«Tunnel»

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

Intervieni
ilparoliere
Interventi: 110
Iscritto in data: sab, 13 nov 2021 15:50

«Tunnel»

Intervento di ilparoliere »

Segnalo, oltre a galleria e a traforo, anche l'esistenza dell'adattamento tunnello.
Avatara utente
G.B.
Interventi: 869
Iscritto in data: gio, 15 ago 2019 11:13

Re: «Tunnel»

Intervento di G.B. »

Gli adattamenti di questo tipo sono inconsueti e suscitano, nella migliore delle ipotesi, ilarità. Lei userebbe oggi *tunnello in una conversazione normale?
G.B.
Avatara utente
G. M.
Interventi: 2264
Iscritto in data: mar, 22 nov 2016 15:54

Re: «Tunnel»

Intervento di G. M. »

A parte l'inevitabile considerazione sociolinguistica di G.B. sulle difficoltà pratiche degli anni correnti (ma in determinati contesti, nello scritto e anche nel parlato, si può osare di più :wink:), e rimanendo all'aspetto glottotecnico più teorico, visto il lungo uso di tunnel anch'io avevo pensato a un adattamento, che però immaginavo sdrucciolo, tùnnelo (o tùnnele?), seguendo le lingue sorelle (sp. túnel, port. túnel, cat. túnel).

Di recente, tuttavia, ho pensato al verbo derivato in -are, al momento non (ancora?) molto diffuso, che mi suona più naturale con elle doppia, tunnellare (anziché tunnelare), e mi sono chiesto se per coerenza non fosse meglio qualcosa di più "toscaneggiante", del tipo tùnnello o tùnnelle. O, volendo, anche qualcosa di piano come il tunnèllo succitato, ma mi dispiaceva, in questo caso, perdere la coerenza colle altre lingue romanze.

Tornandoci sopra, mi è venuto poi il dubbio d'essere stato influenzato, nella preferenza per il verbo colla doppia, dall'inglese (non statunitense), con tunnelling, tunnelled, eccetera. :? Per cui mi sento ancora più confuso e non so bene che cosa sia preferibile. :P
Avatara utente
G.B.
Interventi: 869
Iscritto in data: gio, 15 ago 2019 11:13

Re: «Tunnel»

Intervento di G.B. »

Fuor di sociolinguistica, il «popolo» pare dicesse una volta —qualche toscano forse ancora— tunnelle, direi con accento sdrucciolo (come sèmelle, chífelle ecc.).
G. M. ha scritto: dom, 08 mag 2022 15:31 A parte l'inevitabile considerazione sociolinguistica di G.B. sulle difficoltà pratiche degli anni correnti...
Curiosità sull'opera che ho citato: nella sua «Avvertenza Preliminare» l'Autore dichiarerà di preferire il prestito integrale tramways alla forma italianizzata tranvai, giacché quest'ultima «non è che la corruzione della parola inglese, derivata dalla difficoltà incontrata e non superata del volgo nel pronunziarla». Per un'opera rientrante nella letteratura giuridica dell'epoca sembrava quindi convenevole all'avvocato G. B. Benvenuti di usare la forma non adattata «e poi sarà libero di pronunziar male chi voglia in omaggio all'uso popolare».

Qui vediamo bene in atto quel senso d'inadeguatezza che gli adattamenti popolari comunica(va)no al parlante colto, quando si tratta(va) di scrivere in àmbito formale. Se a ciò si aggiunge la tendenza individuata dal Migliorini di apprendere «con gli occhi anziché con gli orecchi», la «situazione sociolinguistica» d'oggi non dovrebbe stupirci. :cry:
G.B.
Avatara utente
Carnby
Interventi: 5246
Iscritto in data: ven, 25 nov 2005 18:53
Località: Empolese-Valdelsa

Re: «Tunnel»

Intervento di Carnby »

G.B. ha scritto: dom, 08 mag 2022 17:25 Fuor di sociolinguistica, il «popolo» pare dicesse una volta —qualche toscano forse ancora— tunnelle, direi con accento sdrucciolo (come sèmelle, chífelle ecc.).
Qui ancor oggi.
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 5 ospiti