Segnalo che nel romanzo
Dellamorte Dellamore (ma anche nel libro che comprende il suo seguito diretto ed esplicito, "Non è successo niente", già citato sopra da
@G. M. in merito alla declinazione
zombo) di Tiziano Sclavi, noto ai più come creatore del fumetto
Dylan Dog, non viene mai usato il termine
zombi o
morto vivente, bensì
ritornante, forse ricavato da un'ulteriore traduzione del termine "
revenant" di cui si discorreva in questo filone. Lo stesso avviene se ben ricordo anche in un albo dello stesso
Dylan Dog intitolato
Orrore nero, che è ispirato al romanzo, e senza dubbio alcuno nella successiva trasposizione cinematografica di Michele Soavi, in cui all'inizio il protagonista, interpretato da Rupert Everett e doppiato in italiano da Roberto Pedicini, afferma in una narrazione fuori campo:
Alcuni cadaveri, entro sette giorni dal decesso, di notte si risvegliano. Io li chiamo ritornanti, anche se non capisco perché abbiano tanta voglia di ritornare...
(La battuta finale si ricollega all'atteggiamento disilluso e indifferente alla vita del protagonista.)
Aggiungo che, particolarmente in ambito cinematografico, è stata talora evidenziata una sorta di differenziazione terminologica fra lo
zombi (legato al vudù e comunque a un certo contesto culturale) e il
morto vivente (concetto introdotto, secondo alcuni studiosi con chiare implicazioni metaforiche e sociologiche, nella pellicola di George Romero
La notte dei morti viventi). Semplificando un po', diciamo che lo
zombi generalmente è controllato da un altro individuo e non ha una volontà propria, mentre il
morto vivente è autonomo. Ebbene, la confusione fra le due figure pare si sia rafforzata nel nostro paese anche per mezzo di una titolazione erronea: il secondo capitolo della saga dei "morti viventi" di George Romero,
Dawn of the Dead (
L'alba dei morti) uscì in Italia con un montaggio visivo e sonoro differente e con il semplice titolo
Zombi. Conseguentemente, nel gergo si parla frequentemente di
film di zombi quando in realtà ci si riferisce all'argomento dei morti viventi, e ormai le due configurazioni risultano equivocate a un livello più generale,, come dimostra ad esempio la pellicola
Benvenuti a Zombieland o l'idea di un'
apocalisse zombi (che più pedantemente andrebbe indicata come
apocalisse dei morti viventi). Non mancano comunque similitudini tra le due figure che, anche per le dette implicazioni metaforiche della figura del
morto vivente, possono in qualche modo anche giustificare che talora si usi l'uno o l'altro termine indifferentemente.