«Alcázar»

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G. M.
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«Alcázar»

Intervento di G. M. »

Dal Treccani:
alcázaralkàtħar› s. m., spagn. [dall’arabo al-qaṣr «palazzo, fortezza», che risale, attrav. il gr. biz., al lat. castrum] (pl. alcázaresalkàtħares›). – Nome, in Spagna, di molte fortezze o cittadelle di età musulmana, e anche di molte località; famosi gli alcázares di Cordova, di Siviglia, di Segovia, di Toledo.
Ci sono adattamenti nelle altre lingue iberiche, e altrove in Europa: portoghese alcáçar (con alcaçareiro 'guardia di un alcázar') o alcácer, catalano alcàsser, gallego alcácer; in altre lingue forme simili, alcazar, alkazar, al'kasar...

Considerandolo anche come parte del nome proprio di diverse località, in Spagna, Portogallo e Nordafrica (Alcázar, Alcàssar, Alcácer...), nel corpo gugoliano si trovano vari adattamenti.

Vani a quest'ora forse fian: io stessa
Dalla torre mirai dell'Alcazare
Con orribil fragor le porte aprirsi;
E furenti scagliarsi alla battaglia
I Saraceni;
[...] (Fonte)

Ma Amedo fu il primo, che ricussare di sottomettersi, e ritiratosi nella fortezza di Palermo detta Alcassaro, vi si difese alla meglio; mentre però combatteva, vi fu disgraziatamente trucidato. (Fonte)
(Si veda anche questo).

GIOVANNI SERRANO, SPAGNUOLO, di Alcazare, minor osservante, della provincia di Cartagine. Uomo dottissimo. (Fonte)

Alcázar Real:
Il Sig. Don ISIDORO CASADO, d'Azevedo e Roſales, Marcheſe di Monte Leone, Viſconte d'Alcazare Reale, del Conſiglio di S. M. Cattolico nel ſupremo dell'Indie [...]. (Fonte)

Alcácer do Sal:
[...] dove dimorarono fino al tempo del Re Don Alfonſo il Secondo, e donde ſi trasferirono ad Alcaſſare del Sale, quando queſta terra ſi tolſe a' Mori. (Fonte)

E c'è anche «Ksar El Kebir» (sp. Alcazarquivir, port. Alcácer-Quibir) in Marocco, col simmetrico «Ksar es-Seghir» (sp. Alcazarseguir, port. Alcácer-Ceguer)...
E fù egli ſepolto in Alcaſſare, e cuſtodito ſotto chiaue, e ſigillo, finche fù poi mandato à donare al Rè Filippo ſuo zio per il Seriffo Rè di Marocco fin alla Città di Septu, da doue fù portato in Portogallo [...]. (Fonte)

L'ottavo giorno dopo quest'infelice successo, essendo io alquanto migliorato delle ferite, che con sugo d'erbe e sale mi medicavano, mi levarono da Alcassero (2) e mi condussero a Tetua, che per mare è distante tre miglia, e per terra vinti dalla terra del mio Re [...] (Fonte)

Sebastiano re di voglia sfrenata,
Di ridurci pretende a servir.
Fuor me chiama e ne sfida a giornata
Là sul pian d'Alcazzarre Kebir!
(Fonte)

Come intuito sopra, si nota una rilevante somiglianza colla parola nostra cassero... Dal Treccani, sottolineature mie:
càssero (ant. càssaro) s. m. [dall’arabo qaṣr, che risale al lat. castrum «castello, fortezza»]. – 1. ant. Recinto di mura intorno a una fortezza; il nucleo centrale di una rocca medievale più saldamente costruito e fortificato, corrispondente al maschio o mastio. 2. Sulle grandi navi a vela, e particolarmente sui vascelli da guerra dei secoli 18° e 19°, il tratto di coperta compreso tra il casseretto e l’albero di maestra. Sulle navi moderne, il ponte centrale sopraelevato. C. poppiero o di poppa, sinon. di casseretto. 3. Recinto chiuso con pareti a tenuta d’acqua, che si costruisce per mettere all’asciutto un tratto di alveo fluviale (o d’altro terreno sommerso) allo scopo di fondarvi pile o altre costruzioni. 4. Sinon. di cassaforma. ◆ Dim. casserétto (v.).
Si potrebbe dire semplicemente cassero? O è meglio un adattamento univoco con al-, come nelle altre lingue?
O magari risemantizzare con questo significato specifico la variante antica cassaro?
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