«Dottore della Chiesa» al femminile

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G. M.
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«Dottore della Chiesa» al femminile

Intervento di G. M. »

Dal Treccani (sottolineatura mia):
dottóre s. m. (f. -éssa, e in alcuni usi anche dottóra) [dal lat. doctor -oris «maestro», der. di docere «insegnare»]. – 1. Propr., chi ammaestra in una dottrina, chi esercita l’ufficio d’insegnare: Poscia ch’io ebbi ’l mio d. udito (Dante); in partic.: i d. della legge, quelli che insegnavano e interpretavano la legge giudaica; i d. della Chiesa, gli scrittori illustri per santità di vita e ortodossia, ma soprattutto per la loro scienza eminente nelle cose sacre, cui questo titolo è stato attribuito con decreto del papa o del concilio ecumenico. [...]
Nel 1970 viene proclamato il primo dottore della Chiesa donna, ovvero santa Teresa d'Avila. Oggi sono quattro in totale.

Il Treccani non dà indicazioni specifiche, e quindi ci aspetteremmo che il femminile del termine sia dottoressa della Chiesa, come dottoressa lo è di dottore in generale. Si rileva invece che il termine è usato in modo preponderante al maschile anche per riferirsi a donne; le attestazioni del femminile "regolare" sono poche.

Paolo VI stesso, nelle omelie di proclamazione per Teresa d'Avila e Caterina da Siena, le prime due, usò sempre il maschile per riferirsi a entrambe. Tuttavia, nelle versioni dei discorsi tradotte in spagnolo e portoghese sul sito del Vaticano, è usato normalmente il femminile, Doctora e Doutora! :?

La cosa mi incuriosisce perché, per il resto, nell'àmbito della Chiesa storicamente la tendenza è stata quella di avere forme femminili ben marcate, anche di più di quello che vorrebbe l'italiano in generale: (a[b])badessa, madre superiora, priora, generalessa, diaconessa...

Che cosa ne pensate? Quale uso vi sembra più corretto e giustificabile?
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Dottore della Chiesa» al femminile

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Nella guichipedia in latino, alla voce «Teresia Abulensis», si legge «Doctrix Ecclesiae Romanae Catholicae habetur». Dottrice della Chiesa, proprio in riferimento a Santa Teresa d’Avila, si legge in vari luoghi delle «Opere complete della S. M. Teresa di Gesú», edizione datata 1856.
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lorenzos
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Re: «Dottore della Chiesa» al femminile

Intervento di lorenzos »

Mi pare che dottora della chiesa sia già (ben) attestato.
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
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G. M.
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Re: «Dottore della Chiesa» al femminile

Intervento di G. M. »

Ferdinand Bardamu ha scritto: sab, 20 ago 2022 21:04 Nella guichipedia in latino, alla voce «Teresia Abulensis», si legge «Doctrix Ecclesiae Romanae Catholicae habetur».
Vedo che compare qua e là in Rete. Come al solito il mio latino è troppo scarso per dare un giudizio di valore. Rilevo però che nelle lettere apostoliche di proclamazione, in latino (1, 2, 3), è usato sempre il maschile, Doctor, come in italiano. Unica eccezione, una citazione nel primo documento:
  • Neque umquam in Ecclesia extenuata est opinio virginem Abulensem haberi posse doctorem. Sufficit theologorum Salmanticensium mentem proponere. Hi, cum ea de re quaestio esset, anno MDCLVII palam scripserunt: «habet autem doctricis aureolam matriarche nostra beata Teresia, cuius singularem doctrinam . . . tamquam e caelo emanatam recipit et approbat Ecclesia».
Che tuttavia viene maschilizzata nella traduzione in italiano:
  • Mai venne meno nella Chiesa il pensiero che la vergine di Avila potesse essere stimata dottore. Basti menzionare il parere dei teologi Salmanticensi i quali, essendoci una controversia a questo proposito, scrissero apertamente nell'anno 1657: «Ora la nostra beata madre Teresa ha l'aureola di dottore e la Chiesa riceve e approva la sua singolare dottrina . . . come proveniente dal cielo».
Ferdinand Bardamu ha scritto: sab, 20 ago 2022 21:04Dottrice della Chiesa, proprio in riferimento a Santa Teresa d’Avila, si legge in vari luoghi delle «Opere complete della S. M. Teresa di Gesú», edizione datata 1856.
Sembra essere qualcosa di rarissimo; al momento quello è l'unico testo con la locuzione in Google Libri (le altre attestazioni fornite da Google sono tutte errori di lettura per dottrine della Chiesa), e dottrice avrebbe praticamente carattere neologico: non è un po' superfluo, usandoci già il "banale" dottoressa che appartiene alla lingua?
lorenzos ha scritto: sab, 20 ago 2022 23:12 Mi pare che dottora della chiesa sia già (ben) attestato.
Ovvove! (Cit.). :mrgreen:
A parte il fatto "estetico", vale anche qui la stessa obiezione fatta a dottrice.
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Dottore della Chiesa» al femminile

Intervento di Ferdinand Bardamu »

G. M. ha scritto: dom, 21 ago 2022 11:43
Ferdinand Bardamu ha scritto: sab, 20 ago 2022 21:04Dottrice della Chiesa, proprio in riferimento a Santa Teresa d’Avila, si legge in vari luoghi delle «Opere complete della S. M. Teresa di Gesú», edizione datata 1856.
Sembra essere qualcosa di rarissimo; al momento quello è l'unico testo con la locuzione in Google Libri (le altre attestazioni fornite da Google sono tutte errori di lettura per dottrine della Chiesa), e dottrice avrebbe praticamente carattere neologico: non è un po' superfluo, usandoci già il "banale" dottoressa che appartiene alla lingua?
È vero, tuttavia occorre considerare bene tutte le informazioni che abbiamo. I Dottori della Chiesa di sesso femminile sono quattro su di un totale di trentasette. Tutt’e quattro sono state proclamate tali nell’ultimo mezzo secolo o giú di lí: Teresa d’Avila e Caterina da Siena nel 1970 da Paolo VI; Teresa di Lisieux (Lessovio :wink: ) nel 1997 da Giovanni Paolo II; Ildegarda di Bingen (Bingio :wink:) nel 2012 da Benedetto XVI. Dunque, sono la netta minoranza e sono di recentissima proclamazione.

Di là dal contesto storico, entrando nel merito linguistico, gli elementi -a (superiora, priora) e -essa (badessa) in àmbito ecclesiastico sono adoperati per creare il femminile di nomi di carica. Sono comuni cariche con funzioni amministrative; qui parliamo invece di un alto titolo onorifico. Per questa ragione, io troverei acconcio l’uso del rarissimo latinismo dottrice, presente anche nel corpus letterario latino.

A tale riguardo, una piccola divagazione, ma, credo, non cosí distante dal tema: tra le attestazioni, tutte tarde, di doctrix in latino si trova, oltre a quella nella Vulgata geronimiana (Sap. 8, 4 «Doctrix enim est disciplinae Dei et electrix operum illius», «Essa infatti è iniziata alla scienza di Dio e sceglie le opere sue» [CEI]), quella del grammatico Servio, che visse tra il IV e il V secolo d.C. e fu autore di un commento alle opere di Virgilio:
Servio in Commento all’Eneide di Virgilio, XII, 159 ha scritto:AUCTOR EGO AUDENDI [Cita Virgilio, Eneide, XII, v. 159; sono parole di Giunone] Nomina in tor exeuntia feminina ex se faciunt, quae trix terminantur, si tamen a verbo veniant, ut ab eo quod est lego et lector et lectrix facit, doceo doctor et doctrix. Si autem a verbo non venerint, communia sunt: nam similiter et masculina et feminina in tor exeunt, ut hic et haec senator, hic et haec balneator: licet Petronius usurpaverit balneatricem dicens. Tale est et hic et haec auctor, sed tunc cum ab auctoritate descendit, ut hoc loco: cum autem venit ab eo quod est augeo, et auctor et auctrix facit, ut si dicas auctor divitiarum vel auctrix patrimonii.
[I sostantivi che escono in -tor, se derivano da un verbo, formano il femminile regolarmente con il suffisso -trix, come ad esempio da lego si fa lector e lectrix, da doceo, doctor e doctrix. Se invece non derivano da un verbo, sono ambigeneri: escono al femminile e al maschile sempre in -tor, come hic [questo] e haec [questa] senator, hic e haec balneator; Petronio però si è discostato dalla norma e ha scritto balneatricem. Cosí si dice hic e haec auctor, quando la parola derivi da auctoritas, come in questo passo; quando invece deriva dal verbo augeo, si ha sia auctor sia auctrix, come ad esempio auctor divitiarum o auctrix patrimonii]
Le restrizioni di cui parla Servio non sono valide in italiano: diciamo comunemente senatrice e autrice sebbene nessuno dei due abbia un rapporto di derivazione con un verbo. Mi pare però di poter dire che dottrice sonerebbe meno strano derivasse da un verbo: salvatrice, per esempio, non solleverebbe obbiezioni, essendo chiaramente legata al verbo salvare.

In quanto a dottora, bisogna prendere atto che le attestazioni non sono poche. A mio avviso, però, le forme in -a e -essa non sono consone alla solennità del titolo.
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Re: «Dottore della Chiesa» al femminile

Intervento di G. M. »

Ferdinand Bardamu ha scritto: dom, 21 ago 2022 13:43 Di là dal contesto storico, entrando nel merito linguistico, gli elementi -a (superiora, priora) e -essa (badessa) in àmbito ecclesiastico sono adoperati per creare il femminile di nomi di carica. Sono comuni cariche con funzioni amministrative; qui parliamo invece di un alto titolo onorifico. [...] A mio avviso, però, le forme in -a e -essa non sono consone alla solennità del titolo.
Non sono molto convinto. Fare ciò significa riconoscere di fatto che i termini in -essa, anche diffusissimi e usati normalmente come dottoressa, non sono forme neutre ma hanno (ancora oggi) un carattere vagamente spregiativo, o basso, che le rende inferiori alle corrispondenti forme maschili: se un dottore può essere senza problemi un alto titolo onorifico, mentre una dottoressa solo una comune carica con funzione amministrativa, allora una dottoressa è meno di un dottore; e così una principessa è meno di un principe, una poetessa di un poeta, dire di una donna che «è una leonessa» è meno di dire di un uomo che «è un leone», eccetera.

Mi ricorda un po' —absit iniuria verbis! :mrgreen:— la posizione di Alma Sabatini, che per ragioni di parità di genere notoriamente propose di abolire del tutto le forme in -essa. Ma persino la Gheno, che pur su questo stesso punto come sappiamo ha proposte veramente "estremistiche", circa -essa ha invece una posizione moderata (Femminili singolari, effequ, Firenze 2020, pp. 62–63): «Non conviene, invece, andare a toccare i femminili in ­-essa già stabilmente presenti nella nostra lingua [...] oggi siamo più elastici e, soprattutto, meno interventisti rispetto a ciò che già è per così dire ‘a sistema’».

Mi sembra, insomma, che ritenere -essa adatto solo a cariche "basse" (benché ci siano anche duchessa, baronessa, contessa...) possa involontariamente essere controproducente per la lingua in generale, mettendo in dubbio la parità di genere anche in termini oggi consolidati nell'uso e sentiti pienamente come neutri.
Fuori tema
Ferdinand Bardamu ha scritto: dom, 21 ago 2022 13:43Bingio
O Binga? Come per vari toponomi tedeschi e nederlandesi: Göttingen ~ Gottinga, Groningen ~ Groninga, Vlissingen ~ Flessinga, Tübingen ~ Tubinga... 🤔
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Dottore della Chiesa» al femminile

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Evidentemente mi sono spiegato male. Non intendevo dire che la dottoressa, la badessa, la priora, per il fatto di esser chiamate con parole formate da -essa o -a, siano da meno delle controparti maschili, né che il suffisso -essa sia proprio di cariche basse (e non mi par proprio che quella di badessa sia una carica da nulla, anzi). Dicevo invece che qui dottore non indica una professione «comune» (tanto per gli uomini quanto per le donne), ma un alto titolo onorifico che si rifà direttamente all’etimo latino (il verbo DOCEO), laddove dottoressa e dottora con quell’etimo non hanno alcuna relazione. La citazione del passo di Servio ci può aiutare in questo senso.

Poi, è vero che, se seguiamo la mia proposta, si crea un’asimmetria, ma è contraria rispetto a quelle che denunciava Alma Sabatini. Se adottassimo dottrice, sarebbe il maschile ad avere un solo termine sia per il medico sia per ‹scrittore ecclesiastico dichiarato dalla Chiesa di dottrina ortodossa, di eminente scienza e di santità di vita› (GDLI, s.v. «Dottore»): in un certo senso, questa mancata distinzione potrebbe svilire la solennità del titolo. Insomma, se la poetessa è un poeta donna, la professoressa un professore donna, la dottoressa non è un doctor donna (uso il latino per mettere in evidenza il significato specifico di cui discutiamo) ma un dottore (medico) donna.

Se vogliamo seguire il mero dato statistico, basandoci sul corpus di Google Libri, osserviamo i seguenti risultati: l’interrogazione «dottoressa della chiesa» restituisce 152 occorrenze; «dottora della chiesa» 253; «dottrice della chiesa» 7. (È dato grezzo, che non tiene conto di risultati ripetuti o errori di lettura della scansione automatica).
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Re: «Dottore della Chiesa» al femminile

Intervento di Carnby »

Ferdinand Bardamu ha scritto: dom, 21 ago 2022 13:43 Tutt’e quattro sono state proclamate tali nel secondo Novecento: Teresa d’Avila e Caterina da Siena nel 1970 da Paolo VI; Teresa di Lisieux nel 1997 da Giovanni Paolo II; Ildegarda di Bingen nel 2012 da Benedetto XVI.
Sapevo che c’era una discussione riguardo al fatto che il 2000 facesse parte del Novecento o degli anni Duemila, ma è la prima volta che trovo il 2012. :mrgreen:

Tornando in tema, io tendo a preferire la forma aulica Dottrice della Chiesa; Dottora della Chiesa ha un suono troppo popolaresco e Dottoressa della Chiesa mi fa pensare a un medico donna che fa di cognome della Chiesa.
Ultima modifica di Carnby in data lun, 22 ago 2022 19:09, modificato 1 volta in totale.
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Dottore della Chiesa» al femminile

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Fuori tema
Carnby ha scritto: lun, 22 ago 2022 17:53
Ferdinand Bardamu ha scritto: dom, 21 ago 2022 13:43 Tutt’e quattro sono state proclamate tali nel secondo Novecento: Teresa d’Avila e Caterina da Siena nel 1970 da Paolo VI; Teresa di Lisieux nel 1997 da Giovanni Paolo II; Ildegarda di Bingen nel 2012 da Benedetto XVI.
Sapevo che c’era una discussione riguardo al fatto che il 2000 facesse parte del Novecento o degli anni Duemila, ma è la prima volta che trovo il 2012. :mrgreen:
Ha perfettamente ragione. Correggo, grazie.
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Re: «Dottore della Chiesa» al femminile

Intervento di Infarinato »

Carnby ha scritto: lun, 22 ago 2022 17:53 Tornando in tema, io tendo a preferite la forma aulica Dottrice della Chiesa; Dottora della Chiesa ha un suono troppo popolaresco e Dottoressa della Chiesa mi fa pensare a un medico donna che fa di cognome della Chiesa.
Sí, Dottrice della Chiesa, senz’alcun dubbio.
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Re: «Dottore della Chiesa» al femminile

Intervento di Utente cancellato 676 »

G. M. ha scritto: sab, 20 ago 2022 20:36La cosa mi incuriosisce perché, per il resto, nell'àmbito della Chiesa storicamente la tendenza è stata quella di avere forme femminili ben marcate, anche di più di quello che vorrebbe l'italiano in generale: (a[b])badessa, madre superiora, priora, generalessa, diaconessa...
Non ha citato una delle antifone mariane più note: il Salve Regina. «Orsù dunque, avvocata nostra»
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G. M.
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Re: [FT] «Avvocata» etc.

Intervento di G. M. »

Fuori tema
Canape lasco ctonio ha scritto: gio, 29 set 2022 19:21
G. M. ha scritto: sab, 20 ago 2022 20:36La cosa mi incuriosisce perché, per il resto, nell'àmbito della Chiesa storicamente la tendenza è stata quella di avere forme femminili ben marcate, anche di più di quello che vorrebbe l'italiano in generale: (a[b])badessa, madre superiora, priora, generalessa, diaconessa...
Non ha citato una delle antifone mariane più note: il Salve Regina. «Orsù dunque, avvocata nostra»
Citavo i casi in cui, considerando i termini in sé, italianamente, si potrebbero avere forme “meno marcate”: *l'abate (f.), *la madre superiore, *la priore, *la generale, *la diacona, eccetera. In codesto caso avviene invece il contrario, la Chiesa usa la forma meno marcata, dove l'altra è avvocatessa.
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Re: [FT] «Avvocata» etc.

Intervento di Utente cancellato 676 »

Fuori tema
G. M. ha scritto: gio, 29 set 2022 19:39 Citavo i casi in cui, considerando i termini in sé, italianamente, si potrebbero avere forme “meno marcate”: *l'abate (f.), *la madre superiore, *la priore, *la generale, *la diacona, eccetera. In codesto caso avviene invece il contrario, la Chiesa usa la forma meno marcata, dove l'altra è avvocatessa.
Sì, avevo inteso, ma se considera che la prima avvocata riconosciuta in Italia è del 1919, per lunghi secoli nessuno ha usato il termine - per la sua inutilità pratica - salvo la Chiesa come attributo mariano, dunque era anche l'unica forma. Si vedano gli esempi, tutti datatissimi, del GDLI: https://www.gdli.it/pdf_viewer/Scripts/ ... a=avvocata
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Re: «Dottore della Chiesa» al femminile

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G. M. ha scritto: dom, 21 ago 2022 11:43nelle lettere apostoliche di proclamazione, in latino (1, 2, 3), è usato sempre il maschile, Doctor, come in italiano. Unica eccezione, una citazione nel primo documento
Curioso che, invece, i confratelli carmelitani di Santa Teresa d'Avila (in un testo "Carte postulatorie" che non so bene a quale causa postulatoria faccia riferimento, se per la canonizzazione o la proclamazione a Dottrice della Chiesa) usassero Doctrix («Doctorum doctrix et magistra»):
https://dialnet.unirioja.es/descarga/ar ... 363668.pdf.
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Re: «Dottore della Chiesa» al femminile

Intervento di Utente cancellato 676 »

Non mi pare sia stato già menzionato nella discussione: anche padre Giovanni Scalese, B.[∗], nel suo diario in Rete (che in ambito cattolico è piuttosto famoso) difende la scelta di Dottrice della Chiesa, che anch’io preferisco:

«E giacché ci siamo, visto che ormai sono quattro le donne a cui è stato riconosciuto il titolo di “dottore” (doctor) della Chiesa, non sarebbe il caso di attribuire loro il piú corretto “dottrice” (doctrix Ecclesiae)? In italiano il termine non esiste (il femminile di “dottore” è “dottoressa”); ma in latino, sí (si veda il Forcellini o il Lewis-Short), e non si vede perché non si debba usarlo. In italiano, ci farà un po’ sorridere all’inizio, ma, una volta abituati, diventerà la cosa piú ovvia parlare di una santa dottrice della Chiesa. Non è una questione di moda, ma di correttezza grammaticale. E di rispetto per le donne.»
Fonte: https://querculanus.blogspot.com/2018/0 ... rie-b.html

[∗] Ordine dei Chierici regolari di San Paolo (Congregatio Clericorum Regularium Sancti Pauli), anche detti Barnabiti (Congregatio Barnabitarum)
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