Ha prodotto i derivati ufologo, ufologia, ufologico.ufo2 (o UFO) s. m. [sigla della locuz. ingl. unidentified flying object «oggetto volante non identificato»], invar. – Oggetto volante di notevoli dimensioni e di natura non accertabile, chiamato anche disco volante, di cui si dà spesso notizia che sarebbe stato rilevato a vista o con strumenti varî (radar, macchine fotografiche, ecc.), ritenuto, secondo ipotesi più o meno fantasiose, un mezzo di navigazione o di osservazione spaziale di esseri extraterrestri: si tratta in genere di apparenze ottiche luminose sulla volta celeste dovute a fenomeni atmosferici (miraggi, rifrazioni anormali, ecc.), oppure di oggetti reali, per es. palloni sonda meteorologici, quando non il frutto di abili contraffazioni fotografiche.
Il calco all'italiana, dalle iniziali di oggetto volante non identificato, sarebbe OVNI, registrato dal Garzanti. Un esempio d'uso rilevante mi sembra questo che si trova sul sito del nostro Ministero della difesa. (Ma dato che siamo itanglesi e non ci vogliamo smentire troppo, la filza del modulo lì citato, che pur ha scritto «O.V.N.I.» tre volte e anche ben chiaro in alto, porta il nome ModuloUFO.pdf ).
Se, come presumibile, si pronuncia /ɔ̍vni/ (e non /ɔvvuɛnnei̍*/), trattandosi d'un nome comune secondo me si potrebbe anche scrivere in lettere minuscole, ovni.
UFO conosce una certa diffusione anche nelle altre lingue romanze, ma lì, come al solito, è molto più diffuso che da noi il termine locale, che è identicamente ovni in francese, spagnolo e catalano, e óvni col segnaccento in portoghese.
Nel mio libro sull'itanglese di qualche anno fa, m'interrogavo su come rifare i derivati, e proponevo «ovniologo e ovniologia (seguendo tisiologo e tisiologia da tisi, analogamente in -i)». Li immaginavo con /-jɔ̍-/ e /-jo-/ (anziché /-i.ɔ̍-/ e /-io-/), seguendo appunto tisiologo, dato come /tizjɔ̍loɡo/ nel DOP ([anc?]ora non accessibile in linea, ma così sul cartaceo ) e nel Treccani (che scrive tiṡiòlogo e non tiṡïòlogo; cfr. bïòlogo). Il chebecchese OQLF raccomanda sia ovniologie sia ovnilogie, senza dare una preferenza.
Come nel caso di un'altra sigla che ho citato di recente, anche qui abbiamo che la sigla all'inglese (letta ovviamente all'italiana) è di struttura più italiana di quella italiana odierna. Nello stesso libro scrivevo che «È vero che la sequenza -vn- non è molto italiana; potremmo tollerarla essendo in un termine raro, come facciamo per vari termini scientifici, o in alternativa inserire una vocale: magari una o, in coerenza con volante, e fare quindi òvoni.»