Prefissi staccati dalle parole e parole «scomposte»

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G. M.
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Prefissi staccati dalle parole e parole «scomposte»

Intervento di G. M. »

Un uso che noto da anni, che mi sembra diffondersi anche in testi che si presumerebbero essere redatti con una certa cura, è quello di scrivere i prefissi staccati dalle parole o le parole composte "deuniverbate", scomposte nei loro elementi lessicali (gli esempi si sprecano: «anti vaccino», «auto proclamato», «porta chiavi», «semi spento», ecc.). Ci faccio caso perché mi sembra particolarmente arbitrario e illogico.

Presumo che le cause principali siano tre, più o meno interconnesse:
  • il seguire pedissequamente i correttori ortografici automatici, stupidamente rigidi, che segnano come errori anche parole pur correttamente formate solo perché non le contemplano nei loro repertori in forma unita;
  • l'influenza dell'inglese, dove scritture più o meno simili sono parte normale della lingua (ma non in modo analogo, avendo le due lingue strutture assai diverse al riguardo);
  • una generale perdita di sensibilità linguistica anche da parte delle fasce più o meno colte della popolazione.
Avete notato anche voi una crescita di questo fenomeno o sono solo io che sono ipersensibile? :?
Graffiacane
Interventi: 393
Iscritto in data: ven, 30 lug 2021 11:21

Re: Prefissi staccati dalle parole e parole «scomposte»

Intervento di Graffiacane »

No, non è solo una Sua impressione, perché anch'io ho frequenti riscontri in tal senso (nella prosa giornalistica ma anche in altri àmbiti, per esempio quello scolastico e piú in generale burocratico); e, come Lei, anch'io sono particolarmente infastidito da questo malvezzo.
I motivi da Lei elencati mi paiono plausibili. Ne aggiungo uno: l'alta frequenza d'uso d'alcuni di questi prefissi (penso a vice) fa sí che essi vengano percepiti come entità morfologiche autonome; cosicché ci si sente autorizzati a isolarle dal termine cui fanno riferimento.
Avatara utente
G. M.
Interventi: 2304
Iscritto in data: mar, 22 nov 2016 15:54

Re: Prefissi staccati dalle parole e parole «scomposte»

Intervento di G. M. »

A più di due anni dall'apertura del filone, il fenomeno mi sembra sempre più diffuso e ulteriormente «normalizzato».

Per me continua a essere alquanto straniante, ancor più per i frequenti effetti comici «da rebusse». Non capisco perché la gente sembri non farci minimamente caso. Nelle reti sociali un apostrofo di troppo scatena mille ironie e reprimende; questi invece paiono normali, sono scritti belli grossi nei titoli dei giornali, e nessuno nemmeno li commenta mai. Boh. 🤷‍♂️

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Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1897
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Re: Prefissi staccati dalle parole e parole «scomposte»

Intervento di Freelancer »

Ho notato anch'io questo fenomeno ma vorrei fare una precisazione: nella maggior parte di questi casi, o forse sempre, non si tratta di prefissi nel senso in cui li si intende normalmente – di-scendere rispetto a scendere, ri-conoscere rispetto a conoscere; s-fatto rispetto a fatto; im-morale rispetto a morale - per i quali non si osserva una tale tendenza, bensì di prefissoidi, come ci spiega Bruno Migliorini nel saggio a essi dedicato in La lingua italiana del Novecento, che hanno iniziato a diffondersi agli inizi del secolo scorso, soprattutto in ambito scientifico e tecnico. Perché dunque ora stanno iniziando a separarsi? Concordo con Graffiacane che il motivo da lui indicato è uno di quelli alla base di questa evoluzione, ma è possibile che ce ne siano altri.
brg
Interventi: 492
Iscritto in data: mer, 12 gen 2022 20:53

Re: Prefissi staccati dalle parole e parole «scomposte»

Intervento di brg »

Una ragione plausibile ed evidente per questo fenomeno è il fatto che le parole formate da certi prefissoidi sono lunghe e vengono quindi accorciate in maniera arbitraria, magari in inglese e dopo reimportate, e quindi poi utilizzate come parole a sé stanti. Prendiamo ad esempio i termini "automobile" o "radioricevente" o "radiofonia", che sono diventate da tempo "auto" e "radio" e ancora "radio". Lo stesso avviene con i vari "ecoqualcosa", "proqualcos'altro" e così via: "eco" e "pro" diventano parole a sé stanti. La parola "eco", come abbreviazione di "ecologico" od "economico" od "ecovattelappesca", si trova scritta: niente di strano se poi qualcuno la riusa.

Quante auto(mobili) e quanti apparecchi domestici hanno una modalità di funzionamento "eco"? Ec(c)o, appunto.
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