«Monadnock/inselberg»
Moderatore: Cruscanti
«Monadnock/inselberg»
Ho appena scoperto questi due forestierismi uno d’origine inglese, l’altro tedesco: monadnock e inselberg; indicano tutti e due la solita cosa, ovvero una formazione geologica in rilievo isolata; secondo alcuni autori il monadnock è più basso di un inselberg ma con caratteristiche del tutto analoghe. Siccome fa parte delle terminologia scientifica, ci starebbe bene un bel composto greco, ma non mi viene a mente nulla di accettabile.
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Re: «Monadnock/inselberg»
Oddio... si usa talmente poco anche nel gergo tecnico che non so se valga la pena spremersi le meningi.
Comunque, richiede un termine estremamente preciso, che identifichi esclusivamente i rilievi in rocce granitoidi, completamente isolati rispetto alla piana circostante, e sviluppati per alterazione chimica selettiva in condizioni climatiche "tropicali"; va bene quindi una nuova formazione composta greca, che non permetta confusioni.
Anche se il termine all'origine indicava una "collina isolata", infatti, è entrato nell'uso per poter distinguere quel preciso tipo di genesi e di litologia, fra tutte le possibili "colline isolate" che tali restano perché hanno genesi diversa.
Ad esempio, il Monte Orfano nel bresciano non è un inselberg, ma una piega affiorante; così anche il Colle di San Colombano, nel Lodigiano, che sorge dal nulla nella pianura, non è un inselberg ma una piega, la piega più esterna e recente della catena appenninica in questa zona.
Comunque, richiede un termine estremamente preciso, che identifichi esclusivamente i rilievi in rocce granitoidi, completamente isolati rispetto alla piana circostante, e sviluppati per alterazione chimica selettiva in condizioni climatiche "tropicali"; va bene quindi una nuova formazione composta greca, che non permetta confusioni.
Anche se il termine all'origine indicava una "collina isolata", infatti, è entrato nell'uso per poter distinguere quel preciso tipo di genesi e di litologia, fra tutte le possibili "colline isolate" che tali restano perché hanno genesi diversa.
Ad esempio, il Monte Orfano nel bresciano non è un inselberg, ma una piega affiorante; così anche il Colle di San Colombano, nel Lodigiano, che sorge dal nulla nella pianura, non è un inselberg ma una piega, la piega più esterna e recente della catena appenninica in questa zona.
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Re: «Monadnock/inselberg»
Per inselberg direi semplicemente inselbergo, che richiama il miglioriniano isbergo per iceberg.
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Re: «Monadnock/inselberg»
Vero, non ci avevo pensato. Dovendo sostituire un vocabolo tecnico, quindi con la necessità di essere immediatamente localizzato dagli addetti ai lavori che volessero parlare italiano, la soluzione più efficace è l'adattamento, che lo rende ben riconoscibile comunque.
Re: «Monadnock/inselberg»
Qualcosa come "unimonte", no?
Re: «Monadnock/inselberg»
Mi perdoni, ma sinceramente non vedo la necessità di impiegare un prefisso greco per una parola latina, quando già esiste un prefisso latino del tutto equivalente.
Perché suona più "scientifico"? Ma allora tanto varrebbe usare direttamente l'inglese, perché al momento niente suona più "scientifico" di quello. Anzi potremmo inventarci direttamente un itanglesismo, come "baby gang", che so, "lonerock". Avrebbe un successone immediato, in Italia.
Se vuole usare il greco, allora dovrebbe proporre qualcosa come "litomonade" od "oromonade", ma sinceramente "unimonte" mi pare più immediato e trasparente.
Perché suona più "scientifico"? Ma allora tanto varrebbe usare direttamente l'inglese, perché al momento niente suona più "scientifico" di quello. Anzi potremmo inventarci direttamente un itanglesismo, come "baby gang", che so, "lonerock". Avrebbe un successone immediato, in Italia.
Se vuole usare il greco, allora dovrebbe proporre qualcosa come "litomonade" od "oromonade", ma sinceramente "unimonte" mi pare più immediato e trasparente.
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Re: «Monadnock/inselberg»
Nel caso di un termine molto specifico e tecnico, mi sa che la "trasparenza" la dà il fatto di richiamarsi il più possibile a quello corrente nel linguaggio scientifico, quindi adattando direttamente da quest'ultimo.
D'altra parte, per avere successo un termine alternativo dovrebbe trovare innanzitutto una validazione nei canali ufficiali, da parte degli addetti ai lavori - geologici in questo caso - dovrebbe cioè comparire innanzitutto nei manuali della disciplina, nelle definizioni, nelle didascalie delle immagini negli articoli dedicati. Uno studente, all'esame di geomorfologia, difficilmente userà un termine che non sia quello riportato sui testi consigliati: o non lo conosce del tutto, o se lo riconosce come traducente, non oserà comunque sostenerne la validità. E superato l'esame, continuerà a chiamare le cose con il loro nome scientifico "internazionale", cioè validato dalla comunità scientifica attraverso le pubblicazioni di base - manuali - nelle varie lingue.
Se in questo tipo di testi di formazione nessuno inizia a stravolgere il mondo, scrivendo "d'ora innanzi propongo di sostituire "inselberg" con "monomonte", e ne codifica quindi definizione e uso, nessuno lo userà mai.
Ma perché un ricercatore dovrebbe impegnarsi ad aumentare la babele dei termini scientifici, quando la tendenza - condivisibile perché punta alla massima efficienza - è ad avere un linguaggio univoco e il più possibile condiviso? Perché aggiungere un nuovo nome astruso, quando basta adattare in maniera immediatamente identificabile il termine che già esiste?
D'altra parte, per avere successo un termine alternativo dovrebbe trovare innanzitutto una validazione nei canali ufficiali, da parte degli addetti ai lavori - geologici in questo caso - dovrebbe cioè comparire innanzitutto nei manuali della disciplina, nelle definizioni, nelle didascalie delle immagini negli articoli dedicati. Uno studente, all'esame di geomorfologia, difficilmente userà un termine che non sia quello riportato sui testi consigliati: o non lo conosce del tutto, o se lo riconosce come traducente, non oserà comunque sostenerne la validità. E superato l'esame, continuerà a chiamare le cose con il loro nome scientifico "internazionale", cioè validato dalla comunità scientifica attraverso le pubblicazioni di base - manuali - nelle varie lingue.
Se in questo tipo di testi di formazione nessuno inizia a stravolgere il mondo, scrivendo "d'ora innanzi propongo di sostituire "inselberg" con "monomonte", e ne codifica quindi definizione e uso, nessuno lo userà mai.
Ma perché un ricercatore dovrebbe impegnarsi ad aumentare la babele dei termini scientifici, quando la tendenza - condivisibile perché punta alla massima efficienza - è ad avere un linguaggio univoco e il più possibile condiviso? Perché aggiungere un nuovo nome astruso, quando basta adattare in maniera immediatamente identificabile il termine che già esiste?
Re: «Monadnock/inselberg»
Quindi inselbergo?
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Re: «Monadnock/inselberg»
Penso di sì... è brutto, ma *monannocco a me suona peggio; considerato poi che sono pure venezianofona...
Re: «Monadnock/inselberg»
Qui la controprova fattuale è che gli americani si siano inventati "monadnock", quando già esisteva da tempo "inselberg". E in Sudafrica si sono inventati "koppie", sempre per indicare la stessa cosa.domna charola ha scritto: ↑gio, 07 lug 2022 17:06 Ma perché un ricercatore dovrebbe impegnarsi ad aumentare la babele dei termini scientifici, quando la tendenza - condivisibile perché punta alla massima efficienza - è ad avere un linguaggio univoco e il più possibile condiviso?
Re: «Monadnock/inselberg»
Scusate l'intromissione, volendo a tutti i costi il grecismo, c'è un passo nell'opera di Strabone (STR. 3.1.7), in cui il geografo parla di un monte nel territorio dei Bastetani, il monte Calpe, che oggi corrisponde alla «Rocca di Gibilterra». Da lontano, questo ὄρος è cosí alto e ripido —commenta Strabone— da sembrare νησοειδές «simile a un'isola».
Ora, qui si tratta di un promontorio, quindi la «somiglianza a un'isola» si spiega piuttosto per l'acqua intorno. Cionnondimeno, nulla vieta a un esperto illuminato di formare, sull'esempio di Insel- «isola» berg «monte», [ὄρος] *nesoide.
Ora, qui si tratta di un promontorio, quindi la «somiglianza a un'isola» si spiega piuttosto per l'acqua intorno. Cionnondimeno, nulla vieta a un esperto illuminato di formare, sull'esempio di Insel- «isola» berg «monte», [ὄρος] *nesoide.
G.B.
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Re: «Monadnock/inselberg»
Stiamo però parlando di letteratura geomorfologica del secolo scorso. I due termini coesistono perché, soprattutto una volta, ogni "scuola" tendeva a promuovere il proprio lavoro e le proprie teorie interpretative. Parliamo anche di epoche in cui chiedere a un convegno anche solo il riassunto in inglese generava crisi identitarie, o quasi; oggi si cerca il più possibile di pubblicare in una sola lingua, per raggiungere la comunità scientifica internazionale, perché l'obiettivo di chi fa ricerca è di renderla nota a tutti i colleghi, e possibilmente apprezzata e approvata.brg ha scritto: ↑gio, 07 lug 2022 20:02Qui la controprova fattuale è che gli americani si siano inventati "monadnock", quando già esisteva da tempo "inselberg". E in Sudafrica si sono inventati "koppie", sempre per indicare la stessa cosa.domna charola ha scritto: ↑gio, 07 lug 2022 17:06 Ma perché un ricercatore dovrebbe impegnarsi ad aumentare la babele dei termini scientifici, quando la tendenza - condivisibile perché punta alla massima efficienza - è ad avere un linguaggio univoco e il più possibile condiviso?
Quindi, volenti o nolenti, ci si adatta nel proprio interesse e in quello della ricerca, interesse che per uno scienziato che aspira ad appartenere alla comunità internazionale viene ben prima dei campanilismi linguistici: l'importante è "comunicare", e se è in inglese, obtorto collo ma si fa...
In questo quadro, persino monadnok e inselberg non sono considerati da molti come sinonimi, ovvero, si è cercato di fare chiarezza in questa proliferazione di termini, proponendo due definizioni distinte, una per ciascuno, legate a differenti condizioni nella genesi della forma, che si riflettono ovviamente in processi fisici e/o chimici diversi, come agenti morfogenetici.
"Koppie" è un termine locale, invece, legato agli idiomi sudafricani, e non ricordo di averlo mai incontrato in un lavoro scientifico recente; magari può essere citato fra virgolette, per creare un aggancio con vecchi lavori a scala locale, però come termine geomorfologico non si usa, quindi è fuori discorso.
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