«Costretto a» o «costretto di»?

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Carlo_Porta04
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«Costretto a» o «costretto di»?

Intervento di Carlo_Porta04 »

Buon giorno a tutti cruscanti,
leggendo "I promessi sposi" ho notato che il Manzoni usa spesso la preposizione a dopo il passivo di costringere per reggere le subordinate implicite. Esempio: "Allora Gertrude, che non l'avrebbe voluto a quella condizione, era costretta di tirarsi indietro, di rifiutar quasi [...], di rimettersi da sé [...].". Non trovando dopo alcune ricerche esempî o regole che sostenessero questo costrutto, mi chiedo s'esso nell'italiano d'oggi sia corretto e/o eguale rispetto al normale con la preposizione di. Cordiali saluti e ringrazio in anticipo
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G.B.
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Iscritto in data: gio, 15 ago 2019 11:13

Re: «Costretto a» o «costretto di»?

Intervento di G.B. »

Non so che edizione stia leggendo, ma nella quarantana prevale costretto/a a. Se confronta la seconda edizione, vedrà, in proposito, proprio tre correzioni nei seguenti punti:
  • Era egli informato da tutt’altra parte, come a Venezia, s’era preso grand’animo, per la sommossa di Milano; come, da principio, vi s’era creduto ch’egli ne sarebbe costretto di levar le tende d’attorno a Casale (Promessi Sposi, 1827, XXVII).
  • Il vecchio Ferrer presentava ora all’una, ora all’altra finestrina degli sportelli, una faccia tutta umile, tutta piacevole, tutta amorosa, una faccia che aveva tenuta sempre in serbo per quando mai si trovasse al cospetto di don Filippo IV; ma fu costretto di spenderla anche in questa occasione (Promessi Sposi, 1827, XIII).
  • ...si mormorava il nome di colui, che noi, grazie a quella benedetta, per non dir altro, circospezione dei nostri scrittori, saremo costretti di chiamare l’innominato (Promessi Sposi, 1827, XIX).
G.B.
valerio_vanni
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Re: «Costretto a» o «costretto di»?

Intervento di valerio_vanni »

Nell'italiano di oggi, almeno quello che parlo e ascolto io, sento sempre «costretto a».
Avatara utente
andrea scoppa
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Re: «Costretto a» o «costretto di»?

Intervento di andrea scoppa »

La Luti, in risposta a una lettera, prescrisse al Manzoni «costringere a [fare]», in conformità dell'uso vivo fiorentino (v. qui).
È cosí piana e naturale e lontana da ogni ombra di affettazione, che i Toscani mi pare, pel pochissimo che ho potuto osservare parlando con alcuni, che favellino molto piú affettato, e i Romani senza paragone.
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