«Premier» e derivati

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G. M.
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«Premier» e derivati

Intervento di G. M. »

C'è un filone intitolato «Premier» e «leader», ma visto che si tratta di due termini diversi, e a parte qualche intervento è tutto dedicato a discutere il secondo, mi sembra più comodo riaprire la discussione con un nuovo filone specifico. Riporto due interventi su premier sotto.

Dal Treccani:
premierprèmië〉 s. ingl. [dal fr. premier «primo», che è il lat. primarius (v. primario e primiero)] (pl. premiersprèmië∫〉), usato in ital. al masch. e al femm. (e comunem. pronunciato 〈prèmier〉). – In Gran Bretagna (per abbrev. di premier minister), titolo ufficiale del primo ministro; per estens., titolo dato anche ai primi ministri dei paesi del Commonwealth e ai primi ministri o presidenti del Consiglio dei ministri di altre nazioni: il p. britannico; la p. ucraina.
In particolare, oggi premier è comunissimo in Italia per indicare (più o meno impropriamente) il presidente del Consiglio dei ministri italiano.

C'è il derivato premierato:
premierato s. m. [der. dell’ingl. premier «primo ministro»]. – Nel linguaggio politico, carica, ufficio di premier; con sign. partic., sistema di governo basato sull’elezione diretta del premier, cioè del presidente del Consiglio dei ministri: la commissione parlamentare discuterà la scelta tra semipresidenzialismo e premierato.
Altri derivati più o meno occasionali: premierista, salva-premier; in Rete qualche attestazione di premierabile.

Nel precedente filone si scriveva:
Marco1971 ha scritto: dom, 19 mar 2006 0:04 Due anglismi che mi danno particolarmente fastidio, perché inutilissimi, sono premier e leader. Se per pigrizia non si riesce a dire primo ministro, non si vede perché, allora, non si sia accorciato in primo, che è esattamente il senso di premier – che l’inglese mutuò dal francese.
Federico ha scritto: dom, 19 mar 2006 8:07 Tecnicamente "primo ministro" non si può dire in Italia (cosí sapevo) perché il Presidente del Consiglio non è gerarchicamente superiore agli altri ministri e non ha certi poteri (anche se in effetti con le ultime modifiche costituzionali li ha eccome: ma non durerà), insomma è "solo" un primus inter pares.
Certo, è assurdo che per questo motivo si usi "premier" che ha lo stesso identico significato, ma naturalmente essendo abusato l'ha perso, tanto che si chiama "premierato forte" quello che basterebbe definire "premierato" (almeno credo, guardando la definizione che ne dà il Treccani in linea).
Da qualche tempo ho un'ideuzza che mi gira in testa, che non è poi dissimile dalla proposta di Marco. Non ne sono molto convinto, ma intanto ve la espongo così che possiate pensarci anche voi. E se si risemantizzasse primiero per dire premier? Rifacendo facilmente i derivati: primierato, primierista... Il primiero britannico; la primiera ucraina. Potrebbe avere senso a parer vostro?
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Carnby
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Re: «Premier» e derivati

Intervento di Carnby »

Basta premiero (che poi è variante antica di primiero), così tutti i composti restano come sono.
Avatara utente
andrea scoppa
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Re: «Premier» e derivati

Intervento di andrea scoppa »

Carnby ha scritto: sab, 06 ago 2022 14:12 ...così tutti i composti restano come sono.
E in proclisia, troncando, la dissomiglianza colla pronuncia in voga s'infievolisce ancor di piú. V.g. premièr Pinco Pallino (ufficio curioso, vista la sua attitudine).
È cosí piana e naturale e lontana da ogni ombra di affettazione, che i Toscani mi pare, pel pochissimo che ho potuto osservare parlando con alcuni, che favellino molto piú affettato, e i Romani senza paragone.
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