Vocali medio-alte e medio-basse in Puglia: fonemi o allofoni?
Inviato: dom, 15 mag 2022 17:08
Ho letto in molte fonti che negli italiani regionali pugliesi le vocali medio-alte [ˈe], [ˈε] e medio-basse [ˈo] [ˈɔ] toniche non sono considerabili dei fonemi distinti, ma degli allofoni dei fonemi [ˈε] e [ˈɔ], essendo in distribuzione complementare. In sillaba aperta compaiono le medio-alte e in sillaba chiusa le medio-basse, da qui la famosa frase che un pugliese pronuncerebbe ''un p[o]co di p[ɔ]llo''. Ora, vivendo in Puglia da quasi 23 anni, ossia da quando sono nato, posso sostenere con certezza che non è proprio così. Prima di tutto, in sillaba aperta di parola sdrucciola e tronca ci sono le medio-basse, ma anche in sillaba aperta di parola piana non ricorrono mica sempre e solo le medio-alte. Per farla breve, la generalizzazione che ho fatto è la seguente: [ˈε] e [ˈɔ] diventano [ˈe] e [ˈo] in sillaba aperta di parola piana seguita da una sillaba di tipo V o CV. Quindi c[ˈo]sa, b[ˈe]ne, p[ˈo]co, er[ˈo]e sono pronunciate con vocali medio-alte. Di contro, g[ˈε]nio, pr[ˈε]mio, v[ˈε]tro, inn[ˈɔ]cuo, sono pronunciati con medio-basse sebbene le vocali medie si trovino in sillaba aperta di parola piana. La sillaba che segue infatti è di tipo CCV.
Il problema sorge quando nel contesto che farebbe scattare la regola, ossia [ˈε], [ˈɔ] ⇾ [ˈe], [ˈo] / {_ . V #} {_ . CV #}, possono trovarsi anche le medio-basse. I plurali di parole come g[ˈε]nio, pr[ˈε]mio, sono g[ˈε]ni, pr[ˈε]mi, con una medio-bassa anche se dovrebbero avere una medio-alta. Visto che queste parole possono costituire anche coppie minime col plurale di gene e la seconda persona singolare del presente indicativo del verbo premere,
g[ˈε]ni (persone geniali) di contro a g[ˈe]ni (del corpo)
pr[ˈε]mi (plurale di premio) di contro a pr[ˈe]mi (tu premi).
Potremmo affermare che sono fonemi distinti invece che allofoni?
Il mio dubbio è che ci possa essere qualche vincolo morfologico che impedisce di conferirgli statuto fonematico, avendo normalmente g[ˈε]ni e pr[ˈε]mi nei morfemi lessicali una [j] che scompare prima di [i], mentre in g[ˈe]ni e pr[ˈe]mi non c'è nessuna [j]. Comunque però nei plurali di genio e premio io non pronuncio nessuna [j] che pronuncerei al singolare.
Tutto questo è riferito all'italiano regionale della mio paese, Bisceglie (BT), ma è uguale anche nella maggior parte(sebbene non in tutti) degli altri comuni pugliesi.
Voi che ne pensate?
Il problema sorge quando nel contesto che farebbe scattare la regola, ossia [ˈε], [ˈɔ] ⇾ [ˈe], [ˈo] / {_ . V #} {_ . CV #}, possono trovarsi anche le medio-basse. I plurali di parole come g[ˈε]nio, pr[ˈε]mio, sono g[ˈε]ni, pr[ˈε]mi, con una medio-bassa anche se dovrebbero avere una medio-alta. Visto che queste parole possono costituire anche coppie minime col plurale di gene e la seconda persona singolare del presente indicativo del verbo premere,
g[ˈε]ni (persone geniali) di contro a g[ˈe]ni (del corpo)
pr[ˈε]mi (plurale di premio) di contro a pr[ˈe]mi (tu premi).
Potremmo affermare che sono fonemi distinti invece che allofoni?
Il mio dubbio è che ci possa essere qualche vincolo morfologico che impedisce di conferirgli statuto fonematico, avendo normalmente g[ˈε]ni e pr[ˈε]mi nei morfemi lessicali una [j] che scompare prima di [i], mentre in g[ˈe]ni e pr[ˈe]mi non c'è nessuna [j]. Comunque però nei plurali di genio e premio io non pronuncio nessuna [j] che pronuncerei al singolare.
Tutto questo è riferito all'italiano regionale della mio paese, Bisceglie (BT), ma è uguale anche nella maggior parte(sebbene non in tutti) degli altri comuni pugliesi.
Voi che ne pensate?