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«Sac à poche» / «sac-à-poche»

Inviato: sab, 05 mar 2022 17:27
di Daphnókomos
Dal Devoto-Oli:
sac à poche /fr. sakap'ɔʃ/ (o sac-à-poche) locuz. s.m. o f. invar. (pl. fr. sacs à poche) GASTRON. Tasca da pasticciere (➝ TASCA)
GASTRON. tasca da pasticciere (o assol. tasca), specie di imbuto di tela contenente crema o altro per decorare dolci; sac à poche
Più precisamente, l'adoperano pasticcieri e cuochi per guarnire, infarcire o formare preparazioni dolci o salate, spremendo il contenuto attraverso una bocchetta liscia o spizzata. Si veda l'accezione 1d di tasca nel Treccani:
Sacchetto a forma di imbuto, per lo più di tela impermeabile, di diversa grandezza, che termina, nella parte più stretta, con un tubetto metallico, utilizzato in cucina o in pasticceria per preparare impasti di ingredienti varî, che possano essere poi presentati come vivande a sé o spremuti dal sacchetto per imbottire o decorare altre vivande o dolci.

Re: «Sac à poche» / «sac-à-poche»

Inviato: gio, 24 ott 2024 11:01
di domna charola
Ripesco perché stavo per aprire un filone, ma c'è già… l'altro giorno girando su faccia-libro, in una pagina di mala cucina, salta fuori un utente con questo ennesimo termine francese da cucina, sostenendo che non esiste l'equivalente italiano…
Rapida ricerca in rete, e in effetti non solo Treccani la chiama "tasca da pasticciere" - ché questo per il volgo esterofilo non rileva punto - ma addirittura una delle grosse ditte produttrici di materiali da cucina "usa e getta" si abbassa ancora a usare il plebeo termine italiano.
Forse c'è ancora speranza… :D

https://www.cuki.it/prepara/tasca-pasticciere

Re: «Sac à poche» / «sac-à-poche»

Inviato: gio, 24 ott 2024 16:40
di Millermann
Che sui libri di cucina, sui cataloghi di articoli per la pasticceria e anche sui siti di commercio in cui ci sono traduzioni automatiche si usi l'italiano tasca da pasticciere l'ho spesso notato, e la cosa non mi stupisce piú di tanto.

Quello che invece ho pure notato, e che m'infastidisce parecchio, è che nessuno (dico nessuno!) dei tanti «pasticcieri» famosi, famosissimi e anche no (alcuni dei quali vanto del nostro paese, essendo vincitori d'importanti premi internazionali :roll:) che appaiono nei numerosi programmi televisivi dedicati all'arte pasticcera s'è mai degnato –che dico? nemmeno sognato!– d'usare l'espressione italiana. Sempre e soltanto /saka'pɔʃ/ e saccapposc':mad:

Cos'avrà di tanto speciale uno pseudofrancesismo (che, quindi, oltralpe non s'usa nemmeno)? E poi, come si faceva prima?

Osservando i grafici di Ngram Viewer scopro che sia tasca da pasticciere sia sac à poche presentano diverse grafie alternative (e spesso scorrette), ma nel complesso si equivalgono. Però c'è una cosa che non mi aspettavo: sono entrambe definizioni recentissime, non piú vecchie degli anni '90. Ma allora, cosa usavano i pasticcieri per eseguire le decorazioni prima d'allora? Possibile che gli bastassero delle semplici siringhe da pasticceria? :?

Re: «Sac à poche» / «sac-à-poche»

Inviato: gio, 24 ott 2024 18:00
di brg
Millermann ha scritto: gio, 24 ott 2024 16:40 […]
Però c'è una cosa che non mi aspettavo: sono entrambe definizioni recentissime, non piú vecchie degli anni '90. Ma allora, cosa usavano i pasticcieri per eseguire le decorazioni prima d'allora? Possibile che gli bastassero delle semplici siringhe da pasticceria? :?
Il da me già citato "Tesoretto" (1988) dell'Oberosler viene in nostro soccorso: il capitolo quattro ci informa sull'uso della "poche o sacca o cartoccio". Cercando "cartoccio" si vede che il termine usato era proprio quello e che in origine lo strumento era proprio un cartoccio.
Nel "Trattato di cucina" di Giovanni Vialardi (1854) si trova scritto:
si mette entro un cartoccio di carta fatto piramidale del suddetto preparato [cioè il composto del gâteau di patate], indi tagliate la punta del cartoccio e premendolo colla mano si forma delle pallottole rotonde sulla tortiera […].
Ancora:
[…] decoratelo con butirro rosso, verde, e bianco di Monpellieri (sic!), formando delle specie di ghirlande di rose, mettendo il butirro un po' molle entro un cartoccio di carta, o meglio di carta pecora cucita, lasciando un piccolo buco alla punta, compremendo la parte larga chiusa tra le mani, e così formerete ogni sorta di decorazioni.
Ad un certo punto lo stesso testo suggerisce di usare un cartoccio di carta pecora come biberon.

Re: «Sac à poche» / «sac-à-poche»

Inviato: gio, 24 ott 2024 23:29
di domna charola
Io l'ho sempre sentita nominare "tasca", mio nonno quando faceva i dolci mi aveva insegnato come si fa la tasca arrotolando la carta oleata. Naturalmente, se diceva "tasca" davanti a una torta ricoperta di cioccolato e mentre stava preparando la ghiaccia reale, capivo al volo che non era la stessa tasca su cui stava lavorando con ago e filo mia nonna... non ricordo che fosse usata la specifica "da pasticcere", ma solo "tasca". Tant'è che quando ho letto della questione su faccia-libro, davanti all'affermazione "non esiste il termine in italiano", ho fatto un attimo mente locale su cosa cercare in rete, e mi è venuto subito naturale il termine "tasca"… perché la chiamavamo così. Mio nonno è mancato nel '71, quindi parliamo di un uso anteriore agli anni '70. Lui comunque aveva imparato a fare i dolci durante la Guerra, era nelle cucine ufficiali nelle retrovie nell'ultimo anno quando richiamarono quelli del '99, quindi probabile che conoscesse il termine da tempo.

Re: «Sac à poche» / «sac-à-poche»

Inviato: ven, 25 ott 2024 14:28
di brg
È chiaro che lo strumento in questione, come molti altri, ha avuto più nomi. Così come è chiaro che "tasca" indica quello strumento lì secondo il dizionario Treccani (def. 1.d). Tuttavia le attestazioni più antiche usano "cartoccio". D'altra parte "tasca" con quel significato non è riportato nei dizionari più antichi, per esempio il Tommaseo, mentre per "cartoccio" la definizione è sempre stata "recipiente fatto di carta ravvolta in forma di cono" tipicamente per generi alimentari, che è estremamente simile alla definizione del Treccani per la tasca da cuoco, cioè "sacchetto a forma di imbuto […]". La parola "sacca", poi, vale "tasca" nel meridione, secondo sempre il Treccani. Si può tranquillamente dire che le prime "poche" erano chiamate "cartocci".

Re: «Sac à poche» / «sac-à-poche»

Inviato: sab, 26 ott 2024 23:49
di domna charola
Quindi? Un sacco di cose nei secoli passati erano chiamate in altro modo. Oggi, a parte quelli che seguono le rubriche di alta cucina, l'oggetto è chiamato tasca: vuol dire che tutti sbagliano, oppure che il suo nome attuale in italiano è quello?
Cartoccio oggi è anche quello delle caldarroste, mentre la tasca non è più fatta di carta… Insomma, ha senso resuscitare un termine ormai obsoleto e che nessuno usa più? A quel punto, la sac-à-poche ce la meritiamo proprio.

Re: «Sac à poche» / «sac-à-poche»

Inviato: dom, 27 ott 2024 18:42
di brg
domna charola ha scritto: sab, 26 ott 2024 23:49 Quindi?
Quindi rispondevo all'utente Millerman, che si domandava perché "sac-à-poche" e "tasca da pasticcere" non si trovano nelle fonti prima degli anni '90. La riposta è che storicamente, cioè fino a qualche anno fa, quell'attrezzo non era comunemente chiamato così.
Infatti l'unica fonte autorevole che lo menziona, il Giuseppe Oberosler, lo chiama "poche" o "sacca" o "cartoccio".
domna charola ha scritto: sab, 26 ott 2024 23:49 Oggi, a parte quelli che seguono le rubriche di alta cucina, l'oggetto è chiamato tasca: vuol dire che tutti sbagliano, oppure che il suo nome attuale in italiano è quello?
Tutti chi? A parte il fatto che probabilmente l'oggetto è stato chiamato "poche" ben prima di "tasca" e che "tasca" non è altro che la traduzione bovina di "poche" in questo contesto, perdipiù rimane il problema che di nomi in italiano l'oggetto in questione ne ha correntemente molti altri: si chiama "manica" per Lacor, Tupperware e Pavoni; si chiama "sacca" per Schneider e Fatigati, che oltretutto la chiama pure "siringa per dolci con sacchetto" ecc.

Io personalmente la conoscevo come "manica".

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Aggiunta: mi è venuto il sospetto che "sac-à-poche" sia un ignorantismo per "sacca poche".

Re: «Sac à poche» / «sac-à-poche»

Inviato: dom, 27 ott 2024 21:39
di Valalli
brg ha scritto: dom, 27 ott 2024 18:42 Aggiunta: mi è venuto il sospetto che "sac-à-poche" sia un ignorantismo per "sacca poche".
In effetti, cercando nei dizionari monolingui, l'unica forma in francese riportata è poche a douille (CNRTL, Académie française, Wiktionnaire e Wikipédia), mentre alla voce sac (CNRTL e Académie française) non si trovano riferimenti all'espressione sac à poche.

Re: «Sac à poche» / «sac-à-poche»

Inviato: dom, 27 ott 2024 22:14
di Millermann
brg ha scritto: dom, 27 ott 2024 18:42 Aggiunta: mi è venuto il sospetto che "sac-à-poche" sia un ignorantismo per "sacca poche".
Sí, infatti, è perfettamente possibile. Come dicevo piú sopra, si tratta di uno pseudofrancesismo la cui origine è tutta italiana; io, a dire il vero, ho sempre pensato a «sacca a poche» come origine (anche per via della frequente pronuncia rafforzata /sakkap'pɔʃ/) ma, ora che lo dice, anche un semplice «sacca poche» (/sakka'pɔʃ/) mi sembra plausibile. :P

E si noti quanti esempi, in rete, usano proprio queste grafie! :roll:

Re: «Sac à poche» / «sac-à-poche»

Inviato: dom, 27 ott 2024 22:59
di brg
M'è venuto il sospetto vedendo che l'Oberosler scrive regolarmente "sacca (poche)".