviamente fondamentale nella lingua e la comunicazione in generale; tuttavia, poiché col semplice uso i forestierismi divengono presto comprensibili, si perde allora la ragione per opporvisi; simmetricamente, moltissime proposte neologiche italiane per sostituirli (o termini già usati ma minoritari, da divulgare), se non perfettamente trasparenti, sarebbero da bocciare in partenza, partendo appunto come meno comprensibili per la popolazione.