«Zombie»

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Luke Atreides
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«Zombie»

Intervento di Luke Atreides »

Che traducenti proporreste per tradurre in italiano in modo efficiente il termine inglese zombie?
Senza citare i traducenti rinomati ovvero il suo adattamento italiano zombi e morto vivente.
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Infarinato
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Re: «Zombie»

Intervento di Infarinato »

Luke Atreides ha scritto: mar, 01 mar 2022 17:17 Senza citare i traducenti rinomati ovvero il suo adattamento italiano zombi e morto vivente.
E perché mai? :shock: Codesti sono proprio gli equivalenti italiani normalmente usati (e come tali registrati da tutt’i dizionari). L’ho già detto: non siamo qui a giocare all’onomaturgo.
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G. M.
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Re: «Zombie»

Intervento di G. M. »

Un fatto che ho notato è una tendenza rara ma ricorrente a "deinvariabilizzare" il termine, distinguendolo in singolare e plurale (lo zombo, gli zombi) e a volte aggiungendo anche il femminile (la zomba, le zombe).

Al momento è un uso minimo e minoritario, spesso caratterizzato come ludico, infantile, informale o popolare, ma è comunque interessante, visto che manifesta una spinta a un'italianizzazione piuttosto "forte", che in generale oggi sappiamo essere diventata molto rara.

Qualche esempio dal corpo di Google Libri (grassetto mio):

[...] il lebbroso camminava tra i sani; sfigurato, era un fantasma, un Doppelgänger, uno zombo [...] (1969)

«TO'!» fa Mauro alzando il crapone dal lavoro. «Chi muore si rivede!»
«Eeh, proprio uno zombo sono, chiama Daryl Zed» e indica una tavola sulla scrivania dove Daryl sta proprio sparando in testa a un morto.
(1998)

«Arriva lo zombo, mamma. Arriva lo zombo
Davide ha avvistato Andrea che si trascina fuori dal bagno. Corre ad avvisare la madre.
Le domeniche mattina dopo il turno di accompagnamento dei ragazzi in discoteca, Andrea si sente proprio uno zombi. O uno zombo, come dice suo figlio Davide.

(2015)

"Figlia mia, basta, tu ti devi alzare, ti devi vestire, devi uscire un poco, guarda che faccia che tieni, mi pari un fantasma co' 'ste occhiaie, uno zombo, come si dice. Eh! Pensa a tuo figlio! Tua sorella mi chiama tutti i giorni per sapere come stai, lo vuoi capire che stiamo tutti preoccupati?" (2019)

Potrebbe essere interessante anche vedere le attestazioni citate qui, se qualcuno vuole fare una capatina in biblioteca. :)

Qualche esempio dalla Rete (grassetto mio):

Uno zombo, per seguire 7 metri e trentatré, è entrato in una casa e si è incastrato nei muri; noi usciamo dalla casa e vediamo lo zombo buttarsi dalla finestra del primo piano e morire (di nuovo). (2014)

Nel cimitero i due incontrano uno zombo, il classico zombo con la faccia stralunata, il passo lento e incerto e le braccia in avanti. [...] Ho pensato che forse anche io proverei a far partire la macchina, costruirei delle molotov per allontanare dalla porta di casa lo zombo, correrei sette chilometri seguita da sette zombi grandi e grossi, in mezzo al bosco. [...] All’alba, una squadra di soccorso arriva nei paraggi, lui sente i cani, speranzoso esce e viene impallinato in mezzo alla fronte perché scambiato per uno zombo. (2015)

Affiancati ci stavano uno zombie brutto e un dracula bellissimo. In pratica lo zombo ballava benissimo, e il bello stava fermo. Però si capiva chi era il bello e chi no, e infatti se lo capisco io, buona camicia a tutti, quindi pure le donne se avevano voglia di fare sesso estremo sicuro lo chiedevano al dracula fermo, mica allo zombo. Però lo zombo nel suo ballare col mento retruso e gli occhi da pesce fracico, comprensivo di panzetta, sembrava divertirsi. (2019)

So che ci sono casi simili di termini interpretati come plurali nel passaggio da una lingua all'altra, ma al momento non me ne viene in mente nemmeno uno. :oops:
brg
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Re: «Zombie»

Intervento di brg »

G. M. ha scritto: sab, 12 mar 2022 18:53 So che ci sono casi simili di termini interpretati come plurali nel passaggio da una lingua all'altra, ma al momento non me ne viene in mente nemmeno uno. :oops:
Intende dire come "kaki"? Italianizzato in "cachi", da cui il singolare "caco".
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G. M.
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Re: «Zombie»

Intervento di G. M. »

brg ha scritto: sab, 12 mar 2022 19:05 Intende dire come "kaki"? Italianizzato in "cachi", da cui il singolare "caco".
Esatto, proprio come quello, grazie. :)
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Carnby
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Re: «Zombie»

Intervento di Carnby »

E il revenant dove lo mettiamo? Sottocategoria dello zombi o creatura fantastica a parte?
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Infarinato
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Re: «Zombie»

Intervento di Infarinato »

Redivivo può bastare.
brg
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Re: «Zombie»

Intervento di brg »

A proposito di revenant, esiste un videogioco del 1999 che si intitola proprio Revenant e nel cui adattamento italiano il protagonista, il revenant del titolo, è per l'appunto chiamato il redivivo.
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Carnby
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Re: «Zombie»

Intervento di Carnby »

brg ha scritto: mer, 16 mar 2022 12:56 [...] nel cui adattamento italiano il protagonista, il revenant del titolo, è per l'appunto chiamato il redivivo.
Ottimo, allora.
Avatara utente
G. M.
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Re: «Zombie»

Intervento di G. M. »

G. M. ha scritto: sab, 12 mar 2022 18:53 Potrebbe essere interessante anche vedere le attestazioni citate qui, se qualcuno vuole fare una capatina in biblioteca. :)
Mi sono procurato il libro di Cortelazzo e Cardinale (Dizionario di parole nuove 1964–1984, Loescher, Torino 1986), e il termine è proprio messo a lemma come «zombi o zombo» (senza zombie), ma è seguìto sùbito, un po' incongruamente, da un «(plurale zombi e zombies)».
Fuori tema
Per me che non ero ancora nato e non ne ho quindi esperienza diretta, il libro è molto curioso, per come rivela essere più o meno dello stesso periodo sia parole dal sapore antico (come remigino) sia dal sapore moderno (come eurodeputato, o i moltissimi anglicismi già presenti); e come termini che oggi nel patrimonio italiano possono apparire scontati o persino "vecchi" circolino invece solo da pochi decenni.
Per noi che abbiamo una certa sensibilità, c'è anche qualche elemento di sollievo: per esempio, è messo a lemma black hole (per il noto oggetto astronomico), che oggi è caduto totalmente in disuso di fronte al calco buco nero.
Phoenix
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Re: «Zombie»

Intervento di Phoenix »

Salve. Una fonte che mi permetto di suggerire è “Io zombo, tu zombi, lei zomba”, film del 1979. L'intento è chiaramente scherzoso, tuttavia il titolo può offrire spunti per forme italianizzate di “zombie”.
Avatara utente
G. M.
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Re: «Zombie»

Intervento di G. M. »

Benvenuto! (O benvenuta?). :)
Phoenix ha scritto: lun, 02 mag 2022 16:07 [...] “Io zombo, tu zombi, lei zomba” [...]
Ricordiamo, a proposito, che esiste il verbo zombare, anche se non ha alcuna attinenza cogli zombi; dal Treccani:
żombare v. tr. [voce onomatopeica] (io żómbo, ecc.), pop. tosc. – Picchiare con violenza e sonoramente: E se io ve n’avessi messo [del sale], e tu m’averesti zombata come ieri (Sacchetti); se lo incontra lo zomberà ben bene; sembra debole ma zomba certi pugni! Anche assol.: non smetteva di zombare.
Il Dottor Mannaro
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Iscritto in data: ven, 07 ott 2022 17:57

Re: «Zombie»

Intervento di Il Dottor Mannaro »

Segnalo che nel romanzo Dellamorte Dellamore di Tiziano Sclavi, noto ai più come creatore del fumetto Dylan Dog, non viene mai usato il termine zombi o morto vivente, bensì ritornante, forse un adattamento di revenant. Lo stesso avviene se ben ricordo anche in un albo dello stesso Dylan Dog intitolato Orrore nero, che è ispirato al romanzo, e senza dubbio alcuno nella successiva trasposizione cinematografica di Michele Soavi, in cui all'inizio il protagonista, interpretato da Rupert Everett e doppiato in italiano da Roberto Pedicini, afferma in una narrazione fuori campo:
Alcuni cadaveri, entro sette giorni dal decesso, di notte si risvegliano. Io li chiamo ritornanti, anche se non capisco perché abbiano tanta voglia di ritornare...
La battuta finale sottintende l'atteggiamento disilluso e indifferente alla vita del protagonista.

Aggiungo che, particolarmente in ambito cinematografico, è stata talora evidenziata una sorta di differenziazione terminologica fra lo zombi (legato al vudù e comunque a un certo contesto culturale) e il morto vivente (concetto introdotto, secondo alcuni studiosi con chiare implicazioni metaforiche e sociologiche, nella pellicola di George Romero La notte dei morti viventi). Semplificando un po', diciamo che lo zombi generalmente è controllato da un altro individuo e non ha una volontà propria, mentre il morto vivente è autonomo. Ebbene, la confusione fra le due figure pare si sia rafforzata nel nostro paese anche per mezzo di una titolazione erronea: il secondo capitolo della saga dei "morti viventi" di George Romero, Dawn of the Dead (L'alba dei morti) uscì in Italia con un montaggio visivo e sonoro differente e con il semplice titolo Zombi. Conseguentemente, nel gergo si parla frequentemente di film di zombi quando in realtà ci si riferisce all'argomento dei morti viventi, e ormai le due configurazioni risultano equivocate a un livello più generale,, come dimostra ad esempio la pellicola Benvenuti a Zombieland o l'idea di un'apocalisse zombi (che più pedantemente andrebbe indicata come apocalisse dei morti viventi). Non mancano comunque similitudini tra le due figure che, anche per le dette implicazioni metaforiche della figura del morto vivente, possono in qualche modo anche giustificare che talora si usi l'uno o l'altro termine indifferentemente.
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