«Urbex»

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G.B.
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«Urbex»

Intervento di G.B. »

È una parola macedonia dall'ingl. urban exploration e significa «espolorazione di luoghi abbandonati».
Se serve una parola unica e univoca per l'attività e per chi la pratica, avevo pensato a qualcosa come eremismo, eremista.
G.B.
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Urbex»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Eremismo ed eremista sono molto belli e sintetici, ma temo che siano per pochi eletti (coloro che ne conoscono l’etimologia greca). Nella mente dei piú evocherebbe l’idea di qualche movimento religioso, credo. Io mi limiterei al calco esplorazione urbana (esploratore urbano).
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G.B.
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Re: «Urbex»

Intervento di G.B. »

Ferdinand Bardamu ha scritto: mer, 30 mar 2022 10:19 Eremismo ed eremista sono molto belli e sintetici...
Grazie.
Ferdinand Bardamu ha scritto: mer, 30 mar 2022 10:19 ...ma temo che siano per pochi eletti (coloro che ne conoscono l’etimologia greca). Nella mente dei piú evocherebbe l’idea di qualche movimento religioso, credo.
Sí, forse anche di qualche «tendenza alla vita eremi(ti)ca».
G.B.
brg
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Re: «Urbex»

Intervento di brg »

Non me ne voglia, ma trovo che proporre di tradurre termini rozzi e gergali, come "urbex", con termini ricercati, come "eremismo", sia un errore. La connotazione dei due termini, nelle rispettive lingue, sarebbe completamente differente.
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G.B.
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Re: «Urbex»

Intervento di G.B. »

brg ha scritto: sab, 02 apr 2022 12:27 Non me ne voglia, ma trovo che proporre di tradurre termini rozzi e gergali, come "urbex", con termini ricercati, come "eremismo", sia un errore. La connotazione dei due termini, nelle rispettive lingue, sarebbe completamente differente.
No, forse ha ragione: sono stato frettoloso.
Una certa scuola di pensiero (invero qui poco rappresentata) nemmeno si romperebbe il capo intorno alla traduzione d'un forestierismo che «si legge come si scrive». Tuttavia, chi ha gusti difficili può sempre provare. È stato proposto il calco (che è la strada forse piú praticabile): ma se lei avesse qualche altra idea...
G.B.
brg
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Re: «Urbex»

Intervento di brg »

Sinceramente mi pare che "esplorazione urbana" sia una traduzione adeguata. Dando un'occhiata rapida a Wikipedia, si vede che nelle varie lingue "urban exploration" è reso come: "exploration urbaine", "exploración urbana", "exploração urbana", "αστική εξερεύνηση". La versione italiana, assieme a quella catalana, è l'unica che usa "urbex" come titolo della voce.

Il termine è generico e mal definito. Basta dare un'occhiata alla voce inglese per vedere l'ampia gamma di attività che questo o quello rimandano alla esplorazione urbana. Mi sono venute in mente varie possibili alternative, ma tutte insufficienti: "escursionismo urbano", per indicare che si tratta di attività ricreativa, "ruderismo", per indicare l'attrazione per i luoghi in rovina, "esplorativismo urbano", per tentare di indicare che l'esplorazione stessa è il fine, ecc.
Tuttavia "esplorazione urbana" si fa preferire, pur nella sua inadeguatezza, perlomeno per l'analogia con le altre lingue lingue. Noto infatti che, pur essendo presente un fattore esplorativo (o escursionistico) più o meno costante nelle varie attività ricondotte alla "urbex", a mancare spesso è proprio il fattore urbano: una fortificazione abbandonata non ha molto a che fare con la città, così come una vecchia installazione industriale di chissà dove. Insomma, il termine è nato male, speriamo che muoia presto.
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Carnby
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Re: «Urbex»

Intervento di Carnby »

Urbismo?
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Re: «Urbex»

Intervento di domna charola »

brg ha scritto: sab, 02 apr 2022 22:11 Tuttavia "esplorazione urbana" si fa preferire, pur nella sua inadeguatezza, perlomeno per l'analogia con le altre lingue lingue. Noto infatti che, pur essendo presente un fattore esplorativo (o escursionistico) più o meno costante nelle varie attività ricondotte alla "urbex", a mancare spesso è proprio il fattore urbano: una fortificazione abbandonata non ha molto a che fare con la città, così come una vecchia installazione industriale di chissà dove. Insomma, il termine è nato male, speriamo che muoia presto.
In effetti l'aggettivo "urbano" viene preso in contrapposizione a "naturale", riferito all'ambiente in cui l'attività si svolge, quindi vorrebbe dire "in ambiente artificiale" o antropico.
Analogamente, si ha anche la speleologia urbana, che esplora cavità artificiali non necessariamente all'interno di un'urbe, anche se in origine le prime esplorazioni sono state fatte in contesti effettivamente urbani.

Probabilmente il termine è nato con la disciplina, nel momento in cui si è pensato di trasferire al mondo urbano certe tecniche esplorative normali per il mondo naturale; poi man mano ci si è accorti che le stesse situazioni e approcci potevano essere applicate anche al singolo edificio abbandonato nella foresta, però l'oggetto iniziale è stato individuato nell'ambiente diametralmente opposto, e quindi ha finito per dare il nome alla disciplina.
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Urbex»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

brg ha scritto: sab, 02 apr 2022 22:11Mi sono venute in mente varie possibili alternative, ma tutte insufficienti: […] "ruderismo" […].
Beh, forse è troppo severo nel giudicarle tutte «insufficienti»: a me ruderismo pare molto ben trovato. Cosí si toglie di mezzo il problematico aggettivo urbano, che in italiano si riferisce soltanto alle città, mentre quest’attività si svolge in tutti gli edifici abbandonati, indipendentemente dalla posizione in mezzo alla città o in periferia. È ben vero che un rudere è ciò che resta di un’edificio antico che può «essere oggetto di studi archeologici», ma non mi sembra cosí fuori luogo una piccola estensione semantica che comprenda tutte le costruzioni in rovina o abbandonate, che siano o no d’interesse archeologico (e quasi sempre non sono).
brg
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Re: «Urbex»

Intervento di brg »

Ferdinand Bardamu ha scritto: gio, 07 apr 2022 11:45 [...] a me ruderismo pare molto ben trovato [...]
Un termine come "ruderismo" si allinea alle tendenze contemporanee della lingua italiana, ma non si allinea con i miei gusti personali. A parte il fatto che il termine originale è talmente vago che ormai viene usato anche per ambiti in cui non ci sono nemmeno più rovine o luoghi abbandonati o eremitici, cosa che non sarebbe poi un gran problema, è però il suffisso "-ismo" che mi dà fastidio. A lei parrà normale che, in una sezione intitolata "forestierismi", un traducente proposto su due termini in "-ismo": a me tale tendenza non piace e preferirei trovare alternative che non alimentino la moltiplicazione incontrollata degli ismi. Un tale Luigi Capuana nel 1898 scrisse un libro intitolato "Gli ismi contemporanei": se lo riscrivesse oggi, verrebbe fuori una collana in dodici tomi.
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