«Boršč», «borshch», «borsch», «bortsch», «borscht»

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G. M.
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«Boršč», «borshch», «borsch», «bortsch», «borscht»

Intervento di G. M. »

Il boršč, riportato in varie grafie a seconda della lingua di partenza e della precisione della traslitterazione (nel caso di quelle scritte con altri alfabeti), è definito così dal GDLI (Supplemento 2009, pp. 120121):
Borsch /bɔrʃ*/ (bortsch), sm. Invar. Gastron. Zuppa a base di barbabietole, patate, carne e panna acida, tipica della cucina russa.
C. Levi, 4-28: Sulla tavola c'era tutto, tutto quello che poteva prevedersi da uno straniero in un pranzo russo: la vodka, il caviale, lo storione, il salmone, ogni sorta di pesci affumicati o marinati, e poi il boršč, il pollo in gelatina, e le carni, e così via. La Repubblica delle Donne [14-XI-2000]: Nella mensa azzurro-cielo c'è profumo di dolci e borsch.
= Adattamento grafico di una voce russa.
Oggi, con la guerra in corso e le varie questioni culturali connesse, molti indicano che il piatto troverebbe le sue origini più propriamente nella cucina ucraina.

Il termine è adattato o semiadattato nelle varie lingue. In Google Libri, per l'italiano, si trova qualche attestazione di borsce:

Il Kivas è un liquido usitatissimo in Russia tanto come bevanda, come pure per ingrediente indispensabile per due minestre agre che mangiano i Contadini chiamate Scì, e borsce. (1844 [circa?])

Chi lamentarsi ardisce allor che ha l'alto
Onore di servir l'imperatore?
Non versa sopra voi, miseri vermi,
L'infinito tesor delle sue grazie?
Che vi manca? Di kuàs (3) forse saziarvi
Alcun vi nega? O non avete klèba (4)
E borsce (5) più che non vi spetta? Ah! forse
La cara votka (6) voi vorreste inoltre?
(1857)

[...] faccio osservare a Giorgio che abbiamo ordinato un «borsce» da più di mezz'ora, e chi sa quanto dovremo aspettare ancora prima di vederlo [...] (1959)

Ettore Lo Gatto ha italianizzato la parola boršč in "borsce", ma il tentativo non ha avuto successo. (1994) (☹️)

E poco altro (al momento).
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Carnby
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Re: «Boršč», «borshch», «borsch», «bortsch», «borscht»

Intervento di Carnby »

Del resto, se in Italia abbiamo il San Marzano Borsci (di origine albanese: Borshi) e un località umbra si chiama Marsciano, ci può stare anche il borsce. Tutto questo tenendo ben presente che una sequenza /rʃ/ è un po’ alla periferia dell'italiano (e impossibile in toscano).
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G. M.
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Re: «Boršč», «borshch», «borsch», «bortsch», «borscht»

Intervento di G. M. »

Carnby ha scritto: mer, 08 giu 2022 6:02 [...] Tutto questo tenendo ben presente che una sequenza /rʃ/ è un po’ alla periferia dell'italiano (e impossibile in toscano).
Chiaro; qui mi sembra tollerabile perché in un nome "esotico" e comunque di uso molto poco comune.
Ozzi
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Re: «Boršč», «borshch», «borsch», «bortsch», «borscht»

Intervento di Ozzi »

G. M. ha scritto: gio, 09 giu 2022 17:08
Carnby ha scritto: mer, 08 giu 2022 6:02 [...] Tutto questo tenendo ben presente che una sequenza /rʃ/ è un po’ alla periferia dell'italiano (e impossibile in toscano).
Chiaro; qui mi sembra tollerabile perché in un nome "esotico" e comunque di uso molto poco comune.
Ho cercato borsc sul DiPI, che attesta la pronuncia /-rʧ/, considerata tollerabile. Quindi, se /rʃ/ ci suona troppo esotico e non abbastanza italiano, possiamo adattarlo in borce, che suona più naturale di borsce. Però l'italiano ha sempre chiuso un occhio ai termini esotici e ai tecnicismi, fonotatticamente parlando, quindi possiamo anche lasciar stare borce e usare borsce, poiché il secondo almeno è attestato in vari testi, il primo no.
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