domna charola ha scritto: ↑mer, 15 giu 2022 12:27Quindi la domanda è: solo nei cibi in cui questi composti sono presenti riconosciamo la caratteristica di sapidità? Treccani esemplifica anche con "un vino sapido": il vino contiene le molecole dell'
umami? Una tavoletta di cioccolato o una torta ha
umami?
La risposta non è univoca. In realtà, stando ad alcuni «esperti», sembra che riconosciamo la «sapidità» anche in certi cibi che non contengono i composti dell'
umami, come, per l'appunto, il cioccolato fondente. Alcuni vini, comunque (come
scerri e
marsala, ricchi di nucleotidi) pare che trasmettano questo sapore, sempre in misura limitata e in base al processo di vinificazione.
In ogni caso, questo
umami è un termine visto come tipicamente giapponese in tutte le lingue, perciò, per una volta che troviamo un forestierismo che rispetta le regole fono-morfologiche dell'italiano piú di quanto rispetti quelle dell'inglese o del francese, vogliamo pure tradurlo?
P.S. In giapponese
umami significa letteralmente
sapore gustoso. Mi sembra un po' di parte: si sa che i gusti sono soggettivi! Io, per spiegare bene questo sapore agli italiani, ricordando una
vecchia pubblicità, lo avrei definito
sapore... di dado!
P.P.S. A pensarci bene... Perché no? Se proprio vogliamo una traduzione, direi che
sapore di dado per
umami mi sembra ragionevole, oltre che, come si sente dire oggi per la solita interferenza dell'inglese, piuttosto «accurato».