Omaggio di Lord Byron alla lingua italiana
Inviato: mer, 04 apr 2007 15:37
Per deliziare i vostri occhi e le vostre anime e perché possa essere fonte di riflessione, riporto qui di seguito una strofa estratta da Beppo: A Venetian Story (titolo italiano Beppo: una storia veneziana).
È una delle stanze che cantano i piaceri più profondi incontrati dal poeta in Italia, qui attratto dagli incanti della sua lingua incomparabile.
La traduzione è tratta da George Byron - Opere scelte, a cura di Tomaso Kemeny.
[44]
I love the language, that soft bastard Latin,
Which melts like kisses from a female mouth,
And sounds as if it should be writ on satin,
With syllables which breathe of the sweet South,
And gentle liquids gliding all so pat in,
That not a single accent seems uncouth,
Like our harsh northern whistling, grunting guttural
Which we're oblig'd to hiss, and spit, and sputter all.
[44]
Amo il linguaggio, quel soffice latino bastardo
che si scioglie come i baci di una bocca di donna,
e suona come se fosse scritto su raso,
con sillabe dal respiro del soave Meridione,
e liquide gentili che scorrono tutte così tempestive
che neppure un accento pare privo di grazia,
come il nostro aspro fischiare nordico, il grugnire gutturale
obbligati come siamo a sibilare, e a sputacchiare farfugliando.
È una delle stanze che cantano i piaceri più profondi incontrati dal poeta in Italia, qui attratto dagli incanti della sua lingua incomparabile.
La traduzione è tratta da George Byron - Opere scelte, a cura di Tomaso Kemeny.
[44]
I love the language, that soft bastard Latin,
Which melts like kisses from a female mouth,
And sounds as if it should be writ on satin,
With syllables which breathe of the sweet South,
And gentle liquids gliding all so pat in,
That not a single accent seems uncouth,
Like our harsh northern whistling, grunting guttural
Which we're oblig'd to hiss, and spit, and sputter all.
[44]
Amo il linguaggio, quel soffice latino bastardo
che si scioglie come i baci di una bocca di donna,
e suona come se fosse scritto su raso,
con sillabe dal respiro del soave Meridione,
e liquide gentili che scorrono tutte così tempestive
che neppure un accento pare privo di grazia,
come il nostro aspro fischiare nordico, il grugnire gutturale
obbligati come siamo a sibilare, e a sputacchiare farfugliando.