«Patois»
Inviato: dom, 18 set 2022 16:38
Dal Treccani:
Nel GDLI:
Dall'Enciclopedia on line:patois ‹patu̯à› s. m., fr. [der. di patte «zampa» (col suffisso di françois «francese») per indicare il carattere grossolano del mezzo d’espressione]. – In Francia, idioma locale, privo di tradizione letteraria, usato da una popolazione generalmente poco numerosa, spesso rurale, la cui cultura e livello di civilizzazione sono inferiori a quelli della popolazione circostante che usa la lingua comune.
Ho sentito dire il termine alla radio qualche volta da un paio di conduttori alcuni giorni fa, e mi ha fatto piacere che sembrassero pronunciarlo con /-u.a̍(*)/ all'italiana, e non /-wa̍(*)/ alla francese.In Francia, il dialetto che non possiede o che ha perduto una letteratura scritta, in contrapposizione al francese (anticamente il dialetto parlato nell’Île-de-France, percepito come più prestigioso), specialmente nella variante letteraria. In Italia si usano denominare p. i dialetti franco-provenzali della Valle d’Aosta e di alcune vallate piemontesi.
Nel GDLI:
Nelle lingue sorelle, patoá in portoghese e patuès in catalano.Patuà (patoà), sm. invar. dialetto (e in partic., e in opposizione al dialetto piemontese, i dialetti franco-provenzale e provenzale parlati, secondo la differenti varietà locali, lungo l'arco alpino occidentale).
Arlia, 403: 'Patoà 'o 'patuà': dicono i soliti leziosi, che trovano insufficiente la lingua natia e per farsi intendere debbono (dicono essi) ricorrere alla francese. ma dialetto, vernacolo, parlata, parlare, sono o no buone voci? bastano o no? E pure al prof. Nerucci bastò scrivere: 'Saggio di un studio sopra i parlari vernacoli della toscana' e fu inteso da tutti! A. Prati, 1-327: 'Patoà': dialetto, parlare. Anche 'patuà'.
= Adattamento del fr. patois (nel 1265), deriv. da patte 'zampa' (per indicare il carattere grossolano della parlata), col suff. di françois 'francese'.