Come già accennato nell'intervento sopra, è un ginepraio.
Le definizioni di carica racchiudono in sé tutti gli aspetti politici e sociali relativi a un sistema di governo, in un dato luogo e in un dato tempo, e quindi - per complicarci la vita - pure una propria storia.
Nell'ambito medievale italico, poi, dobbiamo parlare più propriamente di ambito visconteo-sforzesco, Savoia, Serenissima etc. etc., sino a scender ai singoli Comuni autonomi o indipendenti.
Ognuno dà alle proprie cariche il nome che più gli aggrada, spesso utilizzando termini correnti, ma risemantizzandoli in qualche modo nell'attribuire alla carica funzioni peculiari, diverse per ogni sistema di governo.
Così, in generale, nell'elenco da lei proposto appaiono figure diverse fra loro, che userei di volta in volta a seconda dei contesti.
Ad esempio, il camerlengo rientra nella definizione di
magister hospici che davo sopra, ma in alcuni contesti cronologici e geografici non viene mai usato; a ben vedere potrebbe essere definito anche un Maestro di Palazzo, sarebbe la traduzione quasi letterale del termine latino, senonché quando si parla di Maestri di Palazzo il riferimento corrente ci porta alla corte merovingia e a Pipino di Herstal, in un ambito cioè in cui i poteri e la posizione del Maggiordomo - altra traduzione che viene usata per questi personaggi merovingi - erano diversi da quelli che avranno in seguito.
Secondo me, occorre fare delle distinzioni a livello di registro: se cerco una traduzione "popolare" e accessibile a tutti, posso anche approssimare: grosso modo un "Presidente della Repubblica" si ha idea di cosa sia e cosa faccia, anche se fra Macron e Mattarella c'è un abisso.
Se sto traducendo in ambito "romanzesco", propenderei per l'adattamento del termine originario, per salvare la nota di "esotico" che costituisce una delle caratteristiche base del romanzo storico o fantastorico o epico che dir si voglia.
Se - ahimè - mi muovo invece nell'ambito dell'articolo scientifico specialistico, allora in genere vince il termine straniero originale, che però, all'epoca, molto spesso era in lingua internazionale, cioè in latino (sottinteso: tiè, e faccina col gesto dell'ombrello verso la perfida Albione...)!!!